Tra promesse e tradimenti!

TAP

“Se loro vorranno fare il gasdotto in Puglia con l’esercito, noi ci metteremo il nostro di esercito” urlava Grillo prima che il suo “movimento” andasse al potere.”Con il movimento 5 stelle al governo la TAP la blocchiamo in due settimane” diceva Di Maio, mentre in campagna elettorale cercava di accaparrarsi il voto dei Salentini. Ci hanno messo alcuni mesi, non per bloccare Tap, ma per rilanciarla: “Opera funzionale” l’ha definita Di Maio durante la relazione al Copasir.
Dopo il voltafaccia governativo i lavori sono ripresi a ritmo forsennato con le stesse modalità precedenti. I mezzi sono stati movimentati nella notte, cercando di prendere alla sprovvista gli attivisti NO-TAP, e il “loro” esercito si è rivelato essere lo stesso esercito di sempre, cioè l’apparato repressivo dello stato borghese. In compenso il nuovo decreto sicurezza firmato Salvini inasprisce le condanne per le azioni di lotta (ad es. per i blocchi stradali). Gli attivisti, tornati in strada per fermare fisicamente i lavori, hanno dato fuoco alle bandiere del Movimento5Stelle, segnando la rottura tra il movimento NO-TAP e il governo. La fiducia conquistata dai 5S in campagna elettorale grazie a promesse mirabolanti (raggiungendo il 40% di voti nel Salento), ha iniziato a sgretolarsi dopo questo tradimento