Distrazione di massa con finte emergenze burka




il divieto di ingresso a volto coperto posto nella delibera della Regione Lombardia appare giustificato e ragionevole alla luce della esigenza di identificare coloro che accedono nelle strutture indicate, poiché si tratta di luoghi pubblici, con elevato numero di persone che quotidianamente vi accedono per usufruire di servizi; pertanto è del tutto ragionevole e giustificato consentire la possibilità di identificare i predetti fruitori dei servizi” Cosi la sentenza della Corte d'Appello di Milano.


Secondo questa sentenza dunque la identificazione dei soggetti deve avvenire preventivamente e non quando e se fosse necessario l'identificazione. In fondo si tratterebbe di una semplice operazione da parte delle forze dell'ordine, quella , come le perquisizioni, portare la sospettata in luogo separato e abbassarle il velo e controllare i documenti di identità. Ma se la persona è riconoscibile come professante la religione islamica automaticamente deve scattare la riconoscibilità del suo volto.
E' dunque evidente che la sentenza insieme alla legge della Lombardia contro le Moschee vada nella direzione della repressione antiislamica , senza nessuna altra ragione che non sia la lotta contro una religione e una popolazione.