Ad una settimana dal piano europeo. Tanto rumore per nulla!

Tre proposte per un new deal europeo

19 / 5 / 2010
Dopo che è scoppiata la crisi dei subprime ed è evaporata la bolla immobliare, i principali operatori finanziari (non esistono i mercati finanziari o i risparmiatori, ma solo le società finanziarie che operano in condizioni di quasi monopolio nel definire le strategie di investimento: vedi L. Gallino, Con i soldi degli altriIl capitalismo per procura contro l'economia, Einaudi, Torino, 2009) si sono trovati nella necessità di individuare una nuova “convenzione” in grado di indirizzare le proprie attività speculative. Una “convenzione” si manifesta quando i principali operatori finanziari individuano un campo sufficientemente ristretto e omogeneo nel quale investire (vedi A. Orléan,Dall’euforia al panico. Pensare la crisi finanziaria e altri saggi, Ombre Corte, 2010). Nel corso degli anni Novanta, la convenzione finanziaria dominante era costituita alle nuove tecnologie informatiche (sfruttamento del general intellect), negli anni Duemila, si è fatto riferimento, da un lato, al ruolo della Cina come economia trainante la domanda mondiale (dopo l’entrata nel Wto, nel dicembre 2001), dall’altro, al bi/sogno della casa di proprietà soprattutto nei mercati anglosassoni e in Spagna.(.... leggi tutto)