Non solo bunga bunga pornografici


Nei giorni di venerdì e sabato 18 e 19/2 si è tenuto a Roma la conferenza Nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori dei call center organizzata da SLC CGIL, il principale sindacato del settore, dal titolo 'Salario, diritti, futuro. Quadriamo i conti'.
Ho ascoltato da osservatore estraneo  quel mondo di cui tanto si parla, ma di cui poco si sa. Un mondo del lavoro che ha subito una profonda trasformazione. Da occasione per giovani studenti universitari che cercavano di occupare del tempo con profitto, nei ritagli di tempo, è diventato sempre più una occasione di lavoro per chi non ha più venticinque, trent'anni, che ha famiglia, che in precedenza ha perso un altro lavoro e che trova in questo settore un modo per tirare avanti. E' un settore che vede, anch'esso, una crisi. 8mila posti di lavoro persi negli ultimi due anni, 13mila  addetti in bilico in tutta Italia previsti per il 2011 su un totale di 67mila lavoratori del settore.
Ho ascoltato il vissuto quotidiano dei presenti, sindacalisti,delegati, rappresentanti RSU di questo spaccato, storie di vertenze ed accordi e storie di vita quotidiana, vita combattuta fra un kapò che dietro le tue spalle ti ascolta e ti sorveglia, che ti misura il tempo . Si perché hanno i lavoratori e lavoratrici un tempo minimo per ogni telefonata, hanno un gobbo da cui leggere con precisa cadenza e ritmo in modo che le tue telefonate devono durare un tempo minimo. Storie di software che ti registra e ti misura, che da remoto controlla lo schermo del tuo computer e registra i tasti o i click che fai e controlla quello che fai, come lo fai,in  quanto tempo lo fai. Certo puoi anche rifiutare il tuo consenso alla registrazione vocale, e alla videosorveglianza ( precise norme della privacy contenute anche nella legge 900 lo vietano) ma le conseguenza sono prevedibili.

Questo è il mondo che qualcuno ( neo marxista, non di destra ne di sinistra , ma al di sopra)  lo definiva il mondo dei cognitivi, della liberazione del lavoro ottocentesco, della liberalizzazione dalla schiavitù capitale/lavoro e della fine del capitalismo.
Ho ascoltate le voci sfiduciate e demoralizzate di combattive donne e uomini del sindacato, che ogni giorno combattono una battaglia in prima linea, e che ogni giorno subiscono una sconfitta di indifferenza da parte del mondo esterno e di dignità da parte della legge e del diritto. Che studiano leggi e regolamenti della repubblica per avere appigli con cui combattere questa immane lotta contro questa distorta  "modernità". Inefficacia quando ci si rivolge all'ispettorato del lavoro su direttive non vincolanti, secondo la legge del Codice civile, del ministro Brunetta o Sacconi e ci si vede rispondere che loro dipendono da quel ministero ed il loro parere non può divergere da quello del loro capo. E quando ci si rivolge al giudice diventa un attimo e l'azienda e attività  si sposta nell'altro capo del mondo. E che ce vò?

A tutti e tutte coloro che parlano di priorità nell'abbattere il bunga bunga sommessamente consiglierei di prestare un attimo del loro tempo e della loro attenzione a questo "altro" bunga bunga , sotterrato dalla bagarre mediatica , a questo mondo che non è fatto di pruriginosi festini o di viagratici sogni erotici, ma di quotidiane sopportazioni e di bocconi amari. Senza per questo dimenticare anche quei misfatti, ma solo per una questione di equità.
E questo con il Berlusconi non c'entra nulla, le origini di queste "liberalizzazioni" risalgono a tempi antecedenti alla repubblica del bunga bunga e perdura ancora oggi .
Occorre che accanto alle denunce dei bunga bunga pornografici arrivano anche e ci si occupi anche di questi bunga bunga del lavoro.