Ora è diventata la parolina magica: Crescita. Tutti
ne parlano, da tutti auspicata , ma nessuno dice come si fà a fare
crescita , con una recessione italiana mai registrata nel nostro
paese nemmeno ai tempi della crisi del petrolio. '73-'79.
Si è passati dal Rigore, aumento delle tasse, aumento dell'IVA, provvedimenti tutti indirizzati verso il sottoconsumo, all'oggi in cui si invoca la parolina magica. Fino a ieri questa parolina era riservata solo ad alcuni bolscevichi incalliti, poi piano piano è passata sulle bocche dei sindacati, prima quelli più politicizzati ( Fiom in testa) , poi come un passaparola anche sulle bocche dei leader politici, e via via dalla BCE al FMI e quindi , il passaggio è stato facile, al nostro governo e a Monti.
Si è passati dal Rigore, aumento delle tasse, aumento dell'IVA, provvedimenti tutti indirizzati verso il sottoconsumo, all'oggi in cui si invoca la parolina magica. Fino a ieri questa parolina era riservata solo ad alcuni bolscevichi incalliti, poi piano piano è passata sulle bocche dei sindacati, prima quelli più politicizzati ( Fiom in testa) , poi come un passaparola anche sulle bocche dei leader politici, e via via dalla BCE al FMI e quindi , il passaggio è stato facile, al nostro governo e a Monti.
Prima hanno votato all'unanimità il pareggio di bilancio in Costituzione e poi invocano la Crescita. E chi mai produrrà Crescita e Sviluppo?
Il mercato nella sua indipendenza ed autonomia?
E poi di quale crescita si va cianciando? Quella sino ad oggi perseguita, tra inquinamento, distruzione dell'ecosistema, produzione di auto e beni di lusso, sperpero delle riserve energetiche, distruzione di ricchezza ambientale, città intasate da smog, autostrade inutili, ponti inutili e buchi nelle montagne altrettanto inutili?
E' questa la Crescita che perseguite?
Intanto parliamo di sviluppo e non di crescita che non sono sinonimi. Non basta produrre beni e servizi disponibili, oggi non è più sufficiente, non è più possibile. Dobbiamo parlare di sviluppo che comprende anche elementi di qualità della vita di natura sociale, culturale e politica.
"Il diritto allo sviluppo è un diritto inalienabile dell’uomo in virtù del quale ogni essere umano e tutti i popoli hanno il diritto di partecipare e di contribuire ad uno sviluppo economico, sociale, culturale, politico nel quale tutti i diritti dell’uomo e tutte le libertà fondamentali possano essere pienamente realizzati, e di beneficiare di questo sviluppo”.
Così recita la Declaration on the Right to Development, General Assembly Resolution 41/128, 4 December 1986.
Allora ecco che la parolina magica oggi divulgata e che è diventato il mantra per i politicanti si svela solo come tale.
Occorre parlare, quindi , non solo di lo sviluppo , ma anche parlare di quale sviluppo e di quale modello di sviluppo sopratutto si vuole.
Su questo il ceto politico , tutti i politicanti in parlamento e fuori dal parlamento, fra i partiti e fuori non sono culturalmente e intellettualmente all'altezza a tale compito. Tutti protesi a dichiararsi limpidi e sereni quando vengono trovati con il lardo in bocca, e tutti a difendere il loro tesoretto frutto di una legge illegittima. Attaccati come cozze allo scoglio nei loro privilegi e vitalizi.
Avete sentito per caso parlare di sviluppo da qualcuno ?
A parte la boutade che occorre produrre spazzolini con la testina sostituibile, usa e getta, e che bisogna spegnere il led di cortesia degli elettrodomestici per una politica energetica.