Ma che fine ha fatto Di Pietro?


E' strano, o meglio potrebbe apparire strano. Ma Di Pietro è sparito, dai sondaggi, il suo partito è scomparso, al di sotto del 2 per cento lo danno. Il suo volto e le sue sgrammaticate e dialettali espressioni non fanno più audience.
Ma come è possibile, nel giro di qualche settimana?
La fine del suo partito, a voler essere dietrologi , ha un nesso con l'ascesa del PD, il sevizio di Report che ha ripreso una polemica vecchia di ormai qualche anno da parte di Libero e riproposta pari pari dalla trasmissione della Gabanelli. Servizio telecomandato? Non so, forse che si forse che no. Sta di fatto che Di Pietro non buca più la tv. Il suo partito è finito.
Forse non occorrerebbe fare qualche considerazione fra questo evento, la fine di un partito nella forma "moderna" , il leaderismo e la fine delle comparse di questo partito slegato dal radicamento di massa nel territorio legato inesorabilmente con le sorti del suo leader?.
E porto alcuni esempi. Il PDL e il berlusconismo, la Lega e Bossi, dell'IDV ho appena detto e il Grillismo.
Copia conforme dell'IDV è appunto il PDL. Scomparso dalla scena non per sua volontà , naturalmente, ma per le sue vicende personali e per la sua credibilità internazionale è scomparso anche il suo partito. Il collante è scaduto e le componenti arraffazzonate e tenute insieme , prima dal potere e poi dal suoi soldi e quindi dal suo carisma verso gli elettori  si sono sgretolate. E' incredibile se non si tiene conto di questi elementi pensare come il maggior partito che per vent'anni ha tenuto banco sulla scena italiana, che ha raggiunto maggioranze e consensi bulgare si sia sgretolato in un lampo. Come è salito alle stelle così è caduto nelle stalle.

E  la vicenda dell'IdV segue da vicino quella del grillismo. entrambi non sono presenti nelle contraddizioni fra capitale e lavoro, ma esprimono solo un ceto politico slegato da ogni rapporto con la base (che non c’è), funzionale solo alla rappresentanza nelle istituzioni, l’unico obiettivo di queste nuove forme-partito. La base è liquida liquefatta nella rete luogo in cui è tutto e niente.  Ma a differenza di Di Pietro , Grillo ha capito che la presenza mediatica è funzionale al successo elettorale, il divieto assoluto dei candidati del movimento ad apparire sui media è funzionale a non farsi fagocitare dagli stessi, sottraendosi ad un gioco che può portare voti ma che reitera il ricatto al quale sono sottoposti tutti i partiti “liquidi-leaderistici”, e cioè quello di dipendere univocamente dai media. Ha sostituito( crede di )  con gli strumenti della rete il contatto fisico con gli elettori  , il rapporto tradizionale con il territorio. Ha sostituito, le città i quartieri , i rioni, con i luoghi virtuali della rete.  Ma occorre far parlare di se e del suo movimento, nel bene e nel male e da qui le sue esternazioni al limite della denuncia , le sue provocazioni, i suoi gesti eclatanti , le sue imprese ginniche
Il problema di Grillo che pur  comprendendo il meccanismo non può sottrarsi e che ciò che ti porta qualche percentuale di voto in più rappresenta anche il potere che può decretare la tua rovina .Finché rimane movimento virtuale e mediatico, un qualsiasi soffio di vento può produrne la scomparsa. Da qui la sua ricerca sempre e comunque della provocazione, del "gesto" Se si ferma è perduto

La Lega invece è la prova provata della mia tesi. Anch'essa è caduta nella trappola del leaderismo, e quando questo e il "cerchio magico" stretto intorno al leader è caduto nel volgare e bieco affarismo e sottrazione di fondi ha perso consensi, ma il partito non è scomparso. Anzi cavalcando la sua opposizione al governo Monti( nonostante che molte delle misure di questo governo sono le stesse del governo a cui la Lega ha diviso responsabilità e il maggior responsabile delle misure economiche quelle del ministro Tremonti era un fautore e fan della Lega, nonostante militasse nel PDL) , la Lega ha perso poco, non  scomparso e tutto lascia pensare che manterrà e rafforzerà il suo zoccolo duro. Come mai questa differenza? Ma forse perché il partito è radicato nel territorio? Forse perché nei comuni, nei quartieri esistono ancora luoghi e sezioni , rapporti con i cittadini, con gli elettori? Forse perché , nonostante la modernità, la Lega è ancora un partito, diverso, ma nella continuità della tradizione del concetto stesso di partito e della politica?
Io naturalmente penso di si.