Anche i cani randagi lo sapevano del giro di mazzette che
giravano dietro il SISTRI . Per chi non ne è a conoscenza il SISTRI era il sistema
super avanzato deciso dall’allora ministro dell’Ambiente Peroraro Scannio, governo
Prodi, pensato nel 2007 accogliendo una raccomandazione della commissione
europea.
E’ strano come tutto comincia sempre con il governo Prodi! Forse
pensato con le migliori intenzioni, ma poi finito male, anzi nella normalità ,
da noi. Poi non se ne fece nulla perché
il governo, fra compravendita di senatori e le diatribe fra comari non aveva
tempo per pensare a queste cose. Fu il successivo Governo il 5 settembre del
2008 e il presidente del Consiglio Berlusconi ha firmare il decreto legge che
pone il segreto di Stato sul progetto, sostenendo che si stava impiegando una
"avanzatissima tecnologia militare", la quale deve essere il più
possibile inaccessibile agli operatori illegali dello smaltimento dei rifiuti.
In realtà il sistema pensato per la semplificazione e per la certezza della
tracciabilità del sistema rifiuti era composto da complesso e faraginoso sistema che lasciava il cartaceo precedente e aggiungeva procedure informatiche piu' che improbabili. Al modello unico di
dichiarazione ambientale (MUD), sul Registro di carico e scarico dei rifiuti e
sul Formulario di identificazione dei rifiuti (FIR). Il sistema si basava
sull'utilizzo di due apparecchiature elettroniche: una cosiddetta "black
box" (cioè un trasponder), da montare sui mezzi adibiti al trasporto dei
rifiuti per tracciarne i movimenti, e una token usb da 4 Gb equipaggiata con un
software per autenticazione forte e firma elettronica che viaggiava assieme ai
rifiuti, su cui sono salvati tutti i dati ad essi relativi. Il 14 dicembre 2009
il Ministero dell'Ambiente firma con la società Selex Service Management
(gruppo Finmeccanica) l'accordo per la progettazione e la gestione del SISTRI.
Tale contratto prevede il versamento a Selex Service Management di una quota
fissa di 28 milioni di euro l'anno dal Ministero e di una variabile 65 e i 70
milioni costituita da una parte dei versamenti delle imprese per l'iscrizione
al sistema. A maggio 2011, il cosiddetto "click day", cioè il
collaudo generale del sistema. Una barzelletta detta in inglese! Fin dall’inizio il sistema presenta una
macchinosità , ma soprattutto una fragilità da spavento. Per chi aveva un po’ di
dimestichezza con l’informatizzazione dei sistemi si accorgeva subito che chi
aveva progettato e realizzato quel sistema aveva come obbiettivo non la
semplificazione e la tracciabilità dei rifiuti, ma altri scopi. Alternativa a
questo vi era una sola altra ipotesi. Che le soft-house tutto erano meno che
sviluppatori di software informatico!. Il sistema centrale cadeva continuamente perdendo i dati e costringendo gli utilizzatori a caricare innumerevoli volte i dati richiesti;
era macchinoso in quanto oltre al cartaceo si doveva, in aggiunta, procedere
con le procedure informatiche. E ogni volta si doveva consegnare la propria
chiavetta ( pagata lautamente una semplice chiavetta usb da 4 Gb) , al
trasportatore , la quale andava avanti e indietro, passata da mano in mano fra
produttore di rifiuti, trasportatore e azienda di smaltimento. Il sistema era
talmente arraffazionato che numerose furono gli start up ufficiali, e altrettanto
numerosi i “roll back” per palese ed evidente non funzionamento del sistema. Ogni volta la ministra Prestigiacomo inventava panzane e prometteva la prossima sarà la volta buona. Le
quote annuali erano però obbligatori , laute e generose, per un servizio che
mai è entrato in funzione. Ora il sistema è stato sostituito dal
SETRI (Sistema Elettronico Tracciabilità Rifiuti), formulato
da Assintel (Associazione Nazionale Imprese Ict) e ConfTrasporti
(Confederazione Trasporto - Spedizione - Logistica), e proposto ai Ministeri
dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico. Viene detto che tale sistema
risolverà tutti i problemi avuti col SISTRI ( anche le tangenti pagate a fronte
del vecchio sistema?) Per quanto mi consta , però , questo sistema non
raggiungerà neppure uno solo degli obbiettivi preposti o quantomeno dichiarati
in quanto come il suo predecessore è piu’ orientato agli interessi economici
delle software house che lo hanno concepito che alle reali necessità della traccciabilità e sicurezza dei rifiuti
Intanto il governo
per bocca del sottosegretario all'Ambiente Silvia Velo ha recitato quel che
ormai è un mantra venuto a noia: “Non sapevamo. A nostra insaputa” Ora probabilmente
lei personalmente non sapeva. Ma il governo e i ministri e sottosegretari che l’hanno
preceduta hanno la responsabilità, quantomeno, di mancata sorveglianza e
controllo E il nuovo governo, eredita dal precedente , in quanto governo
italiano, tutte le conseguenze e le responsabilità civili e penali di una
truffa ai danni dei cittadini ormai acclarata. Chi paga le migliaia di euro
sborsati dai cittadini per un servizio mai avviato e per il mal tolto? E può
tutto questo chiudersi, ammesso che si chiuderà in sede penale, solo con
un “ a nostra insaputa?”
Si , si potrà chiudere . Come sempre la faccenda si chiuderà
con un italota “ chi ha avuto ha avuto chi a dato a dato scurdamose o’ passato.”
Il governo del fare, del Cazzaro Renzi , non potrà che seguire a ruota.