Da
un po’ di tempo a questa parte, riappare qua e la l’ombra del fiscal compact e
dei 50 miliardi all'anno per cinquantanni che tutti i governi succedutesi
hanno sottoscritto e messo in costituzione in un batter di ciglia? (Ma non si
deve togliere il Senato o quantomeno esautorarlo perché rallenta l’attività decisionale
del parlamento?)
Naturalmente
il riapparir dell’incubo è da parte di qualche bontempone che si sforza ,
ahimè, a dimostrare che è un falso problema. Ma non fa che peggiorare le cose
perché a ragionare sulle ipotesi in campo non si fa che confermare il disastro
che ci attende dietro l’angolo ( nel 2016 scade la prima rata)
Rinfreschiamoci
la memoria.
Il
Fiscal Compact è sostanzialmente quel patto che obbliga , indipendentemente dai
governi che si succederanno ( infatti l’Italia l’ha messo in Costituzione) i
paesi aderenti ( e l’Italia lo è) non solo ad avere un bilancio statale in
pareggio, ma che il deficit da calcolare è quello nominale ( compreso quindi di
eventi eccezionali e transitori) Mentre se si fa riferimento al deficit
strutturale il bilancio deve segnare un segno positivo dello 0,5%.
Ma
non è finita qua.
Il
rapporto deficit/PIL deve raggiungere il 60% del PIL entro vent’anni,
attraverso una riduzione annua pari ad un ventesimo della quota eccedente il
60%.
Da
un calcolo rapido facendo riferimento al bilancio dell’Italia la quota annua
che noi dovremo pagare si aggira intorno ai 50 miliardi anni per vent’anni,
appunto.
I
bontemponi si affrettano a dire che questa non è una cifra assoluta, ma
frutto di un rapporto fra deficit e PIL e che il PIL è riferito al suo valore
nominale. Ora, siccome il Pil nominale è uguale al Pil reale più l'inflazione,
se ne deduce che un aumento dell'inflazione renderebbe il percorso di rientro
del debito più facile. Certo! Ma la politica della BCE in tutti questi anni è
stata quella di favorire l’inflazione o quella di scoraggiarla? E questo è
tanto vero che ci stiamo dirigendo con la velocità della luce verso la
deflazione. Per cui il ragionamento che fanno i bontemponi è solo teorico , e
che nella pratica non si realizzerà mai.
Ma
volendo stare al gioco e supponendo possibile un aumento dell’inflazione,
questa farebbe lievitare il Pil nominale, ma si trascinerebbe dietro i tassi di
interesse, che (al netto dei fattori speculativi), tenderebbero a seguire la
crescita dell'inflazione. I cui "vantaggi" verrebbero così annullati,
sia pure tendenzialmente e non immediatamente. E saremmo daccapo a tredici! Da
questo piccolo ragionamento se ne deduce che si è vero che quel numero ( i 50
miliardi) non è una cifra fissa ma variabile , ma più tendenzialmente verso
l’alto che verso il basso!
Come
si vede , come la si giri e la si volti le cifre in gioco sono enormi, e tutti
i sacrifici fatti dai lavoratori italiani sono quasi niente rispetto a quelli
che ci attendono.
Sempre
i bontemponi, sperano in Renzi e nel suo FARE . Ma ora , obbiettivamente
portare entro il 2015 il bilancio dello STATO allo 0% e solo raggiungendo
questo obbiettivo sperare di poter pagare “solo” 50 miliardi annuii per
vent’anni e tutto questo vendendo le auto blu su e-bay, o riducendo lo
stipendio dei manager o eliminando il Senato mi sembra pura è semplice presa
per i fondelli.
Qui
non si tratta di ottimismo, di credere, obbedire e combattere qui si tratta di
fare due sporchi e maledetti conti!