Intanto cominciamo col dire che non è un plebiscito e che la
maggioranza degli italiani non ha dato fiducia ne a Renzi ne al Governo. Con il
21% degli aventi diritto ha raggiunto la quota più bassa , il record negativo di tutti i tempi dei consensi degli italiani. Certo è il partito che ha perso di meno fra tutti
gli altri ed è quello che ha racimolato voti a destra ( vedi la scomparsa di
Scelta Civica) Ma più che il partito è un voto a Renzi che ha trascinato il PD.
Il successo quindi è un successo di spartizione di seggiole al loro interno e
non di consenso fra gli italiani.
Basta leggere i dati dell’astensionismo
storico è ci si rende conto di questa semplice verità. Poiché si è voluto dare
un significato politico a queste elezioni ( che di politica nazionale non ci
azzecca proprio nulla) i dati sono dati rispetto alle politiche , salvo gli
ultimi anni che raffrontano i dati amministrative e europee. Il trend è il medesimo
salvo la percentuale un po’ più basse per le politiche.
Anno
|
elezioni
|
Votanti (%)
|
Astens
%
|
1976
|
Pol
|
93,40
|
6,60
|
1979
|
Pol
|
90,60
|
9,40
|
1983
|
Pol
|
88,01
|
11,99
|
1987
|
Pol
|
88,83
|
11,17
|
1992
|
Pol
|
87,35
|
12,65
|
1994
|
Pol
|
86,31
|
13,69
|
1996
|
Pol
|
82,91
|
17,09
|
2001
|
Pol
|
81,38
|
18,62
|
2006
|
Pol
|
81,20
|
18,80
|
2008
|
Pol
|
78,10
|
21,90
|
2009
|
Eu
|
66,5
|
33,5
|
2012
|
Amm
|
66,88
|
33,12
|
2013
|
Pol
|
72,25
|
27,75
|
2014
|
Eu/amm
|
57,22
|
42.78
|
Mi si dirà che è un dato strutturale per le democrazie
occidentali. Ma questa non è una giustificazione, al massimo un dato
preoccupante del grado di partecipazione alla vita democratica occidentale. In
Italia poi è sempre stata una eccezione , rispetto alle democrazie degli altri
paesi. La partecipazione al voto ha avuto sempre un dato quasi all’unanimità Si
pensi al 93,40% ai tempi di Berlinguer fino al 57,22% di queste ultime
consultazioni che è comunque il più alto rispetto a quelli degli altri paesi, come
ha tenuto a precisare Renzi, ben conscio che i mass media l’hanno sparata
grossa rispetto al plebiscito unanime che gli è stato attribuito. Come a
cercare una scusante , “si è vero in termini assoluti questo plebiscito non c’è
stato, ma è pur sempre il più alto rispetto a i dati di partecipazione degli
altri paesi europei. Che rispetto alla
bufala rifilateci dai mass media mainstream e non, c’entra come il cavolo a
merenda! Ma fa parte della sua retorica
prendere l’oggetto di un argomento e parlare di altro!
Ma questo è un altro film.
Quindi stabilito che il PD renziano è quello che ha avuto il
minimo storico in termini di voti complessivi, vediamo come mai ha rastrellato di più?
In altro post ho preso a prestito una metafora. Gli italiani
( quelli che sono andati a votare) si son trovati di fronte ad una scelta
1.
80 euro di Renzi
2.
Le dentiere di Berlusconi
3.
I vaffanculo di renzi
Il 40% ha scelto la
prima che ho detto.
80 euro ( 52 mediamente) in tempi di crisi fanno comodo
anche se li pagheranno con gli interessi questi 80 euro di fronte agli aumenti
delle varie tasi, tarsi, IUC e bla bla. E anche se sono 80 euro una tantum (
stando ai dati del DEF e non alle promesse di Renzi) Ma domani è un altro
giorno,, e quindi meglio un uovo oggi che la gallina domani.
Di quel 58% circa degli italiani , leggendo i flussi
elettorali, si evince chiaramente che ha pescato alla destra, la scomparsa di
Scelta Civica , partito evanescente ma con elettori filo governativi, di
destra, professionisti che rispetto ad un salto nel buoi preferiscono investire
sul meno peggio. Ha pescato in parte da FI ex PDL , moderati e schifati delle
lotte intestine in Fi e della caduta degli dei ( del dio). Dal PDL e dal Nord
ha pescato abbondantemente la Lega che ha poco più del 6% come media nazionale
ma presi esclusivamente al Nord.
Renzi ha pescato soprattutto negli elettori del Nord da
Torino a Venezia piuttosto che a Genova Firenze e Bologna. Meno al Sud ma
sempre significativo l’apporto di Pescara, Catania, Palermo. Inoltre il PD ha
il suo punto forte nello zoccolo duro del rifiuto all’estensionismo degli
elettori del PD, retaggio, in parte, della vecchia cultura comunista e
socialista.
Ora cosa resterà del renzismo galoppante?
Si scontrerà con il fatto che il voto non ha in termini
pratici e tecnicamente non cambierà nulla rispetto al parlamento italiano. Le
sue promesse in termini di riforme dovranno scontrarsi con il volere di FI , da
un lato, e dall’altro sicuramente cercherà di forzare la mano nel Parlamento ,
giocando duro e sapendo che ha dalla sua la volontà di capitalizzare in termini
di voti anche nel Parlamento italiano .
Una cosa insegna comunque , un dato incontrovertibile. Non
si potrà più parlare del PD , ne di centro sinistra ma solo di Renzi e di renzismo.