Da qualche tempo - grazie alle inchieste di PeaceLink - la questione della diossina e degli scarichi della Ilva sono all'attenzione anche dei media nazionali: ne ha parlato di recente - tra gli altri - il 'Corriere della Sera', 'Repubblica', La7.
"A Taranto 17 ricerche sull'inquinamento e l'impatto sulla salute dei cittadini sono costate un miliardo ma non sono mai state divulgate. E ben 72 analisi sulla diossina e i PCB sono risultate sistematicamente "a norma". Ecco quello che i tarantini dovevano sapere e non hanno mai conosciuto dal 2002 al 2007" -
"Ma non c'è solo la diossina" - continua PeaceLink. "Taranto è sovrastata da una imponente nube di IPA. Gli IPA sono gli idrocarburi Policiclici Aromatici, e fra essi il benzoapirene ha un potere cancerogeno non meno insidioso della diossina". " A Taranto si convive anche con la radioattività del piombo 210 e del polonio 210, sostanza, quest'ultima, con cui fu avvelenato Aleksandr Litvinenko, l'ex agente del Kgb inviso a Putin".
LA CRONACA DELLA MANIFESTAZIONE
Migliaia di persone stanno attraversando il centro di Taranto per protestare contro l'inquinamento, la manifestazione è stata promossa dal coordinamento «Altamarea» che riunisce 18 fra associazioni e movimenti ambientalisti e cittadini.
In particolare si chiede un drastico abbattimento dei livelli di inquinamento e , soprattutto, della diossina emessa dallo stabilimento siderurgico Ilva.
All’iniziativa odierna partecipano molti amministratori locali tra cui il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.
«Due camini su tre dello stabilimento Ilva – ha sottolineato Vendola – hanno emissioni di diossina pari a 2,5 questo dimostra che l’abbattimento che noi proponiamo si può fare, quindi, lo facciano, investano i quattrini».
Alla domanda sulle aperture del centrodestra che ha espresso una qualche disponbilità a discutere il ddl regionale sull'abbattimento delle emissioni di diossina, Vendola ha risposto: «i rapprersentanti di Forza Italia dovrebbero innanzi tutto spiegare ad alcuni loro rappresentanti il significato di questo provvedimento, compreso il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo; da tempo , e per tre volte, ho proposto al ministro di fare insieme questa battaglia per il miglioramento delle gravi condizioni ambientali di Taranto e non sono stato ascoltato.S e ci saranno dei ravvedimenti sarò ben lieto di prenderne atto. Il mio auspicio – ha concluso Vendola – è che il ddl che impone l’abbattimento di emissioni di diossina sia approvato prima di Natale».
In particolare si chiede un drastico abbattimento dei livelli di inquinamento e , soprattutto, della diossina emessa dallo stabilimento siderurgico Ilva.
All’iniziativa odierna partecipano molti amministratori locali tra cui il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.
«Due camini su tre dello stabilimento Ilva – ha sottolineato Vendola – hanno emissioni di diossina pari a 2,5 questo dimostra che l’abbattimento che noi proponiamo si può fare, quindi, lo facciano, investano i quattrini».
Alla domanda sulle aperture del centrodestra che ha espresso una qualche disponbilità a discutere il ddl regionale sull'abbattimento delle emissioni di diossina, Vendola ha risposto: «i rapprersentanti di Forza Italia dovrebbero innanzi tutto spiegare ad alcuni loro rappresentanti il significato di questo provvedimento, compreso il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo; da tempo , e per tre volte, ho proposto al ministro di fare insieme questa battaglia per il miglioramento delle gravi condizioni ambientali di Taranto e non sono stato ascoltato.S e ci saranno dei ravvedimenti sarò ben lieto di prenderne atto. Il mio auspicio – ha concluso Vendola – è che il ddl che impone l’abbattimento di emissioni di diossina sia approvato prima di Natale».
Insomma nella mappa redatta da PeaceLink delle città più inquinate d'Italia la capolista indiscussa è Taranto. "La diossina a Taranto è entrata nella catena alimentare e oltre 1200 capi di bestiame saranno presto abbattuti" - sottolinea PeaceLink. "A Taranto c'è un quartiere, il rione Tamburi, dove tutti fumano, anche i non fumatori, anche i bambini. Queste persone, senza volere e senza alcuna difesa, 'fumano' i cancerogeni industriali in quantità variabili a seconda del vento e delle condizioni meteoclimatiche". Per questo le associazioni hanno lanciato la campagna "Quante sigarette si fuma il tuo bambino?" per spiegare ai genitori i rischi da inalazione di benzopirene nel quartiere Tamburi di Taranto e nella città. Insomma "Taranto da 45 anni è la Seveso d'Italia" - denuncia dati alla mano TarantoViva.
Nei mesi scorsi il Ministro dell'ambiente, Stefania Prestigiacomo aveva nominato tra i membri della nuova Commissione IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) - che ha il compito di preparare l'istruttoria tecnica relativa al rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale di circa 200 tra le maggiori aziende produttive italiane tra cui l’Ilva - l’ing. Bonaventura Lamacchia che dopo un articolo de 'L'Espresso' è stato sospeso dall'incarico dal ministro "per accertamenti amministrativi".
A fronte del disegno di legge della Giunta regionale pugliese per limitare sugli standard europei le emissioni di diossina a Taranto, il Ministro Prestigiacomo ha poi respinto le proposte di collaborazione del governatore della Puglia, Nichi Vendola, affermando che "Se questa legge passa, l'Ilva chiude in 4 mesi". Una proposta di legge su cui lo stesso direttore dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato, ha espresso grande soddisfazione: "Una legge seria, realistica, che pone fine ad una situazione scandalosa, unica al mondo. Perché l’Italia ha una legge scandalosa che non pone limiti alle emissioni" - ha commentato Assennato. "In qualsiasi parte d'Europa, Slovenia esclusa, l'Ilva fosse stata avrebbe dovuto chiudere o abbassare le emissioni" - ha spiegato il professor Assennato. "Soltanto in Italia esiste una legge con dei limiti così alti".
PeaceLink ha inviato una lettera al Ministro Prestigiacomo nella quale - dopo aver ricordato che la "proposta di legge pugliese prevede che le emissioni di diossina a Taranto rimangano sotto il limite in vigore già da tempo in Friuli Venezia Giulia" spiega al Ministro - attraverso una dettagliata scheda tecnica inviata anche agli organi di stampa - che esiste una tecnologia che "si può montare e far funzionare entro la fine del marzo 2010" anche all'Ilva e quindi "non è vero che l'Ilva chiuderebbe se venisse applicata la legge regionale". "Anzi, aumenterebbe il personale occupato per via di questo nuovo impianto da realizzare e gestire" - sottolinea PeaceLink. "Il problema è solo di volontà politica essendo i costi ampiamente ammortizzabili: del resto non si vede perché se ne debbano far carico le acciaierie nel resto d'Europa e non anche quella di Taranto". E dal quel momento il Ministro Prestigiacomo tace.