Iniziativa di alcuni studenti fuorisede tarantini

 Non vogliono essere fuori del coro per l'ambiente gli studenti fuorisede tarantini. Così ieri in oltre cento hanno preso parte all'incontro organizzato dai ragazzi dal centro sociale Clororosso nella ex scuola Martellotta. E per parlare di ambiente con dati scientifici alla mano hanno relazionato Roberto Giua, esperto di igiene ambientale dell'Arpa e Leo Corvace di Legambiente. Tra le proposte maturate durante il dibattito scaturito dopo gli interventi, quello di una serie di incontri sulla questione ambientale a Taranto da tenersi nelle principali città universitarie italiane che ospitano studenti fuorisede tarantini. «Sarà un modo per rendere tutti coscienti del problema inquinamento che vive la città», hanno detto gli organizzatori. «La grande manifestazione del 29 novembre è stata il segno più tangibile del movimento spontaneo che si è creato attorno alla questione ambientale», hanno poi spiegato i ragazzi che hanno pubblicizzato e organizzato l'incontro riferendosi alla marcia promossa da Alta- Marea. «A Taranto, città da tutti sempre considerata apatica e menefreghista si sono mobilitati oltre 15 mila cittadini, simbolo di una diffusa presa di coscienza che poco tempo fa non era neanche immaginabile. Sarà stata  l'attenzione dei media nazionali, la controinformazione dei singoli cittadini e dei diversi gruppi creatisi sul territorio o, specialmente, la tangibile insofferenza di chi da anni vive in una città avvelenata e che subisce sulla propria pelle gli "effetti collaterali" della grande impresa». Per gli studenti universitari fuorisede di Clororosso «è necessario dare continuità a quella manifestazione e a questo movimento cercando di allargarlo il più possibile anche su scala nazionale. Di qui nasce l'esigenza di coinvolgere anche chi vive lontano dalla propria città. Ci rivolgiamo quindi a tutti quegli studenti, lavoratori e precari fuorisede che, nonostante la distanza dalla propria terra, vogliono partecipare a questo processo di rinascita verso cui la nostra Taranto si sta lentamente avviando » . La legge regionale che riduce gradualmente dal primo aprile 2009 le emissioni giornaliere di diossine «è si un passaggio importante ma non esaustivo visto l'atteggiamento del Governo e del ministro dell'Ambiente Prestigiacomo » - dico tra l'altro gli organizzatori - «È arrivato il momento in cui tutti dobbiamo rimboccarci le maniche per riappropiarci della nostra città e del nostro futuro, proprio quel futuro negatoci che ha costretto tanti di noi a emigrare sia per formarci culturalmente lontano dalla nostra Terra che per trovare quel lavoro dignitoso che la nostra città ancora non offre». Studi scientifici evidenziano che a Taranto si si produce il 92% della diossina italiana e l'8,8 % d i quella europea. E la mortalità per tumore a Taranto, sin dagli anni ’70, risulta in percentuale più elevata rispetto al resto della regione. Per questo da più parti è richiesto il potenziamento del registro tumori, registro già previsto dalla Regione dal luglio 1997 ma mai compilato, per consentire una conoscenza più precisa dei dati epidemiologici. E, proprio in merito ai tumori, l’aspetto più importante della norma riguarda gli impianti già esistenti e in esercizio che alla data di entrata in vigore della legge dovranno adeguarsi ai valori limite precedenti secondo un calendario che prevede a partire dal 1° aprile del 2009 una somma di emissioni inquinanti nell'aria di 2,5 nanogrammi al metro cubo e soprattutto a partire dal dicembre del 2010 il limite di 0,4 nanogrammi al metro cubo, come per gli impianti di nuova realizzazione.

Zag(c)