Notiziario del Centro di Documentazione e Lotta 20-29/07/09


20 luglio 2009
PRECARI DI METV IN SCIOPERO Il Sole 24ore
Scendono in piazza i precari di Mtv. E' successo lunedì mattina, quando, circa 120 giovani lavoratori della rete televisiva si sono radunati con striscioni e bandiere in piazza Duomo, sotto la terrazza del celebre programma televisivo Trl (Total request live). E così, dove da anni si radunano quotidianamente schiere di adolescenti urlanti per incontrare musicisti e attori di fama mondiale, per la prima volta nella storia di Mtv Italia, sono stati i precari a radunarsi per manifestare. La direzione, a fronte di alcuni esuberi previsti, avrebbe chiesto loro di firmare una lettera in cui si sarebbero impegnati a dimenticare il loro passato a Mtv e quindi ad abbandonare l'idea in futuro di muovere cause legali nei confronti della rete, in cambio di un nuovo contratto a progetto o di ammortizzatori sociali. "A giugno la rete ci ha comunicato un esubero di circa 55 persone, 15 delle quali, inquadrate a tempo indeterminato e che quindi verranno spostate in altri settori - spiega Alessandro Spadavecchia, turnista assunto da Mtv quattro anni fa e che ora è a tempo indeterminato - ma per le altre al momento 40 non ci sono certezze. Nel mese di aprile sono già stati lasciati a casa circa venti ragazzi, cosa che ci mise in allarme. Alla nostra richiesta di spiegazioni però ci dissero di stare tranquilli. A giugno però chiesero a questi precari, tutti assunti con un contratto a progetto o a tempo determinato di firmare una lettera di conciliazione che azzerasse tutto il loro pregresso in azienda in cambio di ammortizzatori sociali o di un ennesimo contratto a termine". A questo punto sarebbe partita la trattativa con i sindacati. "Che però - continua Alessandro - si è interrotta venerdì, quando ci dissero che erano già pronti ad assumere nuovi precari al posto di quelli a cui sarebbe scaduto il contratto". Secondo i presenti alla manifestazione, i precari a Mtv sarebbero molti e impiegati a tutti i livelli e in tutti i settori. Il corteo, da piazza Duomo, si è poi spostato verso corso Europa, fin sotto le finestre di una delle due sedi milanesi della tv musicale. I ragazzi con le magliette della rete e le valige pronte per partire ricoperte di slogan, si sono radunati a chiedere l'attenzione dei manager della rete. Molti di loro, infatti, si sono trasferiti a Milano proprio per lavorare a Mtv e presto dovranno tornarsene da dove sono venuti.
 
23 luglio 2009
BARBARA CERAMICHE D'ARTE http://www.quotidianodelnord.it
C'è preoccupazione tra i lavoratori della Barbara Ceramiche d'Arte di Montale Rangone, riuniti l'altro giorno in assemblea con le Rsu interne e i sindacati dei ceramisti Femca-Cisl e Filcem-Cgil. L'azienda ha comunicato di avere problemi di liquidità a causa, sostiene, di un difficile rapporto con le banche. Questo ha fatto sì che gli stipendi di giugno siano stati pagati con grande fatica, mentre non ci sono garanzie per gli stipendi di luglio e agosto. L'azienda, inoltre, non ha ancora anticipato la quota a carico dell'Inps dell'ultimo trattamento mensile ai dipendenti in cassa integrazione straordinaria, così come previsto dall'accordo siglato in Provincia. Infatti, a fronte di una grave crisi che si protrae da due anni, dallo scorso mese di marzo la Barbara Ceramiche d'Arte usufruisce di una cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale, della durata di dodici mesi. Per i diciotto dipendenti in cigs è stata fatta immediata richiesta all'Inps di pagare i mesi residui direttamente ai lavoratori, i quali avrebbero così la possibilità di farsi anticipare l'indennità dalla banca, come prevede l'accordo tra la Provincia e Cgil-Cisl-Uil. Tuttavia i tempi lunghi dell'istruttoria si scontrano con le necessità urgenti dei lavoratori, che rischiano di rimanere senza reddito. La rabbia e delusione serpeggiano tra i lavoratori, che hanno sopportato molti sacrifici in questi ultimi anni e ancora si applicano con grande professionalità, pur in una situazione di enorme incertezza per il futuro.
Si terrà nella mattina di venerdì 24 luglio lo sciopero di quattro ore proclamato dai sindacati alla Simint di Baggiovara di Modena, la prestigiosa azienda del tessile-abbigliamento del gruppo Armani che dà lavoro a oltre 330 addetti Lo sciopero è stato indetto per protestare contro lo stallo delle trattative sul rinnovo del contratto aziendale, scaduto nel 2007. L'astensione dal lavoro fa parte di un pacchetto complessivo di otto ore e fa seguito allo stato di agitazione con blocco delle prestazioni straordinarie e delle flessibilità. Per domattina è previsto anche un presidio di lavoratori e sindacati davanti ai cancelli aziendali. Si tratta di una mobilitazione eccezionale in un'azienda come la Simint che non conosce scioperi dal 1994 e dove le relazioni sindacali sono sempre state corrette. Dopo otto mesi di trattative per il rinnovo del contratto aziendale e tre mesi di stallo sul salario variabile l'azienda continua a mantenere una posizione di rigidità sulla proposta salariale che non lascia spazi ad alcuna ipotesi di mediazione e di positiva conclusione della vertenza. Lo stallo si è creato sul salario variabile: a fronte di una richiesta di Femca e Filcem di miglioramento del premio, la proprietà è rimasta ferma su una proposta di 730 euro annui con aumento di soli 80 euro rispetto al premio di risultato degli anni precedenti. Si tratta di un'azienda solida sul piano della gestione finanziaria e con i conti in buona salute. Basti pensare che nel 2008 il margine operativo lordo dell'azienda è stato del 22,50 per cento (a fronte del 18,7 del gruppo Armani. I dipendenti Simint hanno contribuito alla realizzazione di oltre otto milioni di prodotti distinguendosi tra le società del gruppo Armani. Un prossimo incontro è previsto per il 30 luglio; se non dovessero giungere segnali di apertura i lavoratori sono intenzionati a proseguire nella mobilitazione.
 
27 luglio 2009
"Prima di arrivare alla messa in mobilità ci sono altri strumenti che possono consentire di superare la crisi tutelando nello stesso tempo sia i lavoratori che il sito produttivo". Lo ha affermato Francesco Ori, assessore provinciale alle Politiche del lavoro, al termine dell'incontro, che si è svolto nella mattinata di lunedì 27 luglio, tra i sindacati e i dipendenti dello stabilimento Italtractor Itm spa di Fanano. L'assemblea è stata convocata per fare il punto della situazione e discutere delle eventuali misure da adottare a seguito della richiesta di mobilità per 70 dei 120 addetti.
SERVIZIO DI SALVAMENTO: SCIOPERO http://www.quotidianodelnord.it
Su alcuni litorali del nostro Paese il servizio di salvamento viene svolto con distanze di 80 metri tra ogni postazione di salvataggio, e non 150 metri come avviene in provincia di Rimini. Inoltre in molte altre spiagge italiane l'attività dei marinai di salvataggio viene svolta da due salvataggi per torretta. Della situazione attuale ne fanno le spese i lavoratori che si vedono mancare un diritto ed i turisti che si vedono mancare una tutela alla loro salute. Ma sul tappeto c'è anche il problema del mancato rinnovo del contratto dei salvataggio , scaduto nel 2007 , che si dovrebbe rinnovare con un adeguamento del premio di anzianità, in media, di 30 euro al mese, su una retribuzione che ammonta a 1.500 euro al mese per i circa 200 marinai di salvataggio riminesi. Infruttuosi i due vertici in prefettura del 17 e 27 luglio tra la Filcams della Cgil di Rimini in rappresentanza dei marinai di salvataggio della Provincia, le Cooperative ed i Consorzi dei Bagnini della Provincia, s'è arrivato allo strappo finale: i marinai di salvataggio della Provincia di Rimini , che l'anno scorso erano pronti a proclamare lo sciopero per il giorno di Ferragosto, quest'anno incroceranno le braccia l'8 e il 16 di agosto, creando disagi non solo ai bagnini ma anche ai bagnanti.
Fim, Fiom e Uilm di Forlì, la Rsu e l'Assemblea dei lavoratori de "La Micromeccanica" hanno lanciato un appello alle Istituzioni Locali e alle associazioni di impresa del territorio affinché, anche attraverso la convocazione del Tavolo Istituzionale di Crisi, sia avviato un monitoraggio delle possibilità e delle soluzioni imprenditoriali necessarie per mantenere il sito industriale e i posti di lavoro de "La Micromeccanica". "Crediamo infatti - scrivono in una nota i sindacati - che l'utilizzo in questi mesi degli ammortizzatori sociali (è stato concordato un nuovo periodo di ricorso alla Cassa Integrazione Ordinaria fino al 23 ottobre 2009, ndr) debba essere accompagnato dalla messa in atto di tutti i tentativi possibili per vagliare ed eventualmente costruire soluzioni di tipo imprenditoriale e industriale che garantiscano un futuro allo stabilimento di Viale Bologna". Il sindacato e i lavoratori in difesa della Micromeccanica hanno manifestato davanti la sede della provincia di Forlì-Cesena, in piazza Morgagni a Forlì.
COOPERATIVA SETTELAGHI: LAVORATRICI SENZA STIPENDIO http://www3.varesenews.it/
Sono circa 60 persone. Tutte addette alle pulizie in alcuni istituti superiori della provincia. Tutti impiegati dalla Cooperativa Sette Laghi che, dal 2004, vede reiterarsi un appalto di pulizie, accettato inizialmente a costi contenuti in modo provvisorio in attesa di un appalto regionale stabile. Oggi, queste lavoratrici si sono presentate fuori dall'Ufficio scolastico provinciale, per chiedere nuovamente il pagamento degli stipendi di maggio e giugno. Non si tratta della prima protesta: della loro situazione si era discusso il 16 luglio scorso in Prefettura, davanti al viceprefetto Del Prete: le lavoratrici della Sette Laghi, addette alle pulizie in 21 istituti del varesotto, lamentano il mancato pagamento di due mensilità. Il pagamento, però, non avviene perchè la cooperativa attende dallo Stato l'adeguamento Istat del compenso pattuito 4 anni fa. Si tratta di circa 200.000 euro, proprio la stessa cifra che la Cooperativa è stata chiamata a pagare all'Inps per mettere a posto i contributi delle lavoratrici. Senza quei fondi statali, la Sette Laghi non può saldare il suo debito previdenziale e accedere così alla possibilità di dilazionare il restante debito, recuperando i fondi per pagare i dipendenti. Questa mattina, dunque, le lavoratrici, accompagnate dai rappresentanti sindacali di base, si sono presentate in via Copelli chiedendo spiegazioni. L'assenza per ferie del Provveditore Merletti ha probabilmente allungato i tempi di attuazione di quell'accordo. In mancanza di un referente istituzionale, si è preferito telefonare all'Ufficio regionale dove il dirigente incaricato Yuri Coppi ha scritto una lettera che verrà diramata in tutte le scuole, chiedendo ai presidi di pagare direttamente le lavoratrici, sulla base ddell'intesa raggiunta con il vice Prefetto. Il debito contratto dai 21 istituti si aggira sui 1300 euro a dipendente: le lavoratrici, infatti, guadagnano una media di 650 euro al mese che, moltiplicato per 60, fa circa 39.000 euro.
 
28 luglio 2009
ALPI: CONTRATTO DI SOLIDARIETA' http://www.romagnaoggi.it/
Contratti di solidarieta' (con 80% di copertura Inps delle ore non lavorate) alla Alpi di Forli'-Cesena, leader nella produzione di impiallacciature per mobili, colpita, come tante aziende, non nelle proprie quote di mercato ma dalla crisi globale. La decisione e' stata presa stamane nella sede di Confindustria al termine di un vertice al quale hanno partecipato il direttore del personale Alpi Gian Franco Piolanti e i sindacalisti Angelo Rossi (Feneal-Uil), Vanis Treossi (Filca-Cisl) e Paride Amanti (Fillea-Cgil). I dipendenti della Alpi avevano gia' dato mandato positivo ai sindacati il 22 luglio scorso.
MECCANICA FINNORD http://www3.varesenews.it/
Nota del delegato delle Rsu della Fiom Cgil Diego Gennarino in risposta a lega Nord e Pdl Riceviamo e pubblichiamo
Buongiorno sono a rispondere alla lettera pubblicata il 20-07-2009 da parte del Pdl e della Lega Nord riguardo la crisi di Meccanica Finnord. In quanto rappresentante dei lavoratori spero che la mia lettera venga pubblicata. per qualsiasi delucidazione sono a vostra disposizione. Leggo oggi con deprorevole disgusto lo scontro politico in atto all'interno del comune di Jerago con Orago. Come rappresentante sindacale dei lavoratori della Meccanica Finnord mi sento di affermare che strumentalizzare la crisi che ha portato l'azienda ad aver utilizzato ad oggi 40 settimane di cassa integrazione ordinaria e dove si prospetta un futuro tutt'altro che roseo per i lavoratori visto i possibili esuberi annunciati da parte dell'azienda non è una mossa degna di nessuna fazione politica che si rispetti ,inscenare il gioco di chi è stato il più bravo o il più tempestivo, visto che mi sento di ricordare che i lavoratori sono in cig da 40 settimane e non da due giorni. Vorrei capire allora dove è stata questa grande tempestività che il PDL e la LEGA vanno a riportare nella lettera aperta pubblicata il 20-07-2009 pubblicata su VareseNews. Per fare una piccola cronistoria volevo ricordare che è stata la RSU aziendale FIM e FIOM a chiedere un incontro con il sindaco Giorgio Ginelli a cui è stata espressa la preoccupazione riguardo l'andamento di Finnord e se ci fosse stata la possibilità di chiedere in provincia o in regione una proroga di ulteriori 52 settimane di cig.Il sindaco di tutta risposta aveva garantito che al forum sulle prospettive per le piccole e medie imprese che si sarebbe tenuto il 15 giugno a Jerago avrebbe portato il caso di Finnord all'attenzione degli autorevoli ospiti pervenuti in sala. Tutto questo non è mai accaduto e per di più il sindaco non è riuscito neanche a far partecipare alla serata alcun rappresentante dell'azienda. Sarebbe meglio che prima di sventolare falsi successi sia la LEGA NORD che il PDL si interroghino realmente sul loro operato, perchè i 360 lavoratori sono stufi di una propaganda che serve solo per puri scopi elettorali. Come rappresentante dei lavoratori mi sento di ringraziare sia da parte di tutta la rsu sia da parte dei lavoratori il circolo del PD di Jerago che è riuscito a portare alla stampa il problema della Meccanica Finnord dando L'attenzione che merita il futuro incerto di 360 lavoratori. Per la RSU Diego Gennarino FIOM CGIL
 
29 luglio 2009
ATITECH: LAVORATORI IN LOTTA A CAPODICHINO http://www.affaritaliani.it
Scontri all'interno dell'aeroporto di Capodichino tra i lavoratori dell'Atitech, società che si occupava della manutenzione della flotta aerea dell'ex Alitalia, e la polizia in assetto antisommossa. Tensioni che hanno mandato l'intero aeroporto di Napoli in tilt. Gli agenti sono intervenuti per spostare una quarantina di manifestanti che dalle 11 di questa mattina blocca 12 banchi di check-in Alitalia e AirOne. I lavoratori, che rivendicano lo stipendio di luglio e chiedono garanzie per il futuro, alla vista dei poliziotti in assetto antisommossa si sono sdraiati a terra. Durante i tafferugli uno dei lavoratori ha accusato un lieve malore, perdendo i sensi. "Anche se siamo stati caricati dalla polizia non ce ne andiamo", ha detto Pasquale Lione, segretario di Napoli della Ugl Trasporti settore aereo. Tre i voli Alitalia - Air One che stanno subendo ritardi a causa della protesta: nello specifico quelli diretti a Milano Linate, Roma Fiumicino e Milano Malpensa. In ritardo anche il volo effettuato da Alitalia in partnership con Air France e diretto a Parigi. Tre giorni fa i dipendenti avevano bloccato la via d'accesso all'aeroporto dalle 12.30 alle 18. La protesta era stata interrotta per la convocazione di un vertice in prefettura, che non ha dato gli esiti sperati: nessuna garanzia sugli stipendi di luglio in assenza di una trattativa di compravendita della società.
Sciopero di otto ore e attività bloccate, ieri mattina, presso lo stabilimento Nalco di Cisterna di Latina. La multinazionale che produce e commercializza additivi chimici per uso industriale, una realtà storica nel territorio cisternese, da tempo ha fatto scattare l'allarme relativo a una crisi che ormai non sta risparmiando nessuno, coinvolgendo per intero il territorio locale. Lo scorso 4 giugno la Nalco aveva annunciato l'esubero di ventuno unità, che farebbero seguito allo stop nei confronti di altri quattordici lavoratori impegnati nelle attività aziendali, ma in forza a una società interinale. Una scelta dettata da un progetto di ridimensionamento generale. Ma c'è chi non ne capisce i motivi, stando ai numeri di produzione: si è passati da una produzione mensile di 650 tonnellate a circa 1100 tonnellate, numeri in netto contrasto con quanto richiesto dalla società. Anche perché, se andassero a casa le ventuno persone richieste dall'azienda, chi farebbe la produzione che comunque è cresciuta? La proposta CGIL prevede la mobilità per tredici persone che hanno i requisiti necessari ad uno scivolamento pensionistico. E la "salvezza" per le altre nove persone. E' stato chiesto un incontro, ma finora non c'è stata nessuna risposta in questo senso. Uno sciopero per sensibilizzare alla soluzione del problema, o quantomeno ad ottenere un incontro con la dirigenza, è sembrato d'obbligo. E così è stato ieri mattina
MANIFESTAZIONE LAVORATORI ITALTRACTOR DI POTENZA http://www.basilicatanet.it/news
Questa mattina i lavoratori dell'Italtractor di Potenza, che presidiano da giorni lo stabilimento, stanno partecipando alla manifestazione organizzata dai sindacati confederali e di categoria. Il corteo è partito dal piazzale antistante lo stabilimento, per arrivare al Palazzo della Giunta regionale dove i manifestanti hanno chiesto di essere ricevuti dal presidente Vito De Filippo. "I lavoratori chiedono il rispetto degli accordi siglati dal sindacato, la proprietà dell'azienda, la Confindustria, nei quali si leggeva a chiare lettere l'impegno ad evitare la perdita di posti di lavoro. Il sindacato e i lavoratori, rivendicano il rispetto degli accordi e l'osservanza delle più basilari regole di relazioni sindacali. L'azienda, infatti, con la lettera di mobilità per 190 lavoratori, peraltro in presenza di una procedura aperta di cassa integrazione ordinaria, ha compiuto un atto irresponsabile, indecente che lede la dignità dei lavoratori.
Il Governo regionale deve assumere una posizione forte e chiara, pretendere il ritiro dei licenziamenti da azienda e confindustria. I sindacati e i lavoratori metteranno in campo tutte le azioni di lotta necessarie per tutelare i diritto al lavoro, al salario, alla vita".
Le Rsu e i lavoratori dell'Italdata hanno proclamato una giornata di sciopero per oggi contro l'incerta prospettiva occupazionale e contro l'assenza di un adeguato piano industriale per fronteggiare la crisi che ha investito l'azienda. Il sindacato e i lavoratori ritengono inaccettabili i metodi autoritari e poco trasparenti dei dirigenti della Siemens che hanno respinto ogni ipotesi avanzata dalla Rsu per una gestione più equa della Cigo e per un piano di rilancio condiviso e non imposto. La mobilitazione di oggi davanti alla sede della società sarà solo il primo momento di lotta.