Se la devo dire tutta , devo ringraziare questi nostri tecnici
ministri che almeno un merito ce l'hanno. Mi stanno facendo imparare
l'inglese. Il mio professore di inglese mi diceva che per imparla lingua occorreva imparare almeno due vocaboli al giorno.
Il termine "choosy" per me era completamente estraneo. Grazie alla
ministro con la lacrima sul viso , ora conosco un termine in
più.
Ma la di là del dileggio, veniamo alle cose serie.
E' evidente che i signori che ci governano, tutti senza distinzione
di colorazione di facciata sono lontani dal mondo reale. Asor Rosa
diceva qualche decennio fa "le due società" Ma qui siamo in due
mondi diversi, anzi in due universi paralleli. Io capisco la
ministro dalla lacrima sul viso. Lei frequenta un mondo
fatto di giovani privilegiati, il suo mondo. La figlia, la figlia del suo collega,
gli amici della figlia. Insomma quel mondo li, fatto di gente che
ancor prima di nascere già hanno la carriera assicurata. Loro che
guardano a quel mondo e che hanno questi punti di riferimento è
chiaro che parlano di "bamboccioni" di "sfigati" , di
"schizzinosi", e pensandoche tutti i giovani siano nelle stesse condizioni di partenza. Gli
esempi che hanno di fronte sono di questo tipo. La figlia e l'amica
della figlia finita l'università vogliono un posto adeguato al loro
mondo, e quindi loro si che fanno i "bamboccioni" o gli " choosy". E
questo il loro atteggiamento di fronte al loro primo impiego. E'
normale.
Perché altrimenti non si spiega come la ministro prenda cantonate
una dietro l'altra. Se avesse non dico frequentato l'altro mondo ,
ma appena appena si fosse informata dell'esistenza di un altro mondo
certamente di queste gaffe non ne avrebbe fatto. Infatti un indagine
dell’Istituto Toniolo svolta tramite l’Ipsos( http://www.istitutotoniolo.it/)
su 9mila giovani-adulti tra i 18 e i 29 anni, quasi la metà di chi è
occupato percepisce uno stipendio considerato inadeguato e oltre il
45 per cento ha accettato un’attività al di sotto dei propri livelli
di formazione
Percentuale di insoddisfatti connessi alla loro attività lavorativa
Se poi si analizza, per chi ha almeno una esperienza lavorativa alle
spalle, il motivo di perdita del primo lavoro, per quasi la metà dei
casi la causa è la scadenza del contratto (46 per cento) e comunque
meno del 15 per cento risulta aver lasciato perché insoddisfatto del
lavoro senza avere altre alternative.
Cose si evince, dunque , dai dati statistici e non da impressioni, o
da propaganda le cose stanno un po diversamente da come ce la
racconta la ministra dalla lacrima sul viso.