Chiacchiere e Falsità a Taranto


Il magistrati ( il gip) in questi giorni, ore, dovranno decidere se impugnare il decreto " si alle morti" del Governo approvato da tutte le forze politiche, nessuna escluse. Gli operai intanto a causa del tornado, riaccendono una vecchia vertenza , mai accolta dai sindacati aziendalisti, di effettuare investimenti in direzione della sicurezza e non solo per il profitto. Dotare cioè le gru del porto di strumenti  radiocomandati, in modo da guidare le gru stando a terra e non sui gabbiotti delle stesse. Il materiale intanto rimane a terra. Delle otto gru adibite allo scarico del minerale, soltanto una, venerdì sera, ha ripreso a funzionare attraverso l'ausilio di un radiocomando . Una seconda gru ha ripreso a funzionare  sempre attraverso il radiocomando, mentre una terza dovrebbe ripartire a giorni. Il ricorso ai radiocomandi da terra si è reso necessario perché le cabine delle gru sono state divelte dal tornado , non perché vi è un problema di sicurezza come va vantandosi la UILM sopratutto sventolando la buona fede e la buona volontà dimostrata dall'azienda..

L'azienda ha annunciato il fermo dall'AFO 1 e con essa le batterie 5 e 6 della cokeria, e fa rientrare questi interventi nei preannunciati investimenti di 400 milioni per la bonifica degli impianti. Falsità evidenti. L'AFO 1 ha già raggiunto la sua campagna di vita, ed era previsto già da tempo il suo spegnimento e il suo rifacimento. in quanto tutti gli altoforni hanno un periodo massimo per marciare. Lo spegnimento di questo impianto,uno dei più vecchi e più piccoli era già previsto Una normale manutenzione ai fini produttivi lo fa passare come intervento straordinario di bonifica!   Le forze sindacali e governative danno il merito di questa decisione alla prescrizione inserita come prescrizione nell'Autorizzazione integrata ambientale (AIA). In realtà l'AIA ha solo copiato quella che era una già annunciata necessità impiantistica

Intanto il gip Todisco potrebbe depositare la decisione sull'istanza di dissequestro del prodotto finito e semilavorato coils e lamiere (un milione e 700mila tonnellate di acciaio, valore 1 miliardo di euro) al quale sono stati posti i sigilli il 26 novembre. La procura ha dato parere negativo, sostenendo che la produzione è stata realizzata con gli impianti sotto sequestro senza facoltà d'uso e quindi "contra legem". Di conseguenza, per i pm non si può invocare il decreto legge del governo per tornare in possesso di quei beni perché il provvedimento è entrato in vigore il 3 dicembre e non avendo la legge effetto retroattivo, solo dal 4 dicembre la produzione è legittima. Ma potrebbe anche impugnare il decreto legge sollevando l'eccezione di incostituzionalità, mentre la Procura potrebbe fare ricorso sollevando il conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato. Insomma una partita a tutto campo fra la magistratura che , ancora una volta, supplisce a ciò che per naturalità delle cose dovrebbe spettare alla politica. Ma i partiti locali e nazionali, tutti immischiati in sporche vicende di malaffare e di connubio con il padron Riva tacciono e le forze sindacali  e vaticane spingono per spegnere i fuochi accesi della protesta e della indignazione popolare e dei lavoratori.