Sempre la solita solfa


Mi chiedevano , Taranto è lo specchio di questa Italia, ma forse a Taranto qualcosa si muove.....
A Taranto c'è solo morte e disperazione. Speranza di crescita, fermenti, ma il tutto è arenato dalla mancanza di capacità di organizzazione . Si certo! c'è fermento. C'è il comitato di cittadini e lavoratori, c'è stato il maggio Tarentino , ci sono i giovani che vogliono fare. Poi però i giovani emigrano per campare, e i meno giovani combattono nel ricatto fra l'esigenza di dar da vivere alla famiglia fra diossina e inquinamento. La speranza è morta come è morto Dio! Dio da Eboli è sceso giù a Taranto, ma qui ha trovato la morte,

Tutti morti viventi , morti che camminano, vivono sapendo che il giorno dopo potrà toccar a loro! Ogni piccolo scompenso, ogni piccolo sintomo lo nascondono, prima a loro stessi. Dal medico vanno solo per l'aspirina, o per lo sciroppo. Meglio vivere nell'incoscienza che scoprire che quel che è capitato all'amico, al conoscente, al parente è capitato anche a lui. Capitato, si perché ormai scoprire di avere il tumore è come il gioco della fortuna, la roulette della vita. La cernobyl del Sud! La pallina può fermarsi sul rosso o sul nero. Questa volta l'ho scampata, proviamo al prossimo giro! E intanto indossi la tuta e entri nella fabbrica della morte. Qui si può o morire lavorando o lavorare per morire . Si certo ognuno, tutti  devono , dobbiamo  morire, prima o poi. E' questo che diceva il parroco della parrocchia di Gesu' Divin Lavoratore sui Tamburi. per dare speranza e porgere l'altra guancia e intanto intascava la mazzetta del buon samaritano Riva. Opere di bene! era venuto a portare il buon bresciano rottamatore( lui si, vero rottamatore) E lavoro e progresso promettevano i vari personaggi politici locali, dai democristiani ai socialisti, quando la fabbrica era di Stato, forza italiota, fascisti e rifondaioli e sellini. Politici e sindacalisti, Cislini, cgillini, uillini. Tutti son passati da quegli scranni! Regionali e comunali e nazionali. E tutti, la sera ,passavano da via Appia , alla direzione dell'ILVA a intascar istruzioni e danari. Molto meno dei famosi trenta danari. Era una questua, una processione che durava e dura da oltre quarant'anni. Ora sperano nei grillini che come i loro omonimi, cantano al sole , cantano e abbagliano. Ma quando arriverà l'inverno, perché l'inverno arriverà anche per loro, si rifugeranno nelle loro tane  e zittirano. Al massimo! Se non canteranno alla Luna come hanno cantato e cantano i loro compagni per mestiere!  Parlare? O si che parlavano , urlano dai palchi dei comizi, urla e vendetta per il vil padrone forcaiolo! E intanto si affannavano e si affannano a decretar e legiferar per soffocare le ultime speranze e glu ultimi respiri di speranza.