Le elezioni in Francia è una lezione per tutta l’Europa. Per
i partiti sedicenti socialisti o pseudo tali e quelli che nemmeno si dicono
socialisti, ma genericamente democratici e di sinistra. Leggi il PD nella sua
deriva Renziana.
In Italia a differenza
, non abbiamo partiti della destra revanscista e dichiaratamente fascisti come
in Francia. Noi c’abbiamo Grillo che avanza e soverchia. C’è un altro elemento
che in apparenza fa la differenza con la Francia. Il fenomeno Renzi che è
appena agli inizi e non ha preso, ancora, le sue prime batoste di fronte alla
realtà . Gli italiani sono ancora imbambolati dalle strombazzate renziane,
dagli show mediatici e televisive e il sogno renziano durerà ancora per un po’,
elezioni europee comprese. Il risveglio sarà da qui a qualche mesata buona. Nel
frattempo Renzi trema e imprimerà una accelerazioni sulle cosi dette riforme
che nulla hanno a che fare con la crisi , con la mancata crescita, con l’uscita
dal debito pubblico ammesso che sia
questo il vero problema. L’eliminazione del Senato, gli 80 euro in busta paga,
il Job Act ventilato come toccasana per il lavoro ai giovani e contro la
disoccupazione, la supposta schiena dritta italiota sulla polemica dei decimali
rispetto al 3% del rapporto deficit/PIL( sapendo di fare solo “ammuina” ,facendo
finta di non sapere che entro il 2016 l’Italia ha firmato che deve far
rispettare il pareggio di bilancio e anzi avere un avanzo dello 0,2%) terranno
banco, insieme alle cortine fumogene dei
compensi ai supermanager( e finirà che teoricamente si avrà il tetto agli
stipendi , ma la mano libera per bonus, rimborsi spese i fuori busta insomma.
Si cambia tutto per non cambiare nulla) , alle polemiche contro i sindacati (
sedicenti tali e ormai solo un peso anche per i padroni. Tant’è che ha
dichiarato la fine della concertazione da destra eliminando anche il CNEL che
di quella era un pilastro) , saranno i temi martellanti su tutti i mass
media nei prossimi mesi e mano a mano che questi saranno approvati verrà evocata enfaticamente e con termini trionfalistici la “rivoluzione italiana del
fare” , un “cambiamento epocale” e via su questi toni!. Tutto questo attenuerà
la flessione del PD (ma sarà la retorica e la dialettica iperbolica a far
passare la sconfitta per vittoria, la perdita di voti per un successo
elettorale.) la barca dei voti dei grillini e quelli dell’astensionismo.
Tutto questo non potrà cambiare la tendenza in atto in tutta
l’Europa. La sconfitta culturale della sinistra cosi detta antagonista sul
piano istituzionale, anzi la sua scomparsa, il peso sempre meno incisivo dei cosiddetti
partiti democratici o della sinistra istituzionale e l’avanzare dei partiti
populisti antieuropeisti e nazionalisti, della destra finanziaria e politica e il peso sempre maggiore della Germania della
Merkel.