La strategia mediatica e comunicativa è un insieme di
vecchie tecniche e di linguaggio diretto. Berlusconi una volta ebbe a dire( e
lui di tecniche comunicative se ne intende) che quando si invita una donna ad uscire con
te , non si chiede se vuole uscire, ma solo a che ora ti vengo a prendere? Si da per scontato che l’unica
alternativa è l’orario e si esclude la possibilità di un rifiuto. Non la formula
dubitativa, ma quella affermativa.
E prendiamo il nuovo guru oggi alla ribalta che a Berlusconi
deve dare molto. E’ stato il suo maestro e lui stesso è un avanzo del
berlusconismo.
Lo spunto è dato dalla polemica sull’abolizione del Senato. A
seguito del flebile sussurro contrario lanciato dall’attuale presidente Grasso.
Renzi gli ha risposto che chi è contrario alle riforme è per
lo status quo, è un vecchiume del passato che fa resistenza al cambiamento. Che
detto così fa molta presa soprattutto in chi vede il rinnovamento, lo
svecchiamento come unico percorso per uscire dall’impasse. Da un lato i
progressisti, gli innovatori, cioè lui; dall’altro chi si oppone , il vecchio,
il passato.
Ma Grasso non aveva detto che non voleva il cambiamento. Ma che
era contrario a quel tipo di cambiamento
Il problema non era se cambiare , ma come cambiare!
Ma Renzi , glielo hanno insegnato bene, sa bene che se fosse
entrato nel merito della discussione si sarebbe impelagato e si sarebbe
smontato l’antitesi fra il cambiamento e lo status quo. Non si può entrare nel
merito perché è come discutere per come e
se la signora deve accettare l’invito, questo lo si da per scontato per
inevitabile, per sicuro.
E così si può dire della sua “riforma” del lavoro. Il suo
Job Act. Di nuovo, di rivoluzionario in quel che propone non vi è nulla. Ichino
insegna, ma ancor prima l’eliminazione dell’articolo 18 di berlusconiana
memoria. Ancora lui , ancora qua le radici. I suoi opinion maker fanno in modo
che la tecnica comunicativa dia per scontato “ la novità” e la “rivoluzione
culturale” che è insita nel Job Act. Ma soprattutto che questo darà lavoro ai
giovani, che produrrà crescita e sviluppo e farà diminuire la disoccupazione e
che con questo usciremo dalla crisi. Si guarda bene dall’entrare nel merito tecnico,
nei numeri empirici, nelle teorie economiche che all’unisono dicono che così
non è , che tecnicamente è una balla. Ma soprattutto ammesso , per assurdo che
con questa precarizzazione espansiva e totalizzante si possa produrre effetti
benefici, ( la cazzata che sia l’offerta a far crescere la domanda) questa
potrà incidere di qualche punto decimale sulla disoccupazione! Noi oggi
viaggiamo invece su numeri a due cifre e la disoccupazione giovanile viaggia
velocemente sull’ordine del 50%! Ma la tecnica non è entrare nel merito, ma
solo dare per scontato l’annuncio sottinteso, senza che si sia verificata la
vericidità dell’ipotesi sottointesa. Che sia messa in discussione la tesi.
La realtà è che gli obbiettivi sia a livello istituzionale
sia a livello del mondo del lavoro sono entrambi diversi da quello che viene
venduto. Il mercato del lavoro deve poter avere sempre più numeroso l’esercito
di riserva , abbassare i diritti e il salario mette in concorrenza i lavoratori
, ne riduce la resistenza e la capacità di reagire, ne fiacca la volontà e
diventa più facile l’accettazione dell’ideologia del dominante Una sorta di sindrome di Stoccolma.
E per terminare l’opera si deve mettere a tacere per sempre la
rappresentanza prima sociale e poi politica. Per i sindacati confederali,” concertativi” si diceva una
volta prima sono stati ammaliati ,
addolciti, rendendoli partecipe e succubi della ideologia dominante ( si aveva
bisogno solo di una spinta, perché la caduta ce l’avevano di proprio) Ora li
hanno definitivamente cacciati dal proprio desco come cani rognosi. Finito il
loro compito di rappresentanza sociale ( fanno ormai da soli) tocca loro solo
il compito di disbrigo di pratiche amministrative, sindacati di servizio, funzioni
di padronato. Peri sindacati conflittuali e per il dissenso sociale, poi, è
partita la campagna , la nuova caccia alla streghe che vede il dissenso
associato al terrorismo. Che fa tanta scena e presa sul consenso sociale!
Sul lato della rappresentanza politica, questa scomparirà
per far posto solo all’elite , al governo dei saggi, a pochi eletti ( non nel
senso di stati eletti, ma eletti per censo e “competenze”). Scomparendo le
assisi di rappresentanza, Senato, Province, aggregazioni di mega comuni , le
città metropolitane, rimarrebbe solo la Camera dei deputati. Qui si potrà entrare solo per cooptazione ,
non eletti, ma nominati dai segretari di partito, e solo quelli, naturalmente,
che non rompono le scatole, e che sono “competenti”. D’altra parte non è stato
Squinzi che ha detto che anche le prossime elezioni europee dovrà essere
modificate per poter accogliere solo i “competenti” e non i rappresentanti.
Vi ricordate Hobbes ?
Il pactum subiectionis Un patto tra gli uomini, un contratto
sociale che stabilisca che si trasferiscano tutti i diritti naturali, tranne
quello della vita, ad una persona o a un'assemblea che gestiranno per tutti gli
uomini, con leggi che faranno rispettare con la forza, i diritti di natura.
Solo che in quello vi era una base, per quanto discutibile filosofica. Qui
invece c’è una necessità, una difesa di interessi personali, e di classe.