All’’indomani degli scontri del #12A parlai di ingenuità
politica del movimento ( di alcune frange di esso) e pressapochismo nel cercare
lo scontro fisico. Non che sono per il pacifismo dei cortei, ma lo scontro lo
si accetta se si è preparati militarmente e organizzativamente. Ci si organizza
nell’eventualità che ci sia. Non lo si cerca per se e fine a se stesso. E
infatti la polizia lo scontro lo ha cercato e quando è arrivato li ha inseguiti
fin oltre Piazza Barberini nonostante fossero in minoranza e soprattutto ,
circondati mentre quelli che lo avevano accettato lo scontro si erano dati a
gambe levate.
Provocazione, piano preordinato da parte della polizia?. E’ difficile
stabilirlo. Ma fatto sta che immediatamente i mass media hanno diffuso foto di
lancio di sanpietrini, di fionde, di palle di ferro che chi era presente alla
manifestazione non ha visto.
Poi veniamo allo
scontro del derby.
Fin dall’inizio parlai di scontro organizzato e preparato a
tavolino. Ora anche qua è difficile parlare di “infiltrati” o di colpo di mano
da parte della polizia. Sta di fatto che i sospetti sono molto forti e non è da
meno che quell’aria degli ultras dei tifosi da sempre sono in un rapporto “indecente”
con le forze di polizia in cambio dell’impunità e della libertà di agire
indisturbati negli stadi e fuori. E’ inutile stare a soffermarsi che le leggi
repressive ci sono , l’ingresso allo stadio super controllato per le gradinate
e tribune, gli striscioni vietati, come anche fumogeni e bombe carta. Questo
non impedisce che gli striscioni siano presenti sulle curve e che persino uno
scooter fu fatto entrare senza sapere come e nonostante telecamere e controlli,
nessuno fu inquisito. Nemmeno i responsabili dell’ordine pubblico.
Ho avuto la comprova che quello del derby era uno scontro
preparato perché sull’onda della riprovazione sarebbero scattati provvedimenti
repressivi, non per le manifestazioni sportive, quanto per quelle sociali politiche
e sindacali. Una vecchia storia, antica per il nostro paese.
Infatti puntuale è
arrivata , questa volta per bocca di Alfano, accompagnato dall’ala democrat
di Marino.
Naturalmente preparata e anticipata da una campagna di
stampa che partendo dagli scontri del derby si parla solo dei “violenti” delle
manifestazioni. E’ giù appellativi di terrorismo, di devastazioni, di incendi e
di spacca vetrine . Anche qui , almeno per le ultime manifestazioni tutto
inventato e tutto facente parte della coreografia folkloristica e
dell’associazione mentale “ manifestazione=violenza”
Ora Alfano, anche in prossimità delle votazioni che vedrà in
crescita esponenziale l’astensionismo e la protesta grillina, cerca di
catturare il consenso dei “moderati” annunciando misure e leggi draconiane, a
sproposito, in ogni caso. Perché o emanano decreti e leggi che mettono al bando
e anche pesantemente il diritto e la costituzione che ancora, per fortuna,
nonostante i saccheggi fatti, rimane li con le sue dichiarazioni di principio.
Oppure , appunto, sono solo annunci , che consentirà sul piano sostanziale
l’intervento da parte della magistratura piu embedded e della polizia a
reprimere e gestire il dissenso. Un esempio si è avuto, anche se i fatti sono
molto antecedenti ,ma che dice molto di quanto da lontano deriva l’esigenza,
con la sentenza a quattro mesi di reclusione per il giovane che aveva appellato
il celerino di “pecorella” . Il termine pecorella è stato associale a oltraggio
a pubblico ufficiale. Reato eliminato nel 1999 per manifesta
incostituzionalità e reintrodotto nel
2009 pensate un po’ da Alfano come ministro della Giustizia nel governo
Berlusconi IV
Si potrebbe discernere come il termine “pecorella” possa
rientrare nell’oltraggio, ma non è questo il luogo adatto.
Parlavo solo di annunci o di pesanti interventi sul piano
giuridico e costituzionale. Ma questi annunci e questi eventuali interventi saranno sconfitti e non avranno
seguito, se non spolverati di tanto in tanto, di caso in caso, perché
inadeguati a fronteggiare l’emergenza sociale che fa scoppiare le “violenze”
delle manifestazioni.
Parlavo con una giovane donna ucraina con due figli da
mantenere. Lei lavora in un call center 500 euro al mese. Alloggiava in una
stanza a trecento Euro, poi è arrivato l’aumento e fra una cosa e l’altra non
ce la faceva a pagare. E’ arrivato irrevocabilmente lo sfratto ed è stata
lasciata per strada con i due bambini. L’assistente sociale dice di lei che è
una brava e assidua madre e la sua “capo” sul lavoro dice di lei come di una
brava , solerte e diligente lavoratrice. Ora è stata costretta ad occupare una
casa in uno stabile di proprietà del comune e abbandonato.
Mi raccontava , disperata, ma cosa devo fare io per dare un
tetto ai miei due bambini? Se ho fatto qualcosa di male , ditemelo, e metterò
riparo, se ho fatto qualche mancanza fatemi pagare la pena, ma i miei due
bambini sono miei e io sono la loro madre e nessuno me li toglierà mai. Ma che
mai società è mai questa che lascia sola e nella disperazione una madre?
Alfano potrà mai con la DASPO o con qualsiasi altro
provvedimento repressivo cancellare la disperazione di centinaia di migliaia di
queste realtà?
La manifestazioni di queste disperazioni esplodono in
violenza o quando sono le forze dell’ordine che le vogliono, o quando la corda
alla fine si spezza. Ajvoglia agli epiteti di Grillo o alla fanfaluche di Renzi
o il mostrar i muscoli( di cartone) da parte di questo o quell’Alfano di turno.
La pacificazione è durata fin troppo.