Gli irriducibili ottimisti, quelli per cui la speranza è l’ultima
a morire, le anime belle, gli incantati, ora pongono tutte le loro fiducie su Cantore.
Ma cosa può il nostro uomo all’Avana?
Ben poco , dico io, e le avvisaglie si sono già viste ieri. Grasso certamente
non è uomo della cupola, ma dentro il sistema vischioso delle istituzioni. La
sua proposta di legge, scritte nelle sue migliori intenzioni, è stata
stravolta, annacquata resa innocua perché fotografava gli effetti, gli aspetti
visibili della realtà ma non la radice, il cuore, le cause della corruzione. Avendo
per cultura una formazione da magistrato egli non poteva sfuggire e vedere solo
la realtà e a perseguirla legalmente. Inasprimento delle pene, ripristino di
reati derubricati o depenalizzati in questi anni e via di questo passo.( http://www.riparteilfuturo.it/wp-content/uploads/2013/03/proposta-definitiva-GRASSO-anticorruzione.pdf)
La proposta dunque va dall’introduzione dell’autoriciclaggio all’inasprimento
della legge sul voto di scambio politico – mafioso, stabilendo che sia punito
anche chi offre un’utilità diversa dalla dazione in denaro. Integra nel nostro
ordinamento una fattispecie di reato che unifichi il riciclaggio e
l’autoriciclaggio. Il dibattito parlamentare e la legge che ne uscirà annacqua
e di molto gli aspetti repressivi e i concetti di legalità introdotti da quella
proposta, rendendo il tutto solo un salvalafaccia
rispetto a tutto quello che l’era Berlusconiana ci aveva riservato( e non riferito
al suo operato , ma solo per datare il periodo storico).
Cantore di questo, come di chiunque al di fuori da quella
logica, e di chi ha occhi per leggere senza occhiali di sorta, ha rilevato che
quella legge è solo l’ aspetto repressivo e non di quello della prevenzione" "per
l'ennesima volta la norma sulla concussione, si prova a intervenire sulla
prescrizione e si pensa a un falso in bilancio che non ha alcuna efficacia né
efficienza". Mentre la norma sull'antiriciclaggio, "così come scritta
in Senato, è inapplicabile perché prevede che ci sia nocumento all'economia,
meccanismo assolutamente vago". La strada giusta, osserva, sarebbe quella
di "occuparsi della corruzione quotidianamente e non quando si verificano
fatti come quelli dell'Expo".
Ad andare indietro nel tempo si possono ritrovare pari pari,
nelle critiche di Cantore molte somiglianze che quelle esposte da molti
operatori di giustizia, comunità che operano sul campo, gente che vive
quotidianamente la lotta contro la corruzione e la malavita organizzata e
quindi non stupisce le cose che ha detto. Solo i mass media ha esaltato la
meraviglia per quelle esternazioni!
E lo stesso Grasso, non dicendolo apertamente, ammette le veridicità
delle critiche, giustificandosi col dire che la legge è stata annacquata nel
corso dell’iter parlamentare. Ma “meglio
questo che niente”
Ora senza sottolineare la mia convinzione che per via
istituzionale la lotta alla criminalità e alla corruzione è impossibile. Prima
perché risiedono all’interno delle stesse istituzioni ( queste istituzioni) che
si vogliono difendere la radice e il nucleo. E non riferendomi solo ai
politici, ma a quel complesso di ramificazioni, intrecci, modus vivendi, e “senso
comune” per cui è “normale” per un vigile urbano chiedere la tangente o al
poliziotto pretendere immunità per i suoi reati commessi e al burocrate la
tangente e via via cosi su fino ai vertici. E questo lo sappiamo tutti perché
da tutti vissuto, saputo, ne abbiamo coscienza e conoscenza. Ma lo accettiamo come “normale” o
come “inevitabile”
Ma quando anche per
le anime “oneste” , anche per gli “uomini di buona volontà” intimamente
convinti di un percorso di onesta e di legalità si accetta il compromesso e si
dice “ meglio questo che niente” beh
allora vuol dire che la sconfitta è già presente, si è fatta strada nella loro
convinzione.
Cosa resterà di
Cantore?
Verrà nominato nel libro sei sogni, fra i nomi, insieme a
Borsellino, a Falcone e ai tanti uomini che convinti e determinati nella lotta
sarà lasciato solo , senza poteri reali, senza uomini e mezzi, con strumenti
annacquati e depotenziati. A lui non resterà fra qualche anno, nel silenzio e
nell’oblio lascare l’incarico per raggiunti termini di età( o qualche altra
scusa) con l’amarezza di non aver
portato a casa il compito che si era prefisso e con l’ultima ( non di
importanza , ma solo in ordine temporale) illusione. Forse gli lasceranno scrivere un libro dei
sogni ( o di denuncia) , magari portato a simbolo dai giovani e meno giovane in
qualche sporadica e commemorativa manifestazione.
Ma niente di più
Sono convinto di questa conclusione?
Sono convinto con la ragione, lo sono meno con la volontà!