Non ho mai creduto alla Globalizzazione o alla nascita dell’Impero.
Piuttosto vedevo le contraddizioni di questo paradigma nell’Internalizzazione
del Capitale con la sua trasformazione nella Finanziarizzazione e quindi nell’accentramento
dei poteri decisionali in piccoli simposi di “tecnici competenti” piuttosto che
nella democratizzazione decisionale dell’assemblea popolare dei cittadini dei
vari paesi nazionali.
E questo diventava , per me , sempre più evidente man
mano che leggevo la geopolitica nella contrapposizione e nella dicotomia fra
due poli sempre più tra di loro in contrapposizione. Se nel secolo scorso si
poteva parlare del terzo o quarto mondo povero rispetto ai paesi ricchi
occidentali e nella divisione del mondo politico tra il mondo capitalista e
quello del socialismo reale, le carte man mano si sono mischiate ma sul tavolino da gioco del mondo i giocatori
sono ancora in due. Da un lato i cosi detti paesi BRICS sempre più espansivi e crescenti
, sempre meno emergenti( come PIL e quindi come forza economica e di potenza invasiva)
dall’altra i paesi occidentali, sempre più decadenti in termini produttivi, ma
sempre più crescenti in termini di potere finanziario. Il mondo cioè e dal
punto di vista della divisione internazionale del lavoro, ha visto il capitalismo
finanziario da un lato e dall’altro il capitalismo produttivo. Un mondo, quindi,
sempre più bipolare e internazionalizzato. Qui si distribuisce il plusvalore attraverso la rappresentazione del valore nelle
sue svariate trasfigurazioni e maschere ( swap, future, derivati e prodotti
finanziari vari dove trovare la valorizzazione delle merci ecc ecc ) ,
plusvalore che altrove veniva prodotto e oggettivato nelle merci che invadono i
mercati senza barriere e senza limiti. Internazionalizzato appunto.
Naturalmente questo non è l’atto finale, ma solo ultimo in
ordine di tempo. E si arrivati ad oggi non con un solo passaggio, ma attraverso
varie contraddizioni, passaggi intermedi, accelerazioni e brusche frenate che
non sono certo finite, ma che lasciano intravvedere il possibile scenario
futuro. Basti solo ricordare la nascita dell’Unione Europea nata in contrapposizione
alla potenza commerciale USA e del Dollaro con la nascita dell’Euro. Moneta che
era la papabile ad essere considerata come moneta internazionale in
contrapposizione al dollaro. All’allargamento dell’Unione verso Est, lo
spappolamento operato verso i paesi del Patto di Varsavia e l’allargamento
della Nato iniziata con lo smembramento dell’allora Jugoslavia. Non sono da
meno i paesi dl Nord Africa terreno di
scontro fra i due blocchi. Occidente da un lato e Russia e Cina dall’altro a
spartirsi le aree di influenza e rompere lo status quo ante.
E se da un lato si parla( vocifera più che altro) del The Transatlantic Trade and Investment Partnership
TTIP noto anche come il
transatlantico zona di libero scambio , abbreviato come TAFTA patto economico commerciale fra Europa e USA per il libero
scambio commerciale.
Non si conoscono i dettagli di questo patto, ma si sa che la
Commissione Europea la sta mettendo a punto e non è una anomalia che in
campagna elettorale per l’Europa di questo patto nessuno dei politici candidati
ne abbia parlato( questo sempre più nell’ambito della concentrazione e della
de-democratizzazione dei poteri di cui sopra) . Dalle indiscrezioni si vocifera
dei limiti alle leggi che qualsiasi governo può passare a regolare o
pubblicamente eseguire nei vari settori economici, in particolare assicurativo
e bancario per favorire il libero commercio fra le due potenze economico. Tutto
questo insieme alla decadenza politica di
quel “sogno” europeista che vedeva la contrapposizione contro lo strapotere
americano disegna un futuro sempre più integrato fra questi ex blocchi con l’Europa
sempre più assoggettata al potere soprattutto militare oltre che economico e
politico. E all’interno dell’Europa i paesi PIGS e mediterranei sempre più
vassalli dei paesi dell’Europa centrale prima fra tutti la Germania.
Dall’altro si è saputo da alcuni giorni del patto fra Russia
e Cina che il clamore dei mass media ha ventilato come patto che interessa solo
la vendita del gas, ma non è cosi. Di storico la vendita di gas non ha nulla
visto che tratta di una quantità di gas annuo pari al consumo di circa la metà
di quello che consuma l’Italia nel periodo di calo dovuto alla crisi ( si parla di 38 miliardi di metri cubi di gas
all'anno contro un consumo annuo italiano di 70 miliardi di metri cubi nel 2013)
Di storico invece è l’aspetto nascosto o quasi dell’accordo trentennale. E cioè
l’aspetto politico fra i due paesi che
prevede anche accordi bilaterali di
politica estera e di mutualità . E visti gli sviluppi del caso Ucraina e del tentativo
di accerchiamento operato dagli USA e dall’Europa nei confronti della Russia questo
accordo ha una valenza prospettica ( l’accordo ha visto una accelerazione ,
ultimamente, visto che se ne parlava da oltre un decennio) e una valenza che va
oltre l’accordo energetico.
Quindi sempre più si delinea un quadro geopolitico che vede
due aree e nel mezzo i paesi poveri del
pianeta fonte di sfruttamento e terreno di prova di muscoli fra le due.
A leggere i fatti si ha una lettura tutt’altro che delineata
e soprattutto altro rispetto a quella
che ci disegnano e ci affabulano ogni giorno. Il mondo non è e non sarà come
quello che ci vogliono fra credere, ma soprattutto la crisi che ha dato i primi
segnali visivi nel 2008, non terminerà con la sempre più ventilata e sempre più
lontana “crescita”, ma disegna un mondo che mai sarà come
quello di prima. .