Dapprima ero lo Spread che faceva paura ed era il mostro da
sbattere in prima pagina. “Non si può. C’è lo Spread” ci raccontavano. Governi
sono caduti e governanti han ceduto la mano. Molta acqua è passata sotto i
ponti decine di miliardi di manovre, anzi dieri centinaia e decine di controriforme da macelleria
sociale son passate sotto la scure dello Spread e del debito pubblico. L’uno
alimentava l’altro e insieme davano l'alibi al ceto dirigente(sic) diquesto paese, ma non solo) per massacrare i lavoratori e ceto medio e medio basso. Che insieme prima gli uni e poi gli altri hanno e stanno pagando la crisi.
Oggi lo spread tra Btp e Bund tedeschi, cioè il
differenziale tra il rendimento dei due titoli decennali, è tornato a 133 punti
base, livelli che si erano toccati nello scorso settembre.
Tutti contenti
quindi!
Lo Spread è sceso, il mostro è stato sconfitto
apparentemente dall’annuncio dato dalla BCE di intervenire a sostegno e
acquistando Titoli di Stato e cosa è successo?
Il rendimento espresso dai decennali italiani sul mercato secondario è al minimo storico del 2,03%. Anche i Bonos
spagnoli sono interessati da questa corsa agli acquisti: ormai il loro
rendimento è stabilmente sotto l'1,9%, anche in quel caso a livelli mai visti. Nessun
merito della politica economica ( ma quale politica economica?) del nostro governo
quindi. Ma solo l’effetto dell’annuncio e anche dell’intervento concreto sui mercati
secondari di Euro freschi sfornati dalla BCE e che pagheremo salati perché
sempre danaro degli stati nazionali sono!
Ieri, il Tesoro ha piazzato 2 miliardi di decennali al 2,08%
di rendimento. Il paniere di titoli inclusi nell'indice del rendistato di
Bankitalia ora è all'1,7%. La stessa via Nazionale stima che una riduzione di
100 punti base dei rendimenti corrisponda a un risparmio di circa 0,2 punti
percentuali di Pil nel primo anno, di 0,4 nel secondo e di 0,5 nel terzo. Se
l'anno prossimo si confermassero i livelli delle ultime aste, rispetto al 2013
si potrebbe incassare a spanne oltre sei miliardi di risparmi.
Se…si potrebbero… ecc.
ecc.
C’è in questo speranzoso discorso una variabile che non si
tiene( o non si vuol tener ) conto. Se i rendimenti dei titoli scendono il tasso di rendita diventa
poco profittevole e quini poiché la logica che sotto intende il gioco
finanziario ( ma non solo) è trarre il massimo profitto a lungo andare quei
capitali andranno là dove li porta il maggior profitto. Cosa fa pensare che
rimarranno nei mercati dei Titoli di Stato? I successi e i bassi
rendimenti che ora sono venduti come "cosa buona", nel medio periodo
diventeranno cosa brutta e cattiva. Si riuscirà a piazzare tutti i Titoli e i
finanziamenti di cui gli Stati e soprattutto il nostro Paese ha bisogno? La
Germania e gli stati germanofoni per quanto tempo consentiranno alla BCE di
essere garante non solo a parole sul mercato secondario? I mass media parlano
di un recupero di 0,2 punti sul PIL a fronte di un PIL vicino allo 0 e un risparmio
di sei miliardi in tre anni a fronte di 80 miliardi di interessi passivi che
oggi paghiamo. Ma non sarà questa ventilata vittoria una vittoria di Pirro! E' questo un segnale di inversione di rotta o solo uno sbandamento , un zigzag rispetto alla tendenza pregressa? E
in ogni caso ammesso che tutte le ipotesi speranzose si avverassero tutte siamo
di fronte a risparmio non di tipo strutturale ma contingente e effetto di
interventi estranei al debito strutturale. La famosa crescita non si può basare
, ammesso che interventi di tipo monetario possano fare da elemento strutturale
, su queste basi aleatorie ed effimere.
Ma quando si è con l’acqua alla gola ogni “Ogni pizzicu gnorica” (Letteralmente:
ogni pizzico provoca annerimento della carne). E quindi farà campare per qualche
altro tempo questa compagnia da avanspettacolo in attesa delle Idi di Marzo