Non c’è dubbio che quel che appare all’opinione pubblica è
il “dinamismo” del presidente del Consiglio ( sono stanco di utilizzare termini
anglosassoni, quando abbiamo termini che indicano esattamente le cose a cui si
fa riferimento). Ma soprattutto il suo apparire, dire e mostrare. Dai social
forum alle TV . E indubbiamente il dire è mooolto superiore al fare.
Qualche dato per non sembrare che la mia sia solo idea
preconcetta?
Nei primi otto mesi 46
sono stati provvedimenti pubblicati in Gazzetta ufficiale e quindi divenuti
legge . Ne mancano altri 242 che
ancora oggi mancano all’appello. Erano
133 a giugno, 140 a luglio, 171 ad agosto. Di quei 46 ben 30 sono inapplicabili perché mancano ancora i decreti attuativi che
possano far diventare esecutivi quei provvedimenti.
Questo governo possiede di fatto una maggioranza bulgara sia
al Senato meno alla Camera. Con il patto del Nazareno non vi è decreto
ministeriale che non sia appoggiato dalle truppe di Berlusconi, sia
direttamente con il voto favorevole, sia indirettamente attraverso assenze,
voti astenuti, e trucchetti vari.
Questo non ha
impedito un altro dato che la dice lunga.
La richiesta del voto di fiducia e senza che vi sia stato
una apertura al dibattito parlamentare. Anche attraverso ricorso a norme e
pratiche (Canguro, Gigliottina ecc. ecc. ) poco
usuali e bel al di la della loro applicabilità e legittimità formale. ( La
Gigliottina , per esempio, prevista nei regolamenti del Senato, ma non alla
Camera , è stata utilizzata lo stesso dalla
Boldrini in maniera truffaldina)
In 8 mesi di governo ha chiesto la fiducia 12 volte alla
Camera e 12 volte al Senato (http://www.camera.it/leg17/557?fiducia=3)
Il 22febbrario c’è stato l’insediamento e il 26 marzo viene posta la questione di fiducia dal
Ministro per i rapporti con il Parlamento Boschi sull'approvazione, senza
subemendamenti né articoli aggiuntivi.
Un record raggiunto dal Governo Renzi.
Questo si è il fare ma che fare!
Per il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi è una
strada obbligata ed è «colpa del
bicameralismo».
Per Renzi la colpa è di chi «vuole trasformare il Parlamento in un set cinematografico», leggi
Movimento 5 stelle. Per l’opposizione, della fretta e della politica degli
annunci che rende confusi i provvedimenti.
Ognuno dice la sua, ma nessuno dice la verità
La realtà, a mio parere, è quello di troncare qualsiasi
discussione e quindi la possibilità di apportare modifiche ed emendamenti al
testo presentato dal governo. Un vero e proprio scorporo dei poteri
costituzionali Il Parlamento esautorato dalla sua funzione legislativa che deve
essere garantita anche in presenza di decreti legge e ridotto a solo camera di
vidimazione delle volontà del governo. Un esempio classico e l’attuale disegno
di legge denominato Jobs Act sulla quale si pone la questione di fiducia.
Ma già il disegno di legge è un atto di fiducia che il Parlamento
pone al governo affinché legiferare su una materia i cui paletti e confini sono
posti dal Parlamento attraverso la discussione in aula. Ma questa discussione
viene ad essere vietata ponendo l’ulteriore questione di fiducia. E il Governo
che si dà da solo ampio mandato.
E questa impressione, che non è solo impressione, si evince
dando uno sguardo disincantato e fuori dagli schemi propagandistici , senza
retorica per il passato, senza nostalgie per la repubblica che fu. Il potere
esecutivo è sempre più accentratore di un potere omnicomprensivo, un governo
del presidente , che fa, per il periodo in carica, senza possibilità di controllo
e di vigilanza da parte degli altri poteri costituzionali. Che è il fondamento di una Costituzione ispirata ai modelli di una democratica liberal borghese
Ora senza mettere in discussione la più o meno validità di
questo schema istituzionale, il “male” è che questo è avvenuto e sta avvenendo
in maniera silente, strisciante senza che vi sia stato un dibattito, una discussione, una volontà
chiaramente espressa dal “popolo sovrano” La Costituzione la si può cambiare e
l’impianto istituzionale anche, ma due possono essere i metodi “legittimi”. O
attraverso una rivoluzione; la nuova classe prende il potere e stabilisce le
nuove regole O attraverso un referendum popolare in cui si mette in discussione
l’intero impianto. In Francia quando si passo dalla IV alla quinta repubblica,
il generale De Gaulle pose a legittimazione un voto referendario. La nuova Costituzione fu approvata con il 79,25%
di voti favorevoli nella Francia Metropolitana il 28 settembre del 1959 E ci fu
il passaggio ad una repubblica presidenziale.
In Italia si è scelta la via piduista. Piano piano, dolce
dolce, un passo qua e un passo la, uno in avanti ed uno indietro, prima il
federalismo, poi il centralismo statalista, tutto il potere al popolo sovrano e
si smantellano le occasioni e i luoghi dove esprimere con il voto questo
potere, non più rappresentanti del
popolo, ma solo fiduciari di una oligarchia presidenzialista medievale ,
nominati da vassalli, valvassori. Da istituzioni figlie di una democrazia
borghese e liberali ad un potere presidenzialista medievale. E fosse “illuminato”
o “efficiente”!. Nemmeno a quello ci possiamo aggrappare!