A invocare il voto
popolare per abrogare la neonata legge elettorale sono Renato Brunetta di Forza
Italia, ma anche il MoVimento 5 Stelle e Sel.
Ecco uno dei tanti indizi per capire cosa è oggi diventata
la politica.
Il ricorso al referendum che oggi è ancor più difficile di
ieri, è talmente complicato , se riguarda una legge elettorale, che anche i più
raffinati costituzionalisti affermano che è quasi impossibile che possa essere
accettata dalla Corte. In quanto deve abrogare articoli, ma senza creare vuoto
di legge. Il che presuppone che a fondamento vi sia il concetto che la legge non
è poi tanto brutta ,....., ma solo emendabile qua e la e per aspetti formali. CHe può essere coerente per FI che l'ha votata al Senato , ma non certo per gli altri!
La conclusione è che
questa iniziativa che vedi caso accomuna FI con M5S e SEL che a sentir loro
sarebbero come il diavolo e l’acqua santa, dovrebbe portare a trovare un
accordo per eliminare passi che li accomuna.
Mi risulta evidente più una iniziativa propagandistica momentanea per giunta, che ad una iniziativa politica concreta e reale. E’ evidente , ma si stenta a percepire.
Mi risulta evidente più una iniziativa propagandistica momentanea per giunta, che ad una iniziativa politica concreta e reale. E’ evidente , ma si stenta a percepire.
Ma d'altronde l'approccio da ormai oltre vent'anni ad una
legge elettorale non è quella di consentire ai cittadini di essere
rappresentati , ma il corpus è la “governabilità”
Renzi ha avuto modo di affermare che “finalmente ora si sa chi il giorno
dopo governerà. Chi ha vinto e chi ha
perso“
Ma veramente oggi in Italia il massimo problema del Parlamento è sapere chi governerà il giorno dopo delle elezioni, Il tutto ridotto ad una partita di calcio ? o è la mancata rappresentatività del mondo politico e istituzionale rispetto ai cittadini?
Ma veramente oggi in Italia il massimo problema del Parlamento è sapere chi governerà il giorno dopo delle elezioni, Il tutto ridotto ad una partita di calcio ? o è la mancata rappresentatività del mondo politico e istituzionale rispetto ai cittadini?
E se a questo aggiungiamo l’esternazione di Salvini «anche con l’Italicum vinciamo noi» il
cerchio si chiude.
Come anche con il Porcellum, anche con l’Italicum lo spirito della legge elettorale e le diatribe fra gli uni e gli altri è ridotto alla semplice domanda “ che vantaggi ne traggo se applichiamo quella norma piuttosto che quell'altra? "Che me frega se sia costituzionale o meno, se sia democratico o meno che sia rappresentativo o meno. La cosa importante è che ne possa trarre dei vantaggi".
Come anche con il Porcellum, anche con l’Italicum lo spirito della legge elettorale e le diatribe fra gli uni e gli altri è ridotto alla semplice domanda “ che vantaggi ne traggo se applichiamo quella norma piuttosto che quell'altra? "Che me frega se sia costituzionale o meno, se sia democratico o meno che sia rappresentativo o meno. La cosa importante è che ne possa trarre dei vantaggi".
E qui il soggetto
travalica Salvini, ma è ciò che accomuna tutti i partiti o quel che si
identifica con questo termine. Ecco una delle ragioni per cui il Porcellum è stato duro farlo morire.
E questo, lo si intravede, ancor più che nel Porcellum, con
quel mischiare il sacro al profano, il misto di falsa proporzionalità senza
essere proporzionale, nel consentire a chi prende un solo punto di vantaggio di
dominare e di consentire di restare sul podio per tutta la durata del tempo. Il
tutto riducendo il corpo elettorale , che nello spirito di una democrazia è il
fondamento , il fulcro di tutta l’impalcatura, a semplice spettatore senza
volontà di decidere e scegliere, ma solo come gregge di pecoroni chiamati dal
pastore nel recinto di appartenenza.
A questo si aggiunge quel che è già realtà , la riduzione
del Senato e delle Provincie da istituti rappresentativi a semplice assemblee rappresentative
non del popolo, ma del potere costituito centralmente e la centralizzazione dei
Comuni a Città metropolitane , mega strutture dove il potere locale è succube e
vassallo di quello centrale e dove le
Regioni diventeranno solo enti inutili e registratori di quel che si decide
centralmente . Tutto questo per quel che riguarda l’accorpamento al
potere legislativo al potere esecutivo.
Questi aggiustamenti di tipo formale e costituzionale
rappresentavano “un must” per il potere. E Renzi lo ha più volte ribadito. Il cambiamento incomincia da queste riforme
Infatti in mancanza di queste, il potere è ricorso a forzature, complici
anche le figure costituzionali come il presidenti di Camera e Senato e del
Presidente della Repubblica, come per esempio il ricorso a decreti legge sempre
più spesso tanto da diventare una norma piuttosto che una eccezionalità ( un
record rispetto a tutte le altre legislature) e/o a disegni di legge governative auto
incaricatosi alle quali viene posto la fiducia con il contingentamento
della discussione anche applicando norme e prassi quantomeno illecite ( vedi il
canguro o super canguro) per sopprimere emendamenti e discussioni in aula. Vera e propria prassi per lo svuotamento del potere legislativo ed esautorazione verso il potere esecutivo.
E
questo solo riguardante il conglobamento del potere legislativo a quello
esecutivo
Si pensi a come si vuol ridurre la magistratura , attraverso
la norma della responsabilità civile che è una dei passi, e ai tentativi di rendere il potere esecutivo e le alte
cariche istituzionali esonerato dall’essere giudicato e quindi di fatto impunibili.
Questo alla lunga rende anche qui assoggettato il potere giudicante a
quello politico. E questo non attraverso la prassi che è , comunque, da sempre
praticata, ma anche sul piano formale e normativo.
Insomma la distruzione , in nome della democrazia, e della
modernità di uno dei pilasti fondanti della democrazia borghese nata dalla
rivoluzione francese. La separazione dei poteri che Russeau , Voltaire e i philosophes definivano alla base della
distruzione di una aristocrazia del potere.
La democrazia sostanziale presuppone anche la presenza e l’intermediazione
fra il sociale e il politico . L’anello di congiunzione che la rappresentanza
esclusivamente politica non completa. Intermediazione , cioè, dei fattori e
forze della produzione Capitale e Lavoro
che rendono quindi politici i rapporti di forza e lo scontro di interessi. La
mediazione di interessi, le camere di compensazione che acquistano quindi sostanza
voce e forza di rappresentanza nei confronti del potere politico. Anche qui si
è operato una forzatura smantellando o rendendo inutili e svuotati di
rappresentanza e di riconoscimento il ruolo di mediazione. Col presupposto che
solo il potere politico è in grado di rappresentare interessi di parte e di
trovare quale è quello preminente senza mediazione e cessione di governabilità
di interessi ( e quindi anche di dissenso e di disagio che è l’aspetto mancante
in questa visione. Mancante ma che può essere sostituita con la repressione e
la prevenzione repressiva. )
Che questa si possa chiamare democrazia ci vuole del
coraggio o della ignoranza demenziale. Non è sempre più , ormai, una democrazia autoritaria?
No! Non è una
dittatura cosi come siamo abituati ad associare al termine . Non c’è il duce
che sbaraglia anche i residui formali di una democrazia parlamentare e rappresentativa
tipici e fondamento di una democrazia anche formale. Questi formalmente
rimangono ancora vigenti e presenti, ma vengono svuotati e resi vacui e vuoti
sia di potere che di rappresentanza . Semplici notai che sottoscrivono ciò che gli
viene detto. Quindi formalmente democratica
Nella sostanza nella gestione e
accentramento del potere esecutivo però autoritaria
Non è un rischio o un pericolo . Siamo già dentro una democrazia autoritaria