In meno di 20 anni il divario con gli Stati Uniti è risalito al 62,6%, con la Germania al 35,1%, con la Francia al 12,2% e con la Gran Bretagna al 12%. Tradotto in termini più semplici: siamo tornati agli stessi livelli in cui ci trovavamo prima del boom economico
La stagione politica in corso non sembra essere diversa dalle altre che l’hanno preceduta. La propaganda che parla alla pancia del Paese (più che alla testa) regna incontrastata. Si guarda al dito (colpa dell'euro, dell'Europa e dei migranti) e non alla luna (incapacità di tagliare gli sprechi, di usare bene le risorse e di fare investimenti per migliorare la produttività). In queste condizioni il nostro declino non può che proseguire.
