Più aumenta il PIL , più aumenta la povertà per più persone
Mediamente la ricchezza prodotta in Ue e nei paesi interni è aumentata, ma..
questo progresso non è equamente distribuito, né tra i diversi paesi membri né, al loro interno, tra le diverse classi sociali. In 11 stati il coefficiente Gini, il principale indicatore con cui si misurano le disuguaglianze nella distribuzione dei redditi, è anzi aumentato dal 2012. E mediamente in Ue la situazione è rimasta sostanzialmente invariata.
La conferma che la lotta di classe promossa dalla classe degli abbienti ha dato i suoi frutti e i rappresentanti politici di questa classe ha fatto bene il suo compito storico. A questo si aggiunge la ritirata precipitosa, quasi il disastro per la classe lavoratrice e i meno abbienti i cui rappresentanti politici sono pressoché scomparsi e passati nel fronte dell'avversario.
Con un indice di Gini pari al 33%, l'Italia si attesta al di sopra della media Ue (30,1%), più l'indice aumenta più grande è la disparità nella distribuzione della ricchezza ed è uno degli stati in cui il valore è aumentato (+0,5 punti percentuali). Analizzando le dichiarazioni del 2021, vediamo che i redditi non sono equamente distribuiti nel nostro paese. Più della metà dei contribuenti (il 57%) dichiara di guadagnare meno di 20mila euro lordi l'anno. Quasi il 30% ne dichiara meno di 10mila. Mentre circa l'1% riporta guadagni superiori ai 100mila euro.
Ed è queste sono le fasce di reddito , fino ai 40mila , che saranno più penalizzati dalla prossima riforma IRPEF in procinto di essere varata e quella superiore ai 60mila quella più avvantaggiata a conferma della tendenza in atto da ormai una ventina d'anni.
Il dato interessante è che all'aumentare del PIL e dunque la ricchezza prodotta è aumentato anche la concentrazione della ricchezza verso l'alto, accompagnato questa dalle politiche fiscali che hanno accentuato questa tendenza insieme ad una politica non contrastante l'evasione fiscale concentrata nelle professioni autonome e sui profitti delle aziende insieme ad una caduta dei diritti e di una politica per liberalizzare il mercato del lavoro sia in entrata che in uscita
Che questa tendenza in atto da una ventina d'anni sta avendo una accelerazioni con questo governo è un altro dato di fatto!
