viene da rabbrividire per tutti i sentimenti di disprezzo, angoscia, ingiustizia. e rabbia di impotenza di fronte alla classifica che Milano Finanza ha fatto degli uomini più ricchi Paperoni italiani sempre più ricchi. Se rispetto allo scorso anno è di fatto immutato il podio della classifica dei possessori di grandi ricchezze borsistiche detenute a Piazza Affari, complice la buona verve dei loro titoli si è ulteriormente ampliato il divario rispetto agli altri colleghi in graduatoria. Numeri a due cifre di miliardi di profitti e patrimoni ricavati anche quest'anno
E tutto questo di fronte ad n dibattito allucinante e metafisico di fronte al taglio dei 800 euro ( non miliardi o milioni) ma di euro di reddito di cittadinanza con la motivazione che questa ricchezza non consentiva ai percettori a sentire la necessità di fornire valore aggiunto a costoro, oppure al dibattito surreale di un ipotetico salario minimo più supposto ,formale, immaginato che reale. E chi lo ha proposto che si dice di sinistra si dividono fra loro la proposta è di 9 o 10 euro all'ora, lordi e come e quando lo Stato( cioè sempre i lavoratori) dovrebbe rimborsare i paperoni di cui sopra quando i salari che pagano sono inferiori a tale cifra! Il tutto facendo finta che non esista in Italia il record del lavoro nero e dunque sconosciuto alla legalità . Che senso ha , dunque, una tale discussione irreale, se poi nessuno la rispetterà ,ammesso che arrivi in porto, e soprattutto nessuno la farà rispettare?
Intanto resta una sola cosa reale, La classifica dei ricchi con i loro profitti non da milioni , ma da miliardi!
E questa ineguaglianza è misurato con un coefficiente detto coefficiente di Gini che va da 0 ( tutti i redditi sono eguali) ( la massima diseguaglianza)
Nel mondo , questo coefficiente è tipicamente intorno a 0,25 (paesi del Nord) a 0,40 ( Paesi come la Cina e gli USA) L'Italia è tra gli ultimi paesi in UE( dati del 2021) con un indice dello 0,44 prima del prelievo IRPEF e il dato è destinato a risalire. La povertà assoluta, interessa il 7,5% delle famiglie (1 milione 960 mila in termini assoluti) e il 9,4% di individui (5,6 milioni di persone).
Questi dati se confrontati con la classifica di cui sopra sono solo benzina sul fuoco della raggia e dell'ingiustizia-
