Siamo i migliori in Europa, Finalmente una buona notizia verrebbe da dire.
Ma i meloniani, i maggiordomi mediatici del potere come mai di questo dato non ne parlano? Si deve sospettare che in questo caso il meglio non faccia bene saperlo troppo in giro?
Secondo i dati diffusi da Eurostat, l'ISTAT europeo, i prezzi del metano per i clienti domestici italiani sono tra i più cari di tutta l'UE e i più alti in assoluto di tutta l'area euro. E questo tenendo conto che lo "spread del gas" pagato da una famiglia italiana è di circa 450 euro (e questo senza considerare che il reddito medio tedesco e francese è più alto)
E qui è difficile sempre per i cerimonieri mediatici edulcorare questo dato, imbellettarlo, trovare discorsi e motivazione filosofiche e altisonanti, neanche prendendo in prestito colui che scrive i discorsi al ministro della cultura attuale, ( che ha dato prova di se ultimamente)
Basterebbe, infatti, controllare e analizzare come è composto il costo del gas. All'origine dell'anomalia italiana c'è soprattutto la pressione fiscale. Il costo della materia prima e dei servizi è infatti alto, ma "solo" del 18% più della media europea. A fare la differenza sono le imposte: su 125 centesimi al metro cubo, 44 sono di tasse. Più del doppio della media europea, che arriva appena a 16 centesimi.
Gran parte dello spread del gas è dunque fiscale. Ogni anno infatti una famiglia media italiana paga 475 euro. Impressionante la differenza rispetto alle altre grandi economie: i tedeschi pagano la metà delle tasse, i francesi un terzo, gli spagnoli un quinto e i britannici addirittura meno di un decimo.
E questo dato è destinato ad aumentare con la nuova legge di bilancio dove con una faccia tosta impressionante ci viene venduto che non vi sono stati aumenti di tasse. E di questa tasse che ne fa più le spese sono i lavoratori dipendenti e pensionati. Vi era qualcuno che aveva forse dei dubbi?
Vi ricordate le trombe trionfanti delle TV, mass media di giornali e cerimonieri di Stato anche e soprattutto le donne femminiliste, più che femministe, che in nome della parità di genere esultavano per la candidatura di una donna alla guida del governo? Un salto qualitativo e di progresso dicevano ed esultavano. Progresso e civiltà lo indicavano.
E' dunque il genere a fare della politica una politica diversa e migliore? E' il genere a cambiare il rapporto fra sfruttati e sfruttatori a declinare diversamente il rapporto di dipendenza fra Capitale e Lavoro?
E' in politica una questione di patriarcato o meglio di Maschilismo o questi non sono altro che effetti ideologici di una classe dominante ed oggi più che mai di una classe sociale piccolo borghese dominante?
E ancora è con il voto con la valenza che ha oggi questo strumento, una volta di cambiamento , che si può ribaltare la classe politica dominante e il suo rapporto con la cosidetta società civile e il rapporto economico e di potere fra le classi?
Ma i meloniani, i maggiordomi mediatici del potere come mai di questo dato non ne parlano? Si deve sospettare che in questo caso il meglio non faccia bene saperlo troppo in giro?
Secondo i dati diffusi da Eurostat, l'ISTAT europeo, i prezzi del metano per i clienti domestici italiani sono tra i più cari di tutta l'UE e i più alti in assoluto di tutta l'area euro. E questo tenendo conto che lo "spread del gas" pagato da una famiglia italiana è di circa 450 euro (e questo senza considerare che il reddito medio tedesco e francese è più alto)
E qui è difficile sempre per i cerimonieri mediatici edulcorare questo dato, imbellettarlo, trovare discorsi e motivazione filosofiche e altisonanti, neanche prendendo in prestito colui che scrive i discorsi al ministro della cultura attuale, ( che ha dato prova di se ultimamente)
Basterebbe, infatti, controllare e analizzare come è composto il costo del gas. All'origine dell'anomalia italiana c'è soprattutto la pressione fiscale. Il costo della materia prima e dei servizi è infatti alto, ma "solo" del 18% più della media europea. A fare la differenza sono le imposte: su 125 centesimi al metro cubo, 44 sono di tasse. Più del doppio della media europea, che arriva appena a 16 centesimi.
Gran parte dello spread del gas è dunque fiscale. Ogni anno infatti una famiglia media italiana paga 475 euro. Impressionante la differenza rispetto alle altre grandi economie: i tedeschi pagano la metà delle tasse, i francesi un terzo, gli spagnoli un quinto e i britannici addirittura meno di un decimo.
E questo dato è destinato ad aumentare con la nuova legge di bilancio dove con una faccia tosta impressionante ci viene venduto che non vi sono stati aumenti di tasse. E di questa tasse che ne fa più le spese sono i lavoratori dipendenti e pensionati. Vi era qualcuno che aveva forse dei dubbi?
Vi ricordate le trombe trionfanti delle TV, mass media di giornali e cerimonieri di Stato anche e soprattutto le donne femminiliste, più che femministe, che in nome della parità di genere esultavano per la candidatura di una donna alla guida del governo? Un salto qualitativo e di progresso dicevano ed esultavano. Progresso e civiltà lo indicavano.
E' dunque il genere a fare della politica una politica diversa e migliore? E' il genere a cambiare il rapporto fra sfruttati e sfruttatori a declinare diversamente il rapporto di dipendenza fra Capitale e Lavoro?
E' in politica una questione di patriarcato o meglio di Maschilismo o questi non sono altro che effetti ideologici di una classe dominante ed oggi più che mai di una classe sociale piccolo borghese dominante?
E ancora è con il voto con la valenza che ha oggi questo strumento, una volta di cambiamento , che si può ribaltare la classe politica dominante e il suo rapporto con la cosidetta società civile e il rapporto economico e di potere fra le classi?