«Vogliamo lavorare», il grido degli operai di ex ILVA da Taranto fino a Genova. Un grido, una richiesta, un sussulto tanto eversivo da mandare la polizia in tenuta antisommossa da robocop da zittire e reprimere.
In realtà cose c'è per un governo dei padroni , quello del boom degli occupati e del calo del PIL , della crescita ferma da 24 mesi di una richiesta più eversiva di questa? Urso che tenta di avere interlocutore nelle istituzioni locali, da comuni e regioni, in maniera separata per spezzare il fronte unitario Taranto Genova ex capitali della siderurgia. Sindacati e operai però li hanno minacciati che qualsiasi accordo questi faranno con il governo , in maniera separata dai lavoratori non sarà accettata e rifiutata in maniera forte ! Urso a Taranto ha dichiarato che a Marzo spengono anche l'ultimo AFO il n° 1 e dunque si ferma la produzione. A Genova invece ha promesso che metterà a disposizione 15 milioni per rimettere in marcia la linea di zincatura alimentati dai coils prodotti a Taranto che però non può più produrre.
E' dunque evidente il gioco delle tre carte per far fermare la protesta , aspettare che gli animi si calmano e poi vendere a spezzatino gli impianti un pezzetto alla volta. Il Governo non può mettere nemmeno una lira, se uno non ce l'ha non può mica stamparli come una volta, né chiedere prestiti e dunque deve fare cassa e svendere i gioielli di famiglia, prova ne sia che vi è in commissione la proposta di vendere anche l'oro della Banca d'Italia! !
Come finirà? Si chiuderà l'ennesima attività produttiva del paese e si importerà acciaio dai nostri ex competitor Due danni dunque. Perdita di ricchezza per mancanza di incassi, perdita di ricchezza per import di prodotti necessari per il fabbisogno interno.
Un capolavoro. Ma per gli strilloni governativi la Meloni merita il Premio Nobel per l'economia.
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