transizione ecologica. Altra presa per i fondelli


 

Come si fa a decarbonizzare un impianto… aumentando l’uso di carbone? Monta il dissenso contro la richiesta avanzata dall’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, di ridurre a 18 ore i tempi di distillazione del carbon coke nelle batterie delle cokerie, ora fissati a 24 ore, in modo da avere più sfornamenti di coke per il ciclo produttivo dell’acciaio. Hanno preso posizione contraria l’associazione Peacelink, Legambiente e l’ex sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci (il Comune è commissariato da qualche settimana per le dimissioni di 17 consiglieri su 32). Voci critiche, queste, che hanno denunciato il negativo impatto ambientale che ciò determinerebbe. Acciaierie d’Italia, invece, sostiene che la produzione di coke oggi è sottodimensionata rispetto alla produzione di acciaio autorizzata e anche portando a 18 ore la distillazione del coke, la produzione di quest’ultimo resterebbe comunque inferiore alla soglia autorizzata. Nella richiesta al ministero della Transizione ecologica - perché quella dell’azienda è una richiesta di modifica dell’Autorizzazione integrata ambientale -, Acciaierie d’Italia afferma che, in attesa di completare il piano ambientale, lo stabilimento di Taranto è autorizzato a produrre 6 milioni di tonnellate di acciaio l’anno.
Ora come anche i sassi sanno Taranto ha bisogno di decarbonizzare o di aumentare produzione e inquinamento?
La nazionalizzazione, come molti chiedevano sindacalismo di base anche, a cosa è servito se non si cambia la logica produttivistica al di sopra di ambiente e salute? E la transizione ecologica a cosa servirà se non cambia la vecchia logica e il tutto avverrà a fini produttivi ?