le foibe da sepolcri per dissidenti slavi a fosse della vendetta


 le foibe vennero usate massicciamente dai fascisti durante l'invasione ed occupazione dell'Istria, dove venivano gettati dissidenti sia partigiani che semplici oppositori al regime fascista. Durante questo periodo la lingua istriana venne proibita, si doveva parlare solo l'italiano, le vie dovevano avere la doppia indicazione in italiano e in slavo, come le lingue di insegnamento nelle scuole. Era vietato o poco consentito registrare all'anagrafe i nuovi nati con nome non italiano o italiano caricaturato. Vigeva il coprifuoco e chi veniva scoperto veniva portato in questura e spesso portato e gettato nelle foibe.

Quando vi fu la liberazione e i fascisti scapparono l'odio degli istriani verso gli italiani era generalizzato e diffuso e per vendetta per quello che avevano subito come singoli o come comunità si ritorse verso italiani vicino al regime ma soprattutto verso gli aguzzini fascisti e collaborazionisti con i fascisti.

Se non si racconta tutta la Storia il giorno del ricordo diventa solo propaganda e la stesso colpevole silenzio che circonda i lati oscuri ricorda il colpevole silenzio che il PCI copri i suoi misfatti e quelli degli stalinisti contro i cosidetti titisti e anche verso gli eroici partigiani