e intanto ....si muore!



L'esecutivo, l'ultimo in ordine di tempo, quello presieduto  da Letta, ne ha partorito  un altro di decreto sull'ILVA. Oltre ai precedenti , quelli succedutesi dal governo Berlusconi, a quello Monti per salvare la proprietà degli evasori ed elusori fiscali : la famiglia Riva, questo sancisce che il principio che chi inquina paga , principio europeo , per l'Italia non vale. Siamo territorio libero per gli inquinatori. Infatti ha stanziato 1,8 miliardi per bonificare lo stabilimento.
Sono soldi buttati dalla finestra!

Oltre che stabilire il commissariamento dello stabilimento nominando commissario governativo lo stesso amministratore delegato che era stato nominato dalla famiglia Riva. E tutto questo senza che un pur minimo segno di decenza e di pudore, con una semplicità e sfacciataggine da manuale.
Qui facciamo come cazzo ci pare a noi!

E la decenza non viene nemmeno mostrato nello stanziamento dei due miliardi scarsi per il risanamento di un intero territorio. Si ma è solo un inizio, diranno i bontemponi , creduloni, furbastri tutti insieme nella categoria che possono essere assimilati nel presidente della regione Vendola, nonchè rappresentante di quel partito che aspira a divenire la costola di sinistra del pd.
Si ma facciamo quattro conti.
Ammettiamo che si voglia delimitare il campo solo allo stabilimento , come area da bonificare, ammettiamo che si voglia incominciare solo dall'area a caldo, quella piu' inquinata e inquinante, e continuiamo a restringere il campo concentrandoci solo sui parchi minerali, quella piu' vicina all'area abitata, il quartiere Tamburi e il comune limitrofo: Statte.
A furia di stringere ci strozzeremo.
Ma proseguiamo e quindi concentriamo il focus ai 65 ettari dei parchi minerali. Montagne di carbone e minerale di ferro dove viene stoccato la materia prima proveniente dai nastri trasportatori direttamente dal porto e che qui giace esposto ai venti e alle piogge in attesa che venga utilizzato negli altiforni. Si infiltra nel terreno su cui poggia. Acqua e vento fa infiltrare le polveri inquinanti nelle falde acquifere ed entrare nella catena alimentare.
Nel mondo si ha un solo esempio ed è l'impianto della Corea del Sud  quello della Hyundai Steel Corporation . Quella operazione di copertura viene valutato ad un  costo di 5,5, miliardi di dollari ( al valore di dieci anni fa) Inoltre l'impianto è nato già progettato e costruito già con questa intenzione. L'estensione dell'area è circa la metà di quella dell'ILVA.
Questo solo per avere una idea di cosa stiamo parlando. I circa 1,8 miliardi di euro , a ben andare, ben spesi, ben amministrati ,basterebbero a malapena ad effettuare appena appena la copertura superiore, lasciando libero i lat delle montagne, ma sopratutto inalterato il grosso dell'inquinamento , quello del terreno sottostante, quello che produce l'inquinamento piu' a lungo termine , che colpirà ancora di piu i nipoti e i pronipoti ( se avranno ancora la forza di rimanere in questa terra e se non moriranno prima) .

Ed allora due sono le tre cose.
O il principio ispiratore di questo decreto è quello

  1. del facciamo qualcosa per almeno far vedere che facciamo lasciando la patata a qualcun'altro. Noi abbiamo altre cose per la testa
  2. o ci troviamo in fronte a degli emeriti incompetenti, a qualcuno che non sa nemmeno di cosa si sta parlando e della portata e gravità del problema
  3. o è a noi non ce ne frega un cazzo, perché il problema è salvare la proprietà e il principio( e questa non è una esagerazione se solo si vedono i decreti che si sono via via succeduti e l'atteggiamento della classe politica locale e nazionale, negli anni) 
Perché la soluzione al problema è semplice tecnicamente , Politicamente invece , per il ceto politico e per i rapporti di forza un po meno.
  1. Esproprio della proprietà e della stabilimento senza indennizzo con sequestro di tutti i beni a scopo di risarcimento. Secondo il principio europeo di chi inquina paga
  2. Chiudere e il ciclo produttivo dell'area a caldo ( quello che produce le bramme , materia prima per gli impianti a valle) , restituire i terreni alla città , procedere alla bonifica del territorio utilizzando sia i giovani laureati della locale università di scienza dell'ambiente , con gli operai dell'area a caldo cosi dismessa, con un piano di bonifica studiato e approvato attraverso un bando internazionale aperto ai maggiori istituti e ingegneri, biologi ecc ecc a titolo gratuito.
  3. Produrre le bramme attraverso il moderno sistema utilizzando direttamente rottame di ferro e scarti ferrosi industriali ( che attualmente vengono gettati in discarica) . Secondo il principio che è dannoso oltre che inutile continuare a produrre acciaio quando il mondo è pieno di scarti inutilizzati.
  4. E nel frattempo , per il tempo necessario alla realizzazione di ciò comprare le bramme dall'estero  Turchia e Brasile, cosa che già avviene oggi con la proprietà della famiglia Riva , in quanto l'impianto a caldo è ormai obsoleto, antieconomico anche da un punto di vista puramente capitalistico. Pensare di immettere briciole pur di cercare di tenerlo  in piedi o per incapacità politica, non solo non risolve il problema dell'inquinamento , ma sono doppiamente soldi buttati dalla finestra.
Per fare questo occorre un piccolo particolare che a noi manca. Un ceto politico oltre che capace, autorevole e indipendente dal potere economico. Occorre una capacità e movimento di lavoratori e cittadini capace di imporre tutto questo, nel proprio interesse e nell'interesse del futuro. In assenza di ciò.....
la città muore!