Verrebbe da dire che stiamo ancora pagando la sciagurata
,mancata vendita di Alitalia a Air France. E il conto ancora non è terminato!
Allora ci si arroccò dietro la fantomatica Italianità della compagnia aerea e
che si doveva difendere la Compagnia di Bandiera. Mobilità, Cassa integrazione,
nascita della Bad Company , perdita di migliaia di piloti apprezzati e
altamente professionalizzati e che sono approdati alla concorrenza, che ci
costò milioni di Euro in cambio di una New Company nella quale si riversarono
tutti i gioielli di famiglia.
Comprata
da capitani di avventura che di voli e di politica industriale non ci capivano
un’acca, ma che furono ricompensati su un altro tavolo. Sintomatico fu l’esempio
di Riva e dell’approvazione dell’AIA per l’ILVA che difficilmente sarebbe
passata con tutti i dolori di pancia possibile ma che l’allora ministra Prestigiacomo fece approvare in
quattro e quattr’otto. ( Nemmeno il corrotto Clini riuscì ed arrivo a tanto).
Stiamo ancora pagando quel conto salatissimo, ma tutti
strombazzarono che ora la musica sarebbe cambiata. Naturalmente si introdussero
turni e orari di lavoro massacranti, clima di intimidazione verso i dipendenti,
una campagna pubblicitaria quasi senza precedenti. Ma non si rinunciò al
secondo hub di Malpensa. Berlusconi e la Lega non rinunciavano alla più
incredibile distorsione del sistema aereoportuale italiano. In nessun paese
della dimensione italiana ha due hub entrambi comprimari sia di voli
internazionali che nazionali.
E il bello è che allora, la UE ci sgridò gridando all’aiuto
di Stato camuffato con la Italianità. Non è che avesse tutti i torti. Ma da
quale pulpito arrivava la predica!. Oggi che di italianità non se ne parla
nemmeno e che stiamo svendendo la compagnia a paesi arabi, che ci chiedono
ancora di pagare conti salati con 2500 lavoratori dichiarati esuberi e il
ridimensionamento di Malpensa, la UE questa volta si oppone pensate perché?
Perché si perde l’europeità e in nome
della libera concorrenza e in nome del liberismo. Un briciolo di coerenza e di conseguenzialità non è che ci starebbe
male.
List but not last che dire delle banche? Furono chiamate a
salvare l’italianità dirigendo e imponendo politiche per ritornare dei loro
debiti per far piacere alla politica di allora. Ora per far piacere ai politici
di oggi, rinunciano a parte dei loro debiti e in parte trasformandoli in opzioni
azionarie.
Un bilancio finale ancora non si può trarre, ma di certo uno
parziale si. A casa portiamo costi sociali ed economici che l’Economist ha
valutato in dieci miliardi di euro e circa 125 euro per ognuno dei 40 milioni
di contribuenti italiani, sia per l’operazione italianità che la svendita
attuale. Migliaia di personale disoccupata o che andrà a spasso tra poco tempo.
E la italianità si è andata a farsi benedire, Invece di parlare “francese” si
parlerà arabo.
Ma il costo di tutta l’operazione Alitalia qualcuno lo
pagherà che non sia il solito pantalone? Ma ai politici ( con la
corresponsabilità dei dirigenti sindacali) che “sbagliano” scelte, possibile che non
viene mai presentato il conto?