Ma è un record?


A qualcuno può anche essere simpatico, piacere quello suo fare spavaldo, giovanile , con una retorica fatta da inglesismi e di ossimori o paradossi. Il suo discorso parlato in un inglese “de nojaltri” può fare tenerezza facendo ritornare in mente il nostro inglese scolastico quando abbordavamo( tentavamo)  le ragazze straniere in estate sulla riviera adriatica ( arrivavamo in auto stop e la mattina facevamo i lavapiatti per poter fare le nostre “movide” di notte). Ma i fatti sono fatti e i giudizi devono rimanere ancorati alla realtà .  
A me Renzi “ non me piace” ( come diceva il figlio di De Filippo riguardo al Presepe preferendo l’albero in “Natale a casa Cupiello” ) Ma questo non conta!

I mass media continuano a parlare di record negativi, naturalmente, ma i record si possono chiamare tali se sono risultati di un exploit, una tantum , una prestazione eccezionale risultato di una serie di fatti eccezionali, imprevedibili, possibili, ma imprevedibili.  Il risultato del debito nazionale non può essere definito un record. Di mese in mese, inesorabilmente la BankItalia ( non certo una centrale bolscevica, gli irriducibili puri e duri terroristi e naturalmente “comunisti”, ne tantomeno i meno offensivi “gufi” o “mena gramo” ) ci dice che i conti pubblici vanno sempre più giù e che quindi è una tendenza che difficilmente può essere raddrizzata se non si cambia politica e strategia. Un dato prevedibile, previsto e quasi naturale, congenito
Si certo vi può essere il dato contingente, l’evento eccezionale, che può far pesare in negativo la bilancia. Ma qui si tratta di un fatto sistematico, mediamente.  Ci sarà una ragione, è questa non è recondita , non nascosta nei meandri dei saperi , dell’alchimia di chi sa e non vuol dire. I dati parlano da se. A saperli o a volerli leggere.
Ora Renzi e le sue ragazze pon pon possono pure girarla in caciara, una contro-riforma qua, una taglio di diritti e di dignità per i lavoratori là. Una 80 euro  “una tantum” ( perché tale è se non si trovano le risorse per l’anno 2015, E dove le trovano di fronte a questi chiari di Luna) , ogni tanto appunto. Ma qui la questione o la si guarda in faccia oppure “stamo a scherzà!

Intanto distinguiamo fra deficit dell’o Stato e debito Pubblico. Tra entrate ed uscite nel bilancio dello Stato. Sappiamo tutti che le entrate, la tasse che i lavoratori e le imprese ( in parte) pagano, quello che viene chiamato in burocratese, l’avanzo primario è in attivo( per questo si parla di avanzo e non di disavanzo, ovvio) Quindi per il welfare ( o quel che rimane e per quanto cattivo esso sia) spendiamo meno di quel che riceviamo. E persino i costi della politica( e non delle ruberie naturalmente)  rientrano e sono coperte dalle entrate ( alla faccia del moralismo spicciolo dei grillini). A dispetto anche della crescita che è praticamente decrescita, del PIL che è praticamente fermo , della produzione industriale che va sempre peggio , i poveri che sono in Italia ormai 10 milioni di cui 6 milioni indigenti bambini compresi,  le entrate anche se di poco aumentano  Vi è quello che i mass media e le agenzie di stampa embendded citano come “  l'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (pari a fine maggio a 92,3 miliardi; 62,4 a maggio 2013) Allora? Continuare a stringere il cordone, sulla strada che si è intrapresa non se ne esce vivi. Il problema è cambiare rotta e guardare verso 
 cio  che paghiamo come interesse su debiti contratti vendendo titoli di Stato e finanziando attraverso l’ESF le banche e istituti finanziari europee. Come un moderno “cravattaro” ( dicono a Roma) si paga interesse su interesse tanto che solo gli interessi superano di gran lunga lo stesso capitale iniziale. E la ruota gira all’infinito Si contrae più prestito per pagare gli interessi sul debito precedente. E piu si abbassa lo Spread , più necessita ricorrere al debito per pagare gli interessi pregressi. Si potrà mai uscire da una spirale di questo genere?

Potrà pure Renzi farsi le grattatine, mostrare che non ha paura dei mercati, che non corre il rischio del commissariamento, ma la manovrina da 6-7 miliardi diventa sempre più evidente, necessaria e “ dietro l’angolo” . Poi la chiameranno con qualche gergo preso in prestito da qualche parte, ma anche con il “nuovo uomo della provvidenza” il debito pubblico continua a crescere inesorabilmente.