Questo
il succo degli articoli dei maggiori e minori mass media italiani. Sbalorditi
dalla sorpresa per una notizia risaputa, annunciata, anzi prevista da tutti gli
occhi buoni. Era mai possibile che la contro riforma della ministra pon pon
potesse avere un effetto sul PIL? E veramente qualcuno, nel suo intimo, a meno
che non fosse un economista alla Giannino, poteva pensare che gli 80 euro a 10
milioni di italiani oltre all’effetto elettoralistico potesse avere una
ricaduta sui consumi e quindi sul PIL?
Andiamo,
siamo seri!
Ora
si lo so qualcuno dirà che Moody’s rema contro, che fa parte dei “gufi” , si ,
può anche essere. Ognuno fa il suo mestiere. Moody’s che fa parte di quei
poteri forti e finanziari fa il suo , ma il Governo? Ora Renzi è avvertito. Altro
che le riforme le decide lui. Qui o si fa come dice Moody’s&company
oppure vi ricordate Berlusconi? Oh si , qui la tattica sarà diversa. Renzi non
ha “roba” su cui intervenire , ma nell’arsenale della finanza internazionale
altro che armi di distruzioni di massa vi sono. Basta solo ricordare che un
siffatto annuncio porterà ad un rialzo dello Spread , quindi dei tassi di
interessi per il titoli e un innalzamento del debito. Del l 136,4% dal
precedente 135,8%, è il rapporto fra Debito/PIL ipotizzato da Moody’s che non è
lontano dalla realtà. Perché Moody’s sarà anche di parte, ma non trucca i dati.
Li annuncia o no a secondo della sua convenienza e dei suoi interessi, ma
quando lo fa , i suoi numeri son numeri.
Ma
la situazione è tutta da addebitare a Renzi? O meglio è stata qualche mossa
avventata di Renzi o la sua strategia che è fallimentare?
La
sua strategia era inevitabile dal suo punto di vista, ma è stato fregato dal
rallentamento che ha subito il suo piano di contro riforme entro 100 giorni ( aveva
annunciato e promesso alla Troika) diventate poi 1000.
Il
piano era perfetto. Far passare prime le controriforme che avrebbero
dovuto essere il viatico, il veicolo per far passare poi la sostanza , il vero
nocciolo delle riforme in ambito sociale, del lavoro e del rapporto fra le
forze produttive, Capitale e Lavoro. Senza le prime le seconde non potevano
essere fatte. E Renzi lo ha detto più volte anche se per metafora. Mentre
la Troika spingeva e parlava di riforme intendendo le seconde, Renzi diceva che
fatte le riforme istituzionali poi sarebbe andato come un treno ( A questo
intendeva dire “le Riforme le decido io” rispondendo al monito di Draghi)
Accettato
con cautela da tutti gli operatori finanziari nonché dalla Troika. Appena
insediatosi Renzi ha avuto fiducia e plauso da parte di tutti. I suoi
predecessori da Berlusconi a Monti a Letta avevano fallito perché impantanatosi
sia per la guerra per bande di settori corporativi, assistenziali del ceto
politico, sia per propria incapacità, per legami, lacci e laccioli che li
legavano a vecchie logiche, alleanze, interessi comuni ecc. ecc. Le loro
tattiche erano diverse fra loro. Più fiducioso Berlusconi nella forza del suo
popolo e nel suo carisma, più deciso e “tecnico” il secondo puntando direttamente
alla sostanza delle riforme “corpose” , più mellifluo, compromissorio, un colpo
al cerchio ed una alla botta Letta, da vero democristiano della prima
repubblica. Renzi era “diverso” dai suoi predecessori.
Renzi
è arrivato con un bagaglio che metteva( avrebbe messo) fine a tutto ciò ( a
parole, la “rottamazione”) e quindi vergine (per modo di dire visto che sono
vent’anni che fa politica e cresciuto in quel pantano che era la DC avanti
secolo) per poter spezzare quei legami ( giovane, bello, piacente a mamme
e nonne, con sex appeal e sempre sorridente, anche quando gli pestavano
l’alluce )
Non
ha fatto i conti però, con quel ceto politico e con la loro forza che ancora
possiedono, dovuto prima di tutto a interessi di parte di una gran parte della
società italiana ancora fondamentalmente corporativa, egoista e pronta a
difendere i propri interessi di parte.
Una
società che ancora ha quasi una metà di PIL prodotto in nero, che ha la più
alta tassazione per i lavoratori dipendenti e la più alta evasione fiscale per
i restanti settori della società. Che ha la più alta concentrazione di legami
fra malaffare e politica, fra associazioni mafiosi e politici , la più alta
percentuale di condannati per mafia che siedono pacificamente in Parlamento.
Persino il Presidente della Repubblica si è rifiutato di rispondere per persona
a conoscenza dei fatti per i fatti rapportati alla trattativa fra Mafia e
Stato. Che ha un ceto imprenditoriale fatto di accattoni, magliari, dediti più
alla rapina del prendi e fuggi, dediti tranquillamente alla corruzione e
concussione vissuti questi non per emergenza o per costrizione, ma per
normalità ( a detta di coloro presi con le mani nel sacco).
Il
ceto politico che siede in Parlamento è lo specchio di questo spaccato della
società. La restante parte della società è sfiduciata, demoralizzata,
scoraggiata e impotente.
Eppure
Renzi e le sue ragazze pon pon e suoi alleati le han tentato di tutto, Con
mezzi e strumenti leciti e illeciti, per tentare di scalfire le resistenze.
Dal Canguro, alla Tagliola, dalla Ghigliottina e tutto quello che il
diavolo li porti! Hanno vinto si alla fine, ma ne come si voleva, ne
quando volevano lasciando nel Paese, come sentimento generalizzato un che di
sapore di amarezza e delusione. Infatti puntuale il giorno dopo è arrivato il
monito della BCE e a seguire il deprezzamento di Moody’s . Quella fiducia
accordata e il piano ( prima le riforme istituzionali e poi quelle sul lavoro e
sul sociale ) ha raggiunto la sua scadenza. Big Ben ha detto stop.
Io
mi sono già espresso prima sia del monito della BCE sia di Moody’s Ero stato
ottimista e li avevo dato tre mesi di tempo ancora. Oggi forse saranno meno!