Come al solito se ci si mantiene sulle generali si è
comunque tutti d’accordo. A meno che non si dicano delle boiate colossali. Chi non
è d’accordo quando si dice che vogliamo la libertà , il lavoro, la giustizia?
Intanto mi corre l’obbligo col ricordare che quello che
viene definito dai mass media “embedded” come una considerazione post ferie da
parte di Draghi è in effetti un altro ultimatum inviato dalla Troika e questa
volta definitivo. La minaccia non è neppure velata, ma aperta ed esplicita.
Basta con le ciance e con le riforme infrastrutturali, ( eliminazione del
Senato elettivo, delle Province, eliminazione delle elezioni rappresentative per
un sistema nominativo ecc. ecc. che è una tattica tutta renziana per
raggiungere lo stesso obbiettivo) e veniamo alla ciccia. La reazione di Renzi
non poteva che essere quella di dimostrarsi d’accordo con il Capo. E come non si può non esserlo?
Anche io, per paradossale che possa sembrare, sono d’accordo.
Sono necessarie le riforme ( qualcosa in più della semplice riforma) , ma
occorre andare oltre la semplice enunciazione e andare all’osso, alla ciccia.
Di quali riforme si parla?
Riforma del lavoro
Beh! Io riformerei anzi rivoluzionerei il mondo del lavoro.
Altro che rottamatore!. Visto che tutte le riforme del mondo del Lavoro che da
vent’anni a questa parte, sono state fatte non hanno fatto altro che peggiorare
le cose, dal punto di cista dell’occupazione e del precarizzazione, allora
invece di intestardirmi a ripetere sempre la stessa via, cambierei strada. Lavorare meno, lavorate tutti, per
esempio a parità di salario. Pensionamento anticipato per far posto alle nuove
leve e magari con un periodo di addestramento da parte degli anziani esperti che
lasciano il lavoro a favore dei più giovani. Lasciare in eredità la propria
esperienza e professionalità.
Sgravi dei contributi per le piccole e medie imprese , per
gli artigiani a carico dello Stato. Il lavoratore dovrà avere gli stessi
diritti e lo stesso salario differito, le stese garanzie in termini di
malattia, maternità, infortuni , contributi INPS ecc. ecc. , ma sempre più a
carico dello Stato. Fine dei contratti “flessibili”
( precari) ed assunzione a tempo indeterminato. Part time solo per i lavoratori
, studenti, con carico familiare gravoso (figli disabili, genitori a carico, studenti
lavoratori ecc. ecc. ) e solo su richiesta motivata da parte del lavoratore
stesso.
Riforma del fisco
Ritorno alla progressività del carico fiscale. Chi più ha più
deve contribuire, secondo un
principio basilare di giustizia ed equità. Applicando , contemporaneamente, il
conflitto di interessi fra il fornitore di servizi e beni e l’utilizzatore. Se
non vi è convenienza perché mai si dovrebbe richiedere la ricevuta fiscale? Scarico
totale e rimborso senza franchigia completo delle spese sostenute e comprovate
dalla presentazione delle ricevute fiscali . Chi emette ricevuta fiscale è
obbligato a farlo perché imposto dal suo cliente il quale ne riceve in cambio
il rimborso da parte del fisco. Vi possono essere brogli e vi sarà sempre chi
ci speculerà? Certamente. Come succede per chi oggi, evade l’IVA. Ma questi
comunque rappresenterebbero una minoranza rispetto alla quasi totalità di oggi!
Un bel passo in avanti. Certo all’inizio, prima che il sistema ingrana, ci
saranno resistenza, vi saranno minore entrate nelle casse dello Stato, ma nel
breve e medio periodo le cose si mettono a posto.
Riforma della
giustizia
Oh su questo ci sarebbe da far cambiare l’orbita terrestre!
Sia nel campo della giustizia civile, che non ne parliamo di quella penale.
Intanto senza fare nessuna rivoluzione del proletariato, basterebbe togliere la
depenalizzazione al falso in bilancio, imporre come reato le doppie triple
contabilità, penalizzare come reato gravissimo chi evade le tasse, chi ruba
alla collettività , ( reato di corruzione, concussione, ecc. ecc.) Si risolve
il problema inasprendo le pene? Assolutamente no! Occorre anche di pari passo,
la certezza della pena. E per far si che il giudizio arrivi ed arrivi nei tempi
coerenti, occorrerebbe introdurre strumenti e tecnologie informatiche ed
automatizzate nei tribunali, il riordino delle carriere e l’aumento del
personale sia in termini numerici che di retribuzioni. Aumento della autonomia
dei giudici ( sia giudicanti che inquirenti) , della obbligatorietà dell’azione
penale reintroducendo l’azione da parte
della persona offesa dal reato, che
agisce nel proprio interesse e di chiunque, nell'interesse della collettività
cui appartiene (azione popolare).
Riforma del sistema pensionistico
Anche qui altro che rivoltamento! Basterebbe fare il
contrario di quel che si è fatto negli ultimi vent’anni. Intanto si parte dal
principio che è il lavoro che procura ricchezza e quindi risorse al Paese. Se
non c’è lavoro è tutto il sistema che cade, come si vede dalla crisi che stiamo
attraversando, ormai la più lunga di tutto l’epoca capitalistica. Partendo da
questo assioma che fu introdotto il concetto di mutuo soccorso fra i
lavoratori. Quelli più anziani , che non potevano più sostenere i ritmi
lavoratori gli si doveva garantire un tenore di vita adeguato a quello tenuto
fin allora. E come loro, quando erano giovani e forti, avevano contribuito a
sostenere i loro compagni più anziani cosi ora spettava loro essere garantiti
dai più giovani. Chi aveva contribuito doveva essere garantito.
Un principio di solidarietà e di ricomposizione fra vecchia
e nuova generazione legati da un patto di mutuo soccorso. Ma chi va in pensione
non percepisce secondo quando ha versato! E’ certo è mica il sistema
pensionistico è una assicurazione sulla vita. E’ un patto solidaristico la cui
sostenibilità economica è basato sul lavoro; mancante il quale non è solo il
sistema pensionistico che cade, ma tutto il sistema!. Infatti ancora oggi , nonostante le rapine
effettuate sui bilanci dell’INPS, la parte previdenziale è in forte attivo e lo
sarebbe stato , dati OCSE, fino al 2050. Per questo sono solo caricature quello che ci
vengono a dire sulla sostenibilità e sul furto perpetuato da chi riceve la
pensione in base al calcolo retributivo. E’ solo un diverso modo di vedere le
cose. Da un lato il principio che è il lavoro che produce ricchezza e del principio
di solidarietà insito in qualunque società che vuole essere civile( altrimenti
vige il principio naturalistico della sopravvivenza del più forte. La legge
della giungla) Se c’è lavoro c’è ricchezza che va redistribuita in base al
principio che qualunque essere umano ha diritto alla vita e ad una esistenze dignitosa.
Non è il lavoro che da diritto alla vita
e all’esistenza, ma è il lavoro un dovere per i cittadini verso la società che
ricambia garantendo loro una dignitosa esistenza.
E si potrebbe prendere ad esempio tutte le altre “riforme”
che Renzi&company ci propinano da mane a sera. Chi più dei lavoratori non
vorrebbe “riformare” il sistema, chi più
di noi che viviamo le sofferenze e paghiamo le conseguenze di un siffatto marcio ed iniquo sistema?. Forse
coloro che da una andazzo di questo genere ne riceve in cambio ricchezza ed
agi?
Non si tratta , quindi, di distinzione fra chi le riforme le
vuole e chi non le vuole. Ma di chi vuole “queste” riforme e chi vorrebbe un
altro tipo , un’altra direzione per
riformare il sistema.