Il Fondo Monetario Internazionale ricorda e impone, ancora una
volta, a Renzi qual è la sua agenda. E’ importante estendere le riforme ad altri
ambiti fondamentali oltre a quelli già pianificati riguardanti la precarietà del lavoro stabilmente definita e l’eliminazione sia della rappresentatività
dei lavoratori in ambito sindacale che della contrattazione nazionale oltre che
aziendale. Visto che è di moda ricordare i precedenti storici, una
situazione di tal genere la si può ritrovare alla fine dell’ottocento inizio
del novecento. Agli arbori del capitalismo e della classe dei lavoratori. Ma questa la chiamano “modernità
e progresso”
Occorre continuare nelle “riforme” in campo sociale e
politico, ribadisce il FMI. Le indicazioni suggeriscono infatti di affrontare
adesso la “spesa elevata per le
pensioni”, di razionalizzare le spese
riguardanti la sanità e di varare una
nuova Legge Elettorale che sia in grado di garantire, a chi vince le
elezioni, la governabilità del Paese.
Gli obbiettivi dichiarati, non hanno nulla a che vedere , con
il tipo di “riforme” proposte. Cosi come non vi era nessun legame causa/effetto
fra la lotta alla disoccupazione e l’integrazione dei giovani nel mondo del
lavoro e le “riforme” del mondo del lavoro conclusasi con il Jobs Act che pone
definitivamente la parola fine a quella avanzata civile e di dignità dei lavoratori.
Lo stesso si vuole fare , ancora , con le pensioni. Si dichiara la spesa elevata per le pensioni e
questo mantra viene ripetuto tante volte senza entrare mai nel merito che alla
fine veramente ci si crede alla spesa elevata. E non serve mostrare lo stesso
bilancio dell’INPS in cui si evidenzia come i contributi pensionistici dei
lavoratori dipendenti è di molto superiore non solo rispetto alle pensione
pagate agli stessi, ma che queste finanziano per buona parte anche la parte
assistenziale, che dovrebbe essere a carico della fiscalità generale e per
buona parte anche le pensioni per quei lavoratori e non, i cui contributi negli
anni passati o non sono stati versati ( leggi INPDAP) o le cui casse
previdenziali avevano bilanci creativi (
leggi giornalisti, dirigenti pubblici e privati, edicolanti,artigiani, ecc ecc). Non
serve, perché non vi è un vero dibattito, una discussione su questi temi.
Se si volesse veramente fare una razionalizzazione della Sanità basterebbe solo una
piccola riforma. Un piccolo passo per l’a razionalizzazione, ma un grande passo
per la lotta ai politicanti. Quanta parte del bilancio della Sanità si può far
risalire agli sprechi e alle mazzette per la commistione fra politica e
malavita ,malaffare e imprenditoria locale e nazionale? Quanta parte dell’inefficienza
della Sanità è necessitata dalla commistione fra privato e pubblico? Rendere inefficace e inefficiente, tagliare le
spese necessarie e fondamentali per rendere sempre meno conveniente ricorrere
al pubblico e rivolgersi al privato. Il personale della Sanità , è
demotivato, sfiduciato, mal pagato, stressato da orari di lavoro massacranti, e
sempre sotto ricatto del licenziamento. SI chiudono ospedali, anche d’eccellenza,
si riducono i centri di pronto intervento ormai ridotti a campi profughi dopo un
bombardamento, in cui l’inumanità è permanentemente di casa, malati ed infermi
che giacciono su sedie , lettini di fortuna, uomini e donne, infermi doloranti
insieme a quelli meno gravi. La percentuale di mortalità nei pronti soccorsi è aumentata esponenzialmente negli ultimi anni, nonostante siano stati fatti passi da gigante sia tecnologivamente che strumentalmente. Qualcuno dovrebbe prorsi una domanda del genere?
E tutto questo ancora non basta occorre ancora
ridurre i budgets. Si parla ancora di inefficienza e non si riesce (
naturalmente non si vuole) porvi rimedio. Tutto questo è frutto di incapacità ,
o di mancanza di volontà a risolvere quello che per noi è un problema ma che
per il FMI è un mezzo per raggiungere lo scopo?
E per finire, ma non certo è la fine , la legge elettorale. Lo scopo non è la rappresentatività del “corpo
elettorale”. Un sistema elettorale, hanno insegnato i sacri testi della
democrazia liberale e borghese quella che partendo dalla rivoluzione francese
passando per quella inglese ed americana, è tale e quindi “democratico” se porta
ad un Parlamento che sia un quadro in sintesi della società “Un voto, una testa” era lo slogan che
per anni ci hanno tormentato sui sacri testi. Per il FMI tutto questo non vale più.
Oggi, la “modernità” il “progresso” ha
reinterpretato il concetto di praticare la “democrazia” Oggi la legge
elettorale deve garantire la governabilità del Paese non più la rappresentatività
della società, mistificando uno strumento( la legge elettorale) con un compito
della politica. Ma è proprio questo la scorciatoia presa. Nel momento che la
Politica non è più in grado di fare da sintesi fra le istanze, spinte e
interessi diversificate e composite della società , allora queste diversità le
si eliminano, le si mettono da parte, le si ignorano per operare una scrematura
e portare nelle stanze della pratica politica istituzionale solo una ristretta
oligarchia selezionata e scelta.
La chiamano “esigenza
della modernità” , “necessità del mondo moderno” in realtà , questa è da
sempre stata presente nelle esigenze del potere costituito, qualunque esso
fosse, comunque esso fosse composto. Da ancor prima dei tempi di Macchiavelli
fino ai giorni nostri. E questa esigenza da sempre è stata contrastata e
qualche volta si è anche riusciti, ma solo quando vi era un potere diffuso
nella società, una convinzione ed una coscienza diffuse in grado di esprimere
una rappresentanza politica e di contrapporre a quella esigenza, l’esigenza di
reale rappresentanza delle diverse istanze sociali. Marxisticamente si potrebbe
definire questa come lotta di classe e quella esigenza come coscienza di classe.
Ma fare di questi discorsi , affrontare dialetticamente
questi temi ormai non si può più. Non si hanno più i tempi, gli spazi, i luoghi , gli
interlocutori. Di fronte o sia hanno ragazze pon pon, personaggi
talmente piccoli che anche se vengono smentiti un giorno si ed uno no ,
clamorosamente e pubblicamente, e dagli stessi rappresentanti governativi, loro colleghi, non hanno un minimo di ritegno e pudicizia; o
attori istrionici tutti presi dalla furia di apparire , di mostrarsi, di
esternare il proprio egocentrismo istrionico, come appunto un attore da
avanspettacolo. Non si hanno più i luoghi, gli spazi politici, dove fare
politica dialogante , non si ha più cultura politica diffusa in grado di poter
distinguere l’esigenza generalizzata e socialmente unificante, con quella di piccoli
settori e gruppi sociali imperanti e dominanti. Interessi corporotavi da esigenze sociali diffuse e generalizzate
Ed allora è chiaro di come possa passare il messaggio che
per risolvere il problema della giustizia, per esempio, che dura decenni, per i poveri cristi, basta diminuire
la ferie dei magistrati e metterli sotto il ricatto dei politici. L'interesse sociale della giustizia sana e giusta svenduta con il Patto del Nazareno per l'interessi di pochi.