Ormai i dati ISTAT sulla situazione economica e finanziaria
è peggio del bollettino di guerra durante la nostra invasione(?) della Grecia.
Le brutte notizie continuano ad essere sempre peggiori e più numerose, ma il
governo cantava Ba...ba...baciami
piccina e Pippo non lo sa
Oggi invece Se
potessi avere il TFR in busta paga.
La deflazione non si arresta, continua a peggiorare . Nel
mese di settembre 2014 l'indice dei prezzi è sceso dello 0,2% rispetto allo
stesso mese del 2013. Dovuto essenzialmente al calo dei prezzi dei beni
energetici non regolamentati (-2,8%, da -1,2% di agosto), al calo dei consumi
dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, e degli
alimentari non lavorati( carne fresca,
pesce fresco, frutta e verdura fresca). (-0,9%, da -1,8% di agosto)
Da questi dati si conferma l’impoverimento della
popolazione, che è costretta a rinunciare al cosiddetto superfluo o meglio ai
beni di non prima necessità per la sopravvivenza ( servizi ricreativi e cura
della persona), ma anche per alcuni degli alimenti carne e pesce e frutta e
verdura.
Sono diminuiti anche le entrate tributarie. Nei primi otto
mesi dell'anno le entrate sono in calo dello 0,2% (0,6 mld). Il debito delle
Amministrazioni pubbliche è diminuito in agosto di 20,5 miliardi, a 2.148,4
Questo indica che un calo dei redditi
delle persone fisiche e non e i servizi
e welfare in generale in calo. Un aumento, seppure ad un tasso minore, dell'avanzo primario. Ma un costante aumento del debito pubblico.
Il quadro quindi non subisce nessun mutamento , ma rispecchia
un lento ma inesorabile cammino in china. Nessun degli interventi, pochi e
balbuzienti del governo è intervenuto a modificare la curva discendente ne
potevano gli 80 euro modificare ne consumi, ne crescita. Questi sono stati solo
slogan, roboanti annunci pirotecnici fuochi d’artificio verbali più da
operatore di marketing pubblicitario che da amministratore economico e
finanziario.
Ma nonostante le discesa e i dati sempre più monotoni a
dirci e confermarci un dato incontrovertibile non c’è nessun segnale di
cambiamento di rotta, anzi. Ma come è possibile una tale caparbietà e
saccenteria, ci viene da chiederci?
Le possibili spiegazioni sono solo due. Sgombrando il campo
da semplificazioni di carenza celebrale o da insufficienza di elaborazione non
rimane il perseguimento di obbiettivi diversi da quelli che ci si aspetterebbe.
Non ci sono altre spiegazioni.
Si persegue un disegno, cioè, che è proprio identico, in
linea con i risultati che si raggiungono. Il debito pubblico non è il problema,
e il suo risanamento è solo lo strumento dietro il quale si nasconde l’obbiettivo
di abbassare i diritti e costo dei lavoratori, di eliminare lo Stato come
fornitore di servizi ai cittadini, ma solo come gestore ed fornitore delle
regole affinché possa prendere vigore e instaurarsi il nuovo modo di governo dei rapporti fra le classi.
Stiamo quindi in una fase di transizioni e lo Stato “moderno” è il nuovo
veicolo di transizione.