come un’insegnante può fare la DIFFERENZA.

Noi lo sappiamo! 

Il mio primo giorno di scuola , me lo ricordo ancora.
Entrai col mio grembiulino nero col fiocco blu, spaurito, intimorito, spaesato. Mi fecero sedere in seconda fila. Salutai mia madre e gli occhi mi bruciavano. Ma ero uomo e non potevo piangere, mi diceva sempre mio nonno.
Poi arrivo il professore. Era un omone. Un faccione con al centro un grosso naso butterato  . MI venne da piangere.
Ma mi trattenni. Mi incuteva paura.
Quando incominciò a parlare scomparve la paura! Aveva una voce dolce o forse no. era quel che diceva che era dolce e tranquillante, rassicurante.
Alla quarta elementare mori d'infarto. Piangemmo tutti e tutti partecipanno al suo funerale. Viveva da solo, in un appartamentino vicino la scuola. La scuola Acanfora. Era per noi il Professore Procacci.
Arrivo una vecchia megera . Acida. E l'appellativo di zitella gli si addiceva in pieno.
Dopo che le ricordammo di come ci mancava il nostro Prof, di come l'amavamo, e come ogni mattina gli facevamo trovare il cannolo alla ricotta ( che gli piacevano tanto) su un fazzolettino di carta sulla cattedra,, sembrò addolcirsi. Quante volte avevamo sognato di addentarlo quel cannolo. Ma non c'era speranza . O il suo cannolo o le nostre caramelle. C'era un carrettino che li vendeva davanti alla scuola. lo conduceva O' roscio . Era piccolo e dai capelli rossi , con le lentiggini rossi. Si sentivano prima i suoi odori dolci, prima che arrivasse lui, con il suo campanellino. Era di origine siciliane. Cosi diceva lui. E noi lo credevamo. E noi scolari della seconda B dovevamo scegliere o 'o zippero doce ( la radice della liquirizia) per noi o il cannolo a 'o pprofessor'  
A lei facevamo trovare un mazzetto di fiori , non importava quali, sulla cattedra, ogni mattina. Andavamo nella campagna vicino la scuola, Ma dovevamo fare attenzione a non bagnarci nè sporcarci di fango. Facevamo i turni per chi doveva andare alla raccolta E poi arrivavano le liti perché i fiori raccolti non erano abbastanza variopinti, ne abbastanza e basta,.
Ogni volta lei prendeva un fazzolettino e si soffiava il naso. Era forse allergica?, ci chiedevamo.
Ma lei mai una volta che disse una parola  di approvazione , ne di ringraziamento ne  di rimprovero. Quando suonava la campanella li prendeva e andava via.

I professori non sono più come una volta e forse nemmeno gli alunni!