Garanzia Giovani: un flop l'ennesimo


Ad un dibattito, una ragazza pon pon renziana citava come politiche attuate dal governo a supporto dell'occupazione giovanile e del lavoro, due esempi.
Il Job Act, e la Garanzia Giovani .
Sul Job Act sorvoliamo, visto che persino fonte vicine al governo hanno ammesso a denti stretti che quando finiranno gli ultimi incentivi ci sarà un crollo degli occupati.
Ma parliamo della Garanzia Giovani sventolato due anni fa come la rivoluzione e il #cambiareverso renziano.
Il progetto è nato nel 2014 per cercare di lanciare nel mondo del lavoro giovani disoccupati tra i 15 e i 29 anni NEET (ossia coloro che non sono né studenti né occupati). L’iniziativa è stata sostenuta con 1,5 miliardi garantiti da Bruxelles alle Regioni.
Un rapporto dell’ISFOL (ente che dipende dal Ministero del Lavoro) certifica che, a fronte del milione di giovani che s’è iscritto al programma, solo 32 mila hanno trovato un lavoro vero e proprio. 

Degli 865 mila giovani che a Marzo si risultavano iscritti al programma, più di 200 mila non sono semplicemente stati presi in carico dai locali centri per l’impiego. 
I giovani presi in carico (ossia a cui è stato offerto un semplice colloquio) sono stati 642 mila. 
Quelli per cui è seguita una misura concreta però sono ancora meno: circa 227 mila. 
Fra questi troviamo i 32 mila a cui è stato offerto un posto di lavoro, poi un gran numero di persone che hanno svolto tirocini (138 mila) o corsi di formazione (52 mila), oltre a 5 mila giovani che hanno svolto il servizio civile.
Ciascun nuovo contratto di lavoro è costato 36 mila euro: un’enormità.
E' questo per la ragazza pon pon renziana ( a cui avevano fatto imparare la lezioncina a memoria) è un fiore all'occhiello della politica renziana.