Non va meglio nel resto del paese , La situazione è presto detta: nel 2018 la perdita totale di personale raggiungerebbe le 15mila unità, con un contingente di personale che passerebbe dai 50mila operatori del 2006 a poco più di 35mila, ed età media sempre più vicina a quella del pensionamento.
A questo si aggiunga
- la riduzione del numero delle ricette, in misura pari al 3,3 per cento circa rispetto al 2014;
- la crescita della quota di compartecipazione a carico dei cittadini, con un incremento di circa l’3 per cento rispetto al 2014.
- la spesa per l’assistenza medico-generica è pari a 6.671 milioni, sostanzialmente in linea con il valore del 2014
- La drastica riduzione delle spese per le visite specialistiche o di laboratorio ( taglio di 208 prestazioni )
Si continua a dire che la Sanità pubblica è in deficit. Ma quando mai un servizio pubblico potrà mai essere in attivo? Il servizio pubblico non fa profitto ma eroga servizi
E se si continua a tagliare sul personale e sulle prestazioni, allora vuol dire che si vuol smantellare il servizio pubblico ridotto solo alle attività di pronto soccorso di estreme necessità e per solo per la popolazione sotto la soglia di povertà!
E questo che si vuole?