Ma cos'è questa crisi?


𝕷𝖆 𝖈𝖗𝖎𝖘𝖎 𝖘𝖊𝖗𝖛𝖊 𝖆 𝖗𝖊𝖓𝖉𝖊𝖗𝖊 𝖎 𝖗𝖎𝖈𝖈𝖍𝖎 𝖒𝖊𝖓𝖔 𝖉𝖎 𝖓𝖚𝖒𝖊𝖗𝖔, 𝖒𝖆 𝖕𝖎ù 𝖗𝖎𝖈𝖈𝖍𝖎 𝖊 𝖎 𝖕𝖔𝖛𝖊𝖗𝖎 𝖕𝖎ù 𝖎𝖓 𝖖𝖚𝖆𝖓𝖙𝖎𝖙à 𝖊 𝖘𝖊𝖒𝖕𝖗𝖊 𝖕𝖎ù 𝖕𝖔𝖛𝖊𝖗𝖎

𝙇𝙖 𝙘𝙧𝙞𝙨𝙞 𝙞𝙣 𝙣𝙪𝙢𝙚𝙧𝙞

In Italia, nel 2008, il 10% più ricco della popolazione si accaparrava il 23,8% del reddito, un valore cresciuto fino al 24.4% nel 2014. Al contrario, la quota posseduta dal 20% più povero è passata dal 4.8% al 4.6%

Ma con qualche differenza anche negli altri paesi la tendenza si conferma, ma in qualche caso si inverte

in 𝑮𝒆𝒓𝒎𝒂𝒏𝒊𝒂 il 10% più ricco passa dal 24.3% al 23.6%, il 20% più povero dal 5.1% al 5%. In 𝑭𝒓𝒂𝒏𝒄𝒊𝒂 la “fetta” dei ricchi passa dal 25.2% al 24.7%, quella dei poveri resta stabile al 5.3%. In 𝑼𝑲 il 10% più ricco passa dal 26.8% del reddito al 24.4%, mentre il 20% più povero passa dal 4.6% al 4.9%. Infine, in 𝑵𝒐𝒓𝒗𝒆𝒈𝒊𝒂 la quota dei ricchi ricchi diminuisce dal 21.1% al 20.0% e i poveri restano stabili al 6.1%.

Ma la crisi è finita basandosi sulla domanda aggregata ( beni, servizi e investimenti)?

Fatto 100 il valore reale della domanda interna nel 2007, il dato più recente dell’Eurostat è pari a 68 per la Grecia, 84 per la Spagna, 86 per il Portogallo, 88 per l’Italia, 96 per l’Olanda, 97 per UK. Solo alcuni paesi mostrano un dato superiore a 100: Francia 101, Germania 105, Svezia 107, Norvegia 111.

È molto interessante notare che questi ultimi paesi sono quelli che redistribuiscono di più, e anche quelli in cui un occupato 𝓵𝓪𝓿𝓸𝓻𝓪 𝓲𝓷 𝓶𝓮𝓭𝓲𝓪 𝓶𝓮𝓷𝓸 𝓸𝓻𝓮 𝓪 𝓼𝓮𝓽𝓽𝓲𝓶𝓪𝓷𝓪
Ad esempio, tale valore nel 2015 è pari a 42 ore in Grecia, 37 in Italia, 35 in Germania, 34 in Norvegia.