Salario minimo legale tappo per ogni velleità di aumenti salariali

Una delle ragioni più efficaci e realiste contrarie a istituire un salario minimo fissato per legge è stata dato da Balzano in un suo libro "Il salario minimo non vi salverà
Egli fa notare che in primo luogo che a sostenere questa iniziativa sono gli stessi soggetti, come la UE, le sinistre liberal progressiste e persino la Confindustria ("non poniamo ostacoli, anche perché noi già paghiamo di più") che hanno gestito lo scempio dei diritti delle classi lavoratrici appena descritto: Per corroborare il proprio sospetto, Balzano cita fra gli altri il guru del neoliberismo von Hayek: l'uomo che aveva individuato nell'Europa il dispositivo ideale per abbattere il costo del lavoro si è infatti speso a favore di un reddito minimo "per impedire che i poveri possano rappresentare una minaccia".
Eppure, gli si potrebbe obiettare, è indubbio che i lavoratori non coperti da contratti collettivi potrebbero trarne giovamento. Vero, replica Balzano ma, a parte il fatto che lavoratori in nero e finti autonomi ne resterebbero fuori, si tratterebbe comunque di una minoranza, visto che la maggioranza gode di retribuzioni superiori alle soglie minime previste. Ma soprattutto, aggiunge, il rischio è che, in un contesto di debolezza contrattuale, il salario minimo legale potrebbe trascinare verso il basso le retribuzioni. Un simile provvedimento potrebbe funzionare solo in un contesto contrattuale favorevole alla forza lavoro, svolgendo il ruolo di base retributiva incomprimibile per gli strati più deboli e di primo gradino di una mobilità verso l'alto per quelli più forti, viceversa, in un contesto di debolezza generalizzata, qual è quello attuale, agirebbe da "tappo", legittimando il rifiuto padronale nei confronti di ogni velleità di aumento (vi diamo già più del minimo) o addirittura le decurtazioni di salari "eccessivi" in situazioni di crisi aziendali e/o di crisi settoriali o generalizzate (non possiamo darvi più del minimo fissato per legge, ed è già fin troppo). Del resto, scrive Balzano, la stessa CGIL ha già siglato contratti che prevedono paghe sotto i 9 euro l'ora (cioè la base che si ipotizza per il salario minimo legale).
Ma a queste argomentazioni si aggiunge anche uno politico. Contro la regolazione politica dei rapporti di forza fra classi sociali. Un esempio? I diritti acquisiti con lo Statuto dei lavoratori, argomenta, sono stati operativi solo finché gli operai hanno avuto la forza di imporne l'applicazione. Venuta meno tale condizione si è capito come quella "conquista" fosse servita a congelare, istituzionalizzandolo, il processo di democratizzazione delle imprese innescato dalla rivoluzione dei delegati di reparto, per poi decapitarlo in una fase successiva. Insomma: le vere conquiste non derivano dalla legge ma dagli equilibri di potere, 𝖘𝖔𝖑𝖔 𝖎 𝖑𝖆𝖛𝖔𝖗𝖆𝖙𝖔𝖗𝖎 𝖕𝖔𝖘𝖘𝖔𝖓𝖔 𝖘𝖆𝖑𝖛𝖆𝖗𝖊 𝖎 𝖑𝖆𝖛𝖔𝖗𝖆𝖙𝖔𝖗𝖎, mentre delegare alla legge (cioè alla politica) la gestione dei loro interessi "significa 𝖋𝖎𝖗𝖒𝖆𝖗𝖊 𝖚𝖓𝖆 𝖈𝖆𝖒𝖇𝖎𝖆𝖑𝖊 𝖎𝖓 𝖇𝖎𝖆𝖓𝖈𝖔 𝖆𝖎 𝖕𝖆𝖗𝖙𝖎𝖙𝖎", gli stessi che li hanno massacrati.

Ed infine, ma questa è una mia osservazione, perché mai questa fantomatica legge dovrebbe essere rispettata sul piano pratico della quotidiano , quando altre leggi a protezione del lavoro e dei lavoratori ( lavoro in nero, parità di salario Uomo/donna, protezione della donna lavoratrice, rispetto del salario sindacale sicurezza sul lavoro etc etc) non vengono rispettate) 𝕼𝖚𝖆𝖑𝖊 𝖘𝖆𝖗𝖊𝖇𝖇𝖊 𝖑'𝖆𝖗𝖊𝖆 𝖉'𝖔𝖗𝖔 𝖆 𝖕𝖗𝖔𝖙𝖊𝖟𝖎𝖔𝖓𝖊 𝖉𝖎 𝖖𝖚𝖊𝖘𝖙𝖆 𝖑𝖊𝖌𝖌𝖊

E mio parere che questa è l'ennesimo paravento in cui forze padronali la userebbe per contenere eventuali richieste di aumenti salariali in fase contrattuale e dall'altro solo un simbolo elettoralistico per quei partiti di sinistra e progressiste , che hanno abbracciato e intrecciato rapporti con il liberismo , ma che vogliono avere il piede nella scarpa del mondo del lavoro 𝖕𝖊𝖗 𝖆𝖋𝖋𝖊𝖗𝖒𝖆𝖗𝖊 𝖑𝖆 𝖕𝖗𝖔𝖕𝖗𝖎𝖆 𝖊𝖘𝖎𝖘𝖙𝖊𝖓𝖟𝖆 𝖊 𝖗𝖆𝖌𝖎𝖔𝖓𝖊 d'essere altrimenti senza spiegazione se non proprio in ragione della loro scelta liberista