Libertà d'Informazione? Chi è costui?


 

non vi è opinione a titoloni sui mass media nazionali e non che non effettuano una operazione di disinformazione così plateale come quella di identificare gli oppositori al Green Pass con i No Vax. E in più a identificare il generico e aprioristico originalmente grillino movimento del NoVax e quella più ragionata contestazione della pratica della vaccinazione come unico strumento di lotta alla Pandemia rispetto a quella della cura e all'utilizzo della Sanità Pubblica come strumento realmente efficace alla lotta.
A questo ai aggiunge che pochi sono quelli che identificano i partecipanti ai cortei e alle manifestazioni a tal proposito con la loro reale composizione che è partitica , fascisti e laghisti e della destra più estrema , più per reale obbiettivo propagandistico ideologico a tale ideologia.
Ma la finalità è indubbia per questa dubbia fallace pratica. Mischiare le posizioni è di indubbia efficacia. Scambiare le posizioni deboli sul piano logico e razionale dei primi rispetto a quelle più razionali e ragionate dei secondi rende facile l'attacco e l'adesione ideale della popolazione e degli stessi partecipanti alle manifestazioni
Fare informazioni in Italia oggi è più difficile che mai.
Se si pensi solo che a Cacciari fino a ieri corteggiato e coccolato da tutti i tg e talk show , coperto di incenso di beatificazione, è bastato che esprimesse una opinione problematica circa il Green Pass per essere sbeffeggiato su tutti i social e immerso in una cappa di silenzio totale dalle TV?
E' forse un caso che gli editori oggi sono sostanzialmente due ed entrambi legati a gruppi imprenditoriali, e finanziari legati a partiti e lobby intrecciati fra loro utilizzando lo strumento più come gruppo di pressione sulla pubblica opinione che come strumento di informazione? E' un caso che l'Italia occupa nella classifica mondiale secondo il World Press Freedom Index 2021. il 41esimo come Paese dove vige la libertà di informazione ( il parametro è l’accesso alle notizie e la libertà dei media le leggi di tutela del diritto di cronaca e della professione) E il Il 73% dei 180 Paesi valutati da Reporter Senza Frontiere dove le situazioni sono ritenute ‘gravissime’, ‘difficili’ o ‘problematiche’ per la professione giornalista.