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Perché mai protestare?
Naturalmente il fronte mediatico tutto filo padronale indica come inopportuno lo sciopero di CGIL e UIL appoggiando la scelta scellerata , per i lavoratori, di non adesione della Cisl da sempre ed oggi più che mai e più di tutti schierata sul fronte padronale Ma ci sono ragioni per protestare?
È tutta la Legge di bilancio ad avere un’impostazione padronale. Sulle pensioni si ritornerà alla legge Fornero, votata anche da parte di chi ha voluto fortemente la Quota 100 che dichiarava mandava in soffitta la Fornero, . Si andrà in pensione a 67 anni, se non si muore prima su un cantiere o in fabbrica: nel 2021 ogni giorno tre lavoratori non sono tornati mai più a casa dal luogo di lavoro. La precarietà aumenta: secondo l’Istat i due terzi degli under 35 sono assunti con un contratto a tempo determinato.
Intanto l’inflazione aumenta nel paese con i salari più bassi d’Europa. A novembre l’indice dei prezzi è cresciuto del 3,8%, mai così alto nell’epoca dell’euro. Il rincaro delle bollette è senza freni. Secondo Nomisma, luce e gas potrebbero aumentare del 50% nel 2022, equivalente a ben 1200 euro in più a famiglia. Servirebbero 10 miliardi per tamponare i rincari, il governo ne ha stanziati circa due e ogni timido appello ad aumentare questa cifra è stato frustrato dalla maggioranza di governo.
Certo le responsabilità dei dirigenti sindacali non mancano. Risuonano ancore nelle orecchie le parole di Landini quando assicurava "con Draghi possiamo fare uscire l’Italia dalla precarietà”, e quando infine è risultato chiaro che il governo non avrebbe concesso nulla, i vertici sindacali hanno perso settimane chiedendo a Draghi di “ascoltare i lavoratori”: hanno fatto anticamera a Palazzo Chigi, chiedendo un tavolo solo per essere ascoltati anziché andare fra i lavoratori a spiegare la posta in gioco. Le mobilitazioni annunciate sono state continuamente rimandate o trasformate in innocue passerelle. Come sempre, mostrarsi “ragionevoli” e “moderati” ha incoraggiato il fronte padronale, che ha ottenuto sempre più. E oggi si corre il rischio che si arriverà allo sciopero quando ormai i giochi sul fronte legislativo saranno già stati fatti. Come nel 2014 quando si scioperò quando ormai il Job Act era stato approvato in via definitiva! Giusto per assolversi di aver compiuto il proprio dovere, formale!