Notiziario del Centro di Documentazione e Lotta 20-22/01/09

20 gennaio 2009

MICROMECCANICA CHIUDE http://www.quotidianodelnord.it/

A fronte della chiusura, senza alcun preavviso ai lavoratori ed ai sindacati, dell'azienda metalmeccanica Micromeccanica di Forlì, i 40 dipendenti lasciati senza lavoro hanno iniziato lunedì un presidio permanente davanti ai cancelli della fabbrica chiusa. Con questa iniziativa i lavoratori di Micromeccanica hanno iniziato la protesta per l'improvvisa chiusura della fabbrica forlivese. I quaranta i dipendenti si sono trovati, dall'oggi al domani, senza lavoro. Hanno trovato i cancelli sbarrati e ricevuto le lettere che annunciavano la decisione della proprietaria di cessare l'attività. Nel contempo anche i sindacati dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil hanno ricevuto la formale comunicazione di apertura della procedura di mobilità. Da qui l'immediata risposta: presidio permanente dei lavoratori e la richiesta dei sindacati alla proprietà di ritirare la procedura di mobilità ed avviare il tavolo di trattativa sul futuro dell'azienda. Nei prossimi giorni proseguirà il presidio dei lavoratori e saranno messe in campo tutte le iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica e premere nei confronti della proprietà perché receda dalla decisione di chiudere la fabbrica.

 

21 gennaio 2009

CALL CENTER SANITARIO PUGLIA http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/

E' stata avviata a soluzione la vertenza dei lavoratori del call center sanitario della Regione Puglia che operavano a Tecnopolis e in appoggio ad alcuni Cup delle aziende sanitarie e ospedaliere. Dopo una serie di incontri tra i rappresentanti dei lavoratori, l’assessore alle Politiche della salute e i dirigenti regionali oggi è stato deciso di prorogare il contratto con i 23 lavoratori e sono state avviate le procedure per il reimpiego del personale.

 

22 gennaio 2009

PROMA: PRESIDIO DEI LAVORATORI http://iltempo.ilsole24ore.com/

Questa volta tocca alla Proma, la più grande delle aziende metalmeccaniche del consorzio industriale di Pozzilli. Questa mattina, la protesta si sposta davanti i cancelli. I lavoratori inizieranno un presidio per manifestare la propria rabbia e preoccupazione contro l'adozione della cassa integrazione straordinaria. Ma, la preoccupazione più grande si chiama mobilità e pare, che l'ipotesi non sia più così remota. Gli operai si alterneranno con otto ore di sciopero per turno. Sono oltre duecento i lavoratori di quella che è una delle aziende storiche del nucleo industriale di Pozzilli. Praticamente a rotazione, tutte le aziende hanno dovuto far ricorso alla cassa integrazione, in alcuni casi alle ferie arretrate da far smaltire a periodi prestabiliti.

ALMAVIA: CIG PER 1173 http://www.quotidianodelnord.it/i

Da oggi parte una serie di assemblee indette dall’Ugl Tlc in tutte le unità produttive di Almaviva a cominciare da quella di Roma (Atesia), dove l’azienda ha presentato la cig per 1173 lavoratori, per arrivare anche nei call center di Palermo (venerdì 23 gennaio) e poi di Catania, Napoli e Milano. Per Atesia ci sarebbero le condizioni per proseguire l’attività ed evitare la procedura di cassa integrazione decisa dall’azienda. La crisi economica si potrebbe tradurre in un alibi per ridurre i costi, scaricando tutto il peso sui lavoratori come sta accadendo in troppe aziende.

TISCALI: LICENZIATI IN 250 http://www.ilgiornale.it/

Renato Soru, candidato governatore della Sardegna e patron di Tiscali aveva rassicurato tutti in tv: "Il momento è difficile per le aziende di tutto il mondo ma credo che Tiscali, per quello che potrò fare e per quello che potrò suggerire, non lascerà a casa nessuno". Era il 7 dicembre scorso e davanti a Fabio Fazio, a Che tempo che fa, il dimissionario governatore seminava promesse. Le ultime parole famose. Ieri la notizia ufficiale battuta da tutte le agenzie di stampa: Tiscali manderà a casa 250 lavoratori, su un totale di 850 dipendenti in Italia. In pratica un terzo del personale per una cura dimagrante da cavallo. Un vero e proprio disboscamento a colpi di scure, che dovrebbe abbattersi in manieratrasversale su tutte le attività della società. Il gruppo naviga in pessime acque e la necessità di tirare la cinghia comporterebbe risparmi ancora più massicci. L ’obiettivo, per ora, è di ridurre i costi per 40 milioni di euro, 16 milioni legati al personale. In azienda si spera comunque che vada in porto la trattativa con BSkyB di Rupert Murdoch per la cessione degli asset britannici e fare così cassa. La situazione è grave, visto che l’azienda ha un’esposizione complessiva nei confronti delle banche di circa 650 milioni di euro.

CIG NELL'AREA PRODUTTIVA DI ASCOLI PICENO Http://www.corriereadriatico.it/

La Provincia di Ascoli Piceno ha predisposto dal 27 gennaio al 13 febbraio l’erogazione della seconda anticipazione della cassa integrazione straordinaria. Alle otto aziende già interessate al provvedimento (Tamy di Fermo, Moki di Monte Urano, Nuova Orsa Maggiore di Monteleone, Foodinvest Verde di S. Benedetto, L’Aquilone di Ascoli Piceno, Meka 2000 di Grottammare, Aken di Offida, Sophia di Altidona) si è aggiunta questo mese la Melania di Offida.

MERLONI: CONTINUA LA PROTESTA http://www.corriereadriatico.it

Si lavora alla Antonio Merloni. Ma proseguono anche i presidi, perché l’attenzione sulla condizione assai precaria che sta caratterizzando negativamente il gruppo industriale fabrianese resti elevata. Da quattro giorni, 560 operai hanno ripreso a lavorare nei due stabilimenti del capoluogo (400 in quello di Santa Maria, 160 in quello del Maragone), davanti ai quali però continua la protesta delle maestranze. I dipendenti chiedono certezze e vorrebbero sapere qualcosa di concreto per quanto concerne il futuro. Si attende il piano industriale che i tre commissari straordinari nominati dal ministro Claudio Scajola stanno mettendo a punto (sarà pronto per metà del mese prossimo).

FERROVIE: SCIOPERO CONTRO IL LICENZIAMENTO DI DE ANGELIS http://www.rainews24.rai.it/

"Sono trascorsi piu' di cinque mesi da quando e' stato licenziato il macchinista, delegato alla sicurezza, Dante De Angelis, per aver rilasciato una ovvia e doverosa dichiarazione sui gravi incidenti accaduti ai treni eurostar nei mesi precedenti - si legge in una nota -. L'azienda, dopo un'apertura dimostratasi un bluff, ha addirittura posto come pregiudiziale per la revoca del licenziamento una inaccettabile ritrattazione pubblica, una vera e propria abiura che richiama pratiche medioevali. Si tratta di un licenziamento politico, ingiusto ed illegittimo, che prelude all'attacco su larga scala ai diritti, alle liberta' e alla sicurezza. Noi lo respingiamo con fermezza scioperando il 23 gennaio. Infatti, se passa il licenziamento di un Rls, per aver messo in evidenza questioni che riguardano la sicurezza di viaggiatori e lavoratori, tutti i ferrovieri saranno costretti al silenzio e all'omerta', anche in presenza di gravi disfunzioni". "Per queste nostre motivazioni - prosegue la nota - chiediamo il sostegno di tutti coloro che utilizzano il treno e sono interessati al buon funzionamento di un servizio pubblico".

SAPA-EX ALCOA http://carta.ilgazzettino.it/

Altri nove a casa. Questa volta tocca a dipendenti della Sapa (ex Alcoa e ancora prima storica Metallurgica), sempre in quel Feltrino che, con la notizia della corposa mobilità in Marangoni, al momento risulta l’area più colpita in questa fase di crisi economica. Una situazione che vede un uso ingente della cassa integrazione che, dati aggiornati a ieri alla mano, parlano di 6.589 operai e 530 impiegati interessati a questa forma di ammortizzatore

sociale: in totale 7.119 persone. Tra le ipotesi avanzate vi è stata quella che prevede la nascita di un fondo provinciale utile a tamponare le situazioni più gravi che dovessero verificarsi in contesti produttivi-occupazionali. Quello che ormai viene definito "bollettino di guerra" si è ulteriormente "arricchito". Oltre alla mobilità alla Sapa di Feltre (che conta 122 dipendenti), altri potenziali licenziamenti si delineano alla Invensys dell’Alpago. Cassa integrazione è stata richiesta dalla Manfrotto di Feltre (che produce cavalletti per macchine fotografiche, 265 dipendenti) per il periodo 26-31 gennaio; dalla Fenice di Lozzo di Cadore (occhialeria, 8 dipendenti); dalla MP di Auronzo (occhialeria, solo 2 dipendenti). Proroghe di cig sono state richieste, tra le varie aziende, dalla Sest di Limana e dalla Pandolfo di Feltre. Un’altra richiesta di cig potrebbe partire, nel giro di pochi giorni, dalla Procond di Longarone (schede elettorniche, 400 dipendenti). Flessibilità negativa, intesa come lavorare meno oggi per lavorare di più durante l’anno in occasione dei picchi ordinativi, vige alla Costan, alla Clivet e alla Clima Veneta. Godimento di ferie arretrate, invece, alla Form di Alano di Piave.

CANTIERI NAVALI DE POLI: NO ALLA CIG http://carta.ilgazzettino.it/

Gli operai dei cantieri navali De Poli di Pellestrina rifiutano la messa in cassa integrazione. È stata una fumata nera, quella arrivata dall’incontro di ieri tra azienda e sindacati che non hanno sottoscritto l’accordo per la messa in cassa integrazione degli operai, nonostante le banche, nella giornata di martedì, abbiano fatto intravedere spiragli positivi per il salvataggio del cantiere. L’azienda è priva di un progetto industriale, la richiesta di Cigs è per cessata attività. Non si può chiedere al sindacato di condividere la chiusura dell’azienda e di sostenerla con un accordo. L’azienda si è dichiarata non in grado di pagare i dipendenti. Ora la palla, così come previsto dalla legge, passa al ministero che da Roma dovrà valutare la situazione. Per l’azienda, invece, i sindacati si sono rifiutati di sottoscrivere l’accordo, nonostante ci sia stata la disponibilità da parte dell’azienda di riprendere l’attività produttiva e di conseguenza di reintegrare al lavoro, in tempi brevi, tutti gli operai ora in cassa integrazione.

MARANGONI: CIG http://carta.ilgazzettino.it/

Gli operai della Marangoni attendono il verdetto sul proprio futuro. Domani mattina, nella sede di Assindustria, è in programma il secondo incontro tra azienda e sindacati per discutere le condizioni poste durante il primo faccia a faccia di lunedì. "Domani vediamo come l’azienda ha valutato le nostre proposte - spiega Daniele Dalla Valle delle rsu - la condizione imprescindibile sarà il ritiro della procedura di mobilità a favore della cassa integrazione straordinaria". Intanto i dipendenti, attualmente in assemblea permanente, hanno ricevuto la solidarietà dalle rsu del vicino stabilimento della Piave Maitex.

ZML: CIG FINO A MAGGIO http://carta.ilgazzettino.it/

Alla Zml di Maniago è stato predisposto ieri un piano di rallentamenti produttivi da gestire con la cassa integrazione ordinaria per fare fronte alla carenza di commesse che sta continuando dagli ultimi mesi dell’anno scorso. La direzione aziendale - la società fa parte del Gruppo Cividale e le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm hanno firmato una richiesta di tredici settimane di cassa ordinaria che partirà dalla metà di febbraio e proseguirà fino alla metà di maggio. La produzione non si fermerà e sarà ovviamente gestirà a seconda della necessità dei tre diversi reparti produttivi dell’azienda che opera nel comparto della fornitura di componenti in rame, alluminio e ghisa per i settori dell’elettrodomestico e dell’automobile.

LANIFICIO POLICARPO: 34 ESUBERI http://carta.ilgazzettino.it/

Uno stabilimento storico che ha dato lavoro a centinaia di abitanti di vittorio Veneto. Da qualche anno non se la passava bene e si temeva il peggio. Che alla fine è arrivato: licenziamenti. E' la storia della Colussi, è la storia dell'Italcementi; è, da ieri, anche la storia del Lanificio Policarpo. L'accordo firmato ieri mattina presso la Provincia di Treviso ha sancito che 34 dipendenti perderanno il lavoro. Dal prossimo 2 febbraio tutti andranno in cassa integrazione straordinaria – anche se qualcuno potrebbe restare qualche settimana in più , con incentivi variabili in base all'anzianità di servizio al lanificio. Dal febbraio 2010 saranno in mobilità, quindi economicamente attraenti per le aziende che decidessero di assumerli. Dal 2012, zero. Solo una piccola ancora di salvezza: se qualcuno dei dipendenti salvati dal taglio, ma prossimi alla pensione accettasse l'incentivo al prepensionamento, potrebbe liberare un posto di lavoro per uno dei 34 che lo dovrebbero perdere. Dipende però dai ruoli e dalle competenze del pensionando e del lavoratore considerato in esubero. Il taglio di posti corrisponde a una riorganizzazione della produzione: chiude infatti del tutto il reparto di filatura. Quanto veniva prodotto qui verrà acquistato esternamente, perché non era più possibile, recita l'accordo "produrlo internamente a costi concorrenziali con i mercati emergenti", ed erano calate "le richieste di lavorazione filato da terzi". Perdono il posto i 30 del reparto di filatura, più un addetto alla campionatura e 3 di altri ambiti. Tutti e 34 godranno degli ammortizzatori sociali: nessuno, infatti, era interinale.

LEM TAPES: OPERAI SENZA STIPENDIO http://carta.ilgazzettino.it/

Lem Tapes, inizia il presidio. Bandiere della Cisl ai cancelli e picchetto: i dieci dipendenti dell’azienda di via Ballò, attiva nella stampa di adesivi, sono decisi a impedire lo smantellamento della fabbrica. La loro situazione è a dir poco critica: da tre mesi, infatti, non percepiscono lo stipendio. Sono disperati: tra di loro, anche un’intera famiglia. Marito e moglie che, privati della propria mensilità, non riescono nemmeno a pagare la retta per l’asilo dei figli. E pensare che l’azienda avrebbe in giacenza ordini per quattro mesi di lavoro. La banca, però, ha bloccato il credito alla proprietà per investire nelle materie prime. Il dramma di queste dieci famiglie sta nel fatto che, facendo parte di un’azienda con meno di quindici dipendenti, non hanno nemmeno diritto alla cassa integrazione. La proprietà non ha versato né i contributi né l’Ebav, la cassa integrativa che serve proprio a sopperire la mancanza della Cig. Intanto gli operai manterranno il presidio giorno e notte per impedire che macchinari e attrezzature vengano portate vie. Il Comune di Mirano cercherà di venire incontro, per quanto possibile, a chi si trova in situazioni di estrema emergenza.

 

CIGA-STARWOOD: SCIOPERO http://carta.ilgazzettino.it/

Oggi sciopero di 24 ore dei lavoratori del gruppo Ciga-Starwood (alberghi Danieli, Gritti e Europa Regina) contro i 94 licenziamenti annunciati dalla direzione. L’astensione di 24 ore inizia alle 6 e per tutta la mattinata ci sarà un presidio davati all’hotel Danieli. Nessun piano industriale di rilancio dell’azienda è stato presentato ma solo una semplice riduzione dei costi del personale su base ragionieristica. Le scelta ipotizzata dall’azienda, cioè esternalizzazioni con conseguente riduzione degli organici e dequalificazione del personale, produrrà solo un peggioramento del servizio erogato da questa catena, con conseguente calo di appetibilità degli hotel Starwood da parte della clientela di fascia economicamente alta.

KOMATSU: I LAVORATORI RPESIDIANO I CANCELLI http://carta.ilgazzettino.it/

La questione della Komatsu, che nei giorni scorsi ha rimandato a nuova data il rientro dei dipendenti dalla cassa integrazione, approderà oggi sul tavolo delle trattative della sede padovana di Confindustria. Negli uffici di via Masini si riuniranno stamani i rappresentanti dell’azienda, i sindacati e i delegati della confederazione degli industriali, per cercare di trovare una soluzione ad una crisi che inizia a far davvero paura. Ieri mattina alcune decine di lavoratori hanno dato vita ad un picchetto di fronte ai cancelli dello stabilimento atestino, ma se la situazione non dovesse migliorare in tempi brevi si potrebbe arrivare ad una mobilitazione massiccia della forza lavoro. Nella giornata di ieri erano presenti nell’area produttiva che dà sulla Padana inferiore circa 300 persone, delle quali ben 200 erano impiegati. Al lavoro c’erano solo una sessantina di operai, impegnati con le ultime sistemazioni di vecchie commesse e produzioni ancora in corso, oltre ad una quarantina di esterni. Sono molte infatti le cooperative che collaborano con l’azienda per la logistica, i trasporti e altri servizi. Nel novero dei lavoratori in difficoltà vanno inseriti, a conti fatti, anche quelli delle varie ditte e cooperative dell’indotto della Komatsu. I rapporti fra i sindacati ed i rappresentanti italiani del colosso nipponico si fanno ogni giorno più tesi: "Non ci aspettavamo – spiegano i Cobas – che questa azienda, dopo tutto quello che i lavoratori hanno fatto per farla prosperare, assumesse un comportamento come quello attuale nei confronti delle maestranze e delle loro rappresentanze sindacali". Le accuse dei sindacati riguardano soprattutto l’assenza di comunicazioni da parte della dirigenza locale della multinazionale e la scelta di non convocare le rsu per informarle delle nuove decisioni prese. Purtroppo l’affaire Komatsu non è l’unica fonte di inquietudine per la zona. Sul piatto anche problemi della Carrier refrigeration operation Italy di Torreglia, che ha chiesto l’avvio della mobilità per una trentina di dipendenti, e l’inizio delle pratiche di mobilità per una ventina di lavoratori della Beton rapid srl di Ospedaletto Euganeo.

TPA TRITURATORI: PICCHETTI DEI LAVORATORI http://carta.ilgazzettino.it/

Hanno ordini per 15 milioni di euro ma non i fondi per acquistare le materie prime. Tutta colpa, secondo i sindacati, di lavori non pagati. Si ritrova così in crisi la Tpa trituratori di Santa Giustina in Colle. E cento dipendenti rischiano di perdere il posto di lavoro. L’unica speranza per l’azienda, che nella fase di concordato fallimentare, è il subentro di un nuovo partner che sarebbe già stato individuato. Ieri mattina una cinquantina di dipendenti hanno manifestato davanti alla sede della società e poi si sono recati in municipio per incontrare il sindaco Federico Zanchin e l’assessore provinciale al Lavoro Roberto Tosetto. I rappresentanti sindacali hanno fatto presente la situazione grave in cui versa la Tpa ricordando che da novembre non ricevono lo stipendio e che da settembre, in pratica, non lavorano. I sindacati spiegano che è da un anno che le cose alla Tpa vanno male e che esisteva un piano industriale di rilancio, poi finito nel nulla di fatto per il ritiro della società che intendeva subentrare.

ARENA http://www.ilquotidiano.it/

L'amministratore delegato Giovanni Gianicola ed il sindaco Luigi Merli parlano di un progetto alternativo per la riconversione dello stabilimento grottammarese dell'Arena Surgelati SPA. E' quanto emerso questa mattina, dall'incontro tra i componenti del tavolo istituzionale indetto dal sindaco, in merito al Piano di riconversione dello stabilimento Arena Surgelati Spa a "Centro di eccellenza marchigiana" (ovvero un expo' permanente di prodotti di qualità), operazione che interessa i 31 dipendenti ancora attivi dell'impresa ma che ad oggi risulterebbe compromessa dalla sospensione, da parte della Regione Marche, del rilascio di nuove autorizzazioni per l'apertura di grandi strutture di vendita. Al termine della riunione, il sindaco Merli e la proprietà dell'azienda, rappresentata dall'amministratore delegato Giovanni Giancola, hanno preso l'impegno di fronte ai sindacati di sottoporre tale ipotesi agli uffici competenti, per una rapida verifica tecnica, al fine di valutare l'effettiva fattibilità di questo nuovo percorso da seguire. In questo modo, potrà essere garantito il proseguimento delle misure sociali previste dagli accordi presi all'interno del protocollo di intesa firmato il 15 novembre 2007 che, oltre a proporre le linee guida della riconversione, indicava nella definizione di un Piano sociale a sostegno dei lavoratori un altro importante obiettivo.

MICROMECCANICA: CONTINUA IL PRESIDIO http://www.romagnaoggi.it

È ormai da una settimana che i lavoratori de "La Micromeccanica" presidiano i cancelli della loro fabbrica. "I lavoratori - si legge in una nota sindacale - insieme al Sindacato dei metalmeccanici, annunciano che domani (venerdì 23 gennaio 2009) saranno al mercato di Forlì per distribuire una lettera aperta ai cittadini per sensibilizzare l'opinione pubblica, con l'obiettivo di riconquistare il proprio posto di lavoro". "Domani pomeriggio è previsto un incontro, presso la sede di Confindustria di Forlì, tra le Organizzazioni Sindacali e la Proprietà de La Micromeccanica; i lavoratori sposteranno il loro presidio permanente all'esterno della sede di Confindustria per fare sentire anche a quella sede le proprie ragioni e confermare la propria determinazione".