O
ggi sciopero del Pubblico Impiego, presidio davanti a Montecitorio, Carrellata dei segretari. Bonanni a cui sta a cuore solo che lo si inviti a discutere, Angeletti che si incarta e parla di ingiustizia e di equità, Camusso che mette le mani avanti sull'art 18.
Resta da parte dei tre l'ammissione che le loro azioni di lotta sono impotenti, e che il governo ha più paura di quattro taxisti e qualche farmacista con le loro lobby, che milioni di lavoratori e pensionati. Mobilitazioni di lavoratori, il secondo partito fra i votanti e quattro sindacati, si perché si è pure aggiunto l'UGL e con quale faccia condanna dell'ennesima manovra contro i lavoratori quando fino a ieri ha condiviso le stesse manovre dei professori odierni, non fa nemmeno un baffo di fronte alle lobby contro le liberalizzazioni. E non parliamo nè dei privilegi dei parlamentari, nè quelle dei professionisti. Nello scorso governo è bastato solo parlare di toccare gli avvocati che si è corso il rischio di elezioni anticipate, e non paliamo dei privilegi.
Con queste messe in scena, con questi ridicoli presidi, con le sceneggiate di tre che parlano su un palco, e pochi che ascoltano, non si potrà andare da nessuna parte. Resta la coscienza a posto da parte dei vertici sindacali che hanno fatto il loro dovere, hanno recitato la loro parte in questo teatrino, e del governo che va per la sua strada già tracciata ed anche loro recitando la loro particina in una commedia o tragedia il cui copione è stato già scritto, come pure il finale.