La normalità della morte a Taranto


Contare i morti a Taranto è ormai una stanca liturgia. Morti per cancro, morti per omicidio da parte della proprietà e delle istituzioni.
Appena una settimana fa era stata sventato per miracolo un altro incidente con conseguenze disastrose. Un carro siluro ( chiamato cosi per la sua forma a sigaro o a siluro) contenente ghisa a 1800 gradi appena colata dall’altoforno , si dirigeva viaggiando sui binari verso l’impianto dell’acciaieria dove questa si sarebbe trasformata in acciaio ( bruciando il carbonio contenuta nella ghisa con l’insufflazione di ossigeno a pressione) . Uno scambio ferroviario, per un difetto, non ha chiuso bene e ha provocato il deragliamento del primo carro siluro che si è rovesciato versando sul terreno la ghisa circa 200 tonnellate incandescente allo stato fluido. Solo per qualche miracolosa coincidenza non vi era nessuno nei paraggi.

Quella linea ferroviaria quindi è stata fermata per i lavori di manutenzione. Inutile dire quali sono i protocolli e le procedure di messa in sicurezza. Solo chiamarli con questo nome fa venir dal ridere. Insomma la dinamica dell’incidente lo sta a dimostrare. L’operaio di una ditta di appalto stava appunto sostituendo i binari e sostituendo lo scambio difettoso, naturalmente dovuta alla scarsa manutenzione del meccanismo, quando un suo collega alla guida di un grosso Colmar, una sorta di gru su gomma chiamati  “Caricatori ferroviari strada-rotaia” attrezzati per la manutenzione di binari e rotaie, lo ha investito. Ora indipendentemente se è stata la vittima ad attraversare la strada percorsa dal gruista o sia stato il gruista a non aver visto il suo compagno, sta di fatto che lavorare in queste condizioni, senza nessuna pratica operativa, senza nessun protocollo di messa in sicurezza, l’incidente mortale è quasi norma. L’eccezione è quando questo non avviene.
Da 1994 ad oggi vi sono state oltre 50 morti ammazzati sul posto di lavoro. Oltre tre morti all’anno. E parliamo solo di quelli morti sul colpo, per incidenti violenti e gravi. Non si contanogli infortuni gravi o gravissimi,  quelli che hanno contratto malattie cancerogene , perché queste rientrano nella casistica di quelle non contabilizzate, ma che coinvolge tutto il circondario di Taranto e Provincia. Lavoratori dell'Ilva e non.

Ora , prontamente i sindacati , hanno indetto le solite litanie delle 24 ore di sciopero, chiederanno che si faccia luce sull’incidente, ecc ecc.  I partiti e i dirigenti aziendali hanno espresso le proprie condoglianze, il proprio rammarico, il proprio dolore. La cosa più esilarante, se non fosse che vi è un morto, è la faccia da culo della senatrice Fabbri Presidente della Commissione di inchiesta sugli infortuni sul lavoro la quale ha dichiarato :
predisporremo a breve un sopralluogo dei membri della commissione per verificare le condizioni di sicurezza e salubrità degli ambienti di lavoro nello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto".
Questa parlamentare  è scesa dal pero e si accorge , oggi, che forse dal punto di vista della prevenzione ma soprattutto della salubrità quacosa non và  nello stabilimento di Taranto e dovrà accertarne le condizioni!......

L’Ilva e i giudici hanno provveduto a fare delle inchieste in maniera separata e bla bla bla. Morale della storia? Volete sapere come andrà a finire? L’incidente ( i due quello che ha provocato la perdita di ghisa e quello che ha provocato la morte del lavoratore) è avvenuto per cause accidentali. Nessuno è responsabile. Anzi si è stata la fatalità.

E occorre anche evitare, se tutto va bene, che non citano al risarcimento dei danni causati ai due lavoratori coinvolti, per i danni ai mezzi e per il fermo delle attività produttive! E già successo , in passato!